democrazia e potere
Qualche giorno fa discutevo con un amico sulla presunta incapacità della nostra classe politica e giornalistica. Ebbene: io non credo assolutamente che questi signori siano degli inetti. Tutt’altro.
Purtroppo spesso pensiamo che la democrazia segua ancora le regole che ci hanno insegnato a scuola: la classe politica è eletta dai cittadini per difendere gli interessi del popolo stesso e vigilare su tutto ciò che può metterne a rischio il benessere, inclusi i poteri finanziari. Ci dimentichiamo che negli ultimi trent’anni questa dinamica è stata completamente capovolta: oggi la classe politica (indipendentemente dal colore della casacca che ormai è solo un alibi comunicativo per far presa su diverse fasce sociali) risponde direttamente ai poteri finanziari e ha il compito di difendere gli interessi di chi muove i fili di questi stessi poteri e vigilare su tutto ciò che può metterli a rischio, in primis il popolo. E un destino ancora peggiore è toccato ai santoni dell’informazione di massa, che hanno smesso di indagare la realtà per assumere il ruolo di semplici cani da guardia dei potenti e megafono della propaganda.
Credo sia tutta qui la chiave di volta per comprendere molte cose e, in quest’ottica, è chiaro che le attuali classi politiche e giornalistiche siano le migliori possibili per il ruolo che sono chiamate ad assolvere. Concedergli l’alibi di una presunta incapacità significa, a mio avviso, fargli un regalo enorme e finire col combattere le battaglie che ci attendono partendo da un’ottica completamente falsata.
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