a proposito della mia tessera elettorale
Sabato mattina ho avuto un confronto con il sindaco del paesino in cui vivo.
Come qualcuno ricorderà, alla fine di gennaio ho restituito la mia tessera elettorale al Presidente della Repubblica. A seguito di questo fatto, all’inizio della scorsa settimana sono stato contattato dal mio comune con una lettera che diceva che la Presidenza della Repubblica aveva inoltrato a loro il documento in questione per restituirmelo ma che il sindaco era interessato anche a incontrarmi per capire le motivazioni del mio gesto.
Siccome sono sempre più convinto che il confronto civile sia fra le cose che più mancano in questo periodo, mi è sembrata un’occasione da non trascurare, anche se poi il tutto si è svolto telefonicamente anziché di persona proprio per la mancanza da parte mia del noto lasciapassare.
Le cose che ho detto al sindaco sono quelle che ripeto da mesi: ho fatto presente la mia preoccupazione per la violenza con cui da qualche tempo chi tira le fila del nostro Paese (e chiaramente mi riferisco all’Italia e non al mio paesino) esercita il proprio potere e per come si stiano continuamente mettendo dura prova le fondamenta del concetto stesso di stato di diritto, a partire dalle problematiche connesse al lasciapassare fino ai fatti più recenti.
Si è trattato di una telefonata molto serena, dunque mi sento di ringraziare il sindaco di Monguzzo per l’attenzione con cui ha ascoltato il mio punto di vista. Poi ovviamente non sarà di certo questo a smuovere di un millimetro la situazione assurda che tutti quanti stiamo vivendo, ma ho trovato confortante che, in questo periodo in cui il mondo sembra funzionare per schieramenti, possano esserci ancora momenti di dialogo fra persone civili anche a livello istituzionale. E questo forse non fa altro che confermare la mia storica convinzione che bisognerebbe dare molto più peso alle piccole comunità, anziché correre follemente verso un mondo sempre più globalizzato e lontano dal contatto fra esseri umani.