tutti i miei no.
Ho detto tanti “no” in questi ultimi mesi. Molti ad amici che mi chiedevano di affiancarli in qualche loro evento e alcuni anche a proposte che, in un momento minimamente normale, avrei considerato degli enormi regali. Mi dispiace per quanti possono esserne rimasti delusi ma so che quasi tutti hanno capito che per me, allo stato attuale delle cose, è molto più importante restare fedele alle battaglie che sento di dover sostenere e non offrire in alcun modo il fianco ai diktat a cui oggi la partecipazione a qualunque evento di qualsiasi tipo sottopone chiunque.
In compenso in questo periodo ho camminato molto e urlato più forte possibile insieme a tutti coloro che continuano a ribadire fermamente che il mondo verso cui ci stanno spingendo è ben lontano da quello che siamo disposti ad accettare e che “la gente come noi non molla mai”. E devo dire che in piazza ho sempre trovato persone dall’animo pulito di ogni età e ogni estrazione culturale o sociale, completamente diverse da ciò che l’informazione sta cercando di dipingere.
Per quanto riguarda i miei progetti personali, invece, in un angolino della mia mente ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto concludere il percorso de “L’uomo a pedali” provando a portare il libro nel luogo (e nel modo) in cui il protagonista del romanzo avrebbe voluto, ma a questo punto credo sia evidente che la testa e le gambe sono ormai altrove e che le condizioni sono parecchio cambiate. Credo che anche il protagonista del romanzo capirà. Poi comunque è naturale che prima o poi arrivi il momento in cui ogni libro deve continuare la propria strada indipendentemente dall’autore.