“Tutto passa invano” dieci anni dopo
Nell’ottobre di dieci anni fa usciva “Tutto passa invano”, il mio primo libro.
“Racconti come pezzi di un mosaico dai contorni sfocati” recitava la sinossi. Per me quella pubblicazione doveva rappresentare una sorta di atto catartico: la risposta all’esigenza, in un periodo di grandi cambiamenti personali accompagnati da parecchia confusione, di provare a fare un po’ di ordine dentro di me fissando nel tempo una serie di raccontini che giravano da anni fra i miei quaderni. Davvero non mi aspettavo che quella sarebbe stata la scintilla iniziale di un percorso che con i romanzi successivi sarebbe diventato così bello e importante. Non mi aspettavo nemmeno che ci sarebbero stati dei romanzi successivi, in realtà. E non mi aspettavo neanche che molti dei frammenti di vita intrappolati in quelle pagine, nel corso dei dieci anni successivi, proprio grazie al cammino iniziato con quella pubblicazione, mi si sarebbero ripresentati davanti dandomi modo di chiudere alcuni conti che avevo lasciato in sospeso.
Ora quel libro non esiste praticamente più, tanto che io stesso ne ho una sola copia ormai sgualcita. Mi sono chiesto diverse volte, in questi ultimi mesi, se fosse il caso di celebrare in qualche modo questo decennale, magari ripubblicando sul web i racconti oppure inventandomi uno spettacolo speciale in cui rileggere quelle storie, ma alla fine credo che il modo migliore per celebrarlo sia rispettare quello che era l’intento originario: lasciare quelle parole al passato e guardare oltre.
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