lezioni di dignità

Cara Elisabetta,
  avere avuto la possibilità di respirare l’aria di San Vittore e confrontarmi con le persone che abitano quelle mura, raccontandogli le mie storie, rispondendo alle loro domande e raccogliendo le loro osservazioni, i loro ricordi e le loro sensazioni, è stata un’esperienza incredibile: qualcosa che qualunque cittadino di questo Paese dovrebbe avere la possibilità di provare sulla propria pelle, per poter capire un po’ meglio la propria esistenza e il mondo in cui viviamo.
  Questo secondo incontro ha ben presto rotto gli schemi e si è trasformato in una lunghissima chiacchierata che ha riempito l’intera mattinata. Abbiamo parlato di me e delle storie che, di volta in volta, senza una scaletta prestabilita, mi veniva spontaneo leggere. Abbiamo riso. Abbiamo discusso di calcio, di musica o di attualità. Abbiamo affrontato argomenti leggeri e temi pesantissimi. E, fra una cosa e l’altra, i ragazzi mi hanno raccontato un po’ delle loro vite, di quello che hanno attraversato, di ciò che stanno vivendo ora e della loro visione del mondo, mettendo in mostra una sensibilità e una lucidità (e spesso anche un’autoironia) davvero invidiabili.
  “Nella vita, qualunque situazione ti trovi ad affrontare, compreso il carcere, devi affrontarla sempre con dignità: questa è la cosa più importante”, mi ha detto una persona verso la fine dell’incontro. Un altro ragazzo mi ha invece illuminato con una riflessione sul fatto che, indipendentemente dall’essere “dentro” o “fuori”, ciò che conta è saper prendere coscienza dei propri errori e imparare da essi, e che, in questo senso, chi è “dentro”, non avendo più alibi a cui aggrapparsi, ha parecchi punti di vantaggio rispetto a noi che ci crediamo innocenti solo perché non abbiamo sbarre alle finestre. Quella riflessione mi ha fatto ripensare all’ultima strofa di “Nella mia ora di libertà” di De André che, rivolgendosi a noi uomini liberi, dice: “venite adesso alla prigione e state a sentire, sulla porta, la nostra ultima canzone, che vi ripete un’altra volta che, per quanto voi vi sentiate assolti, siete per sempre coinvolti”
  Non posso che ringraziare di cuore chi ha reso possibile questo incontro e tutti i detenuti che mi hanno accolto nel loro mondo con tanto entusiasmo e tanta attenzione.
    Un abbraccio
      Rob
p.s.: quello che vedi nella foto è l’ultimo numero di “Realtà nascoste”, il giornalino interno che un gruppo di detenuti, con un’enorme dose di buona volontà, cura, stampa e rilega in modo completamente autonomo e artigianale.
p.p.s.: ora farò finalmente rotta verso Sud. L’unico mio appuntamento dell’estate, come ti accennavo, sarà mercoledì 10 agosto, alle 11.30 (di mattina) a Frigento (AV), presso Palazzo De Leo. Proprio nei giorni in cui a Frigento si terrà anche il People Involvement Festival (che vedrà sul palco i Massimo Volume, Virginiana Miller e molti altri).