ventidue luglio
Ventidue luglio. Credo sia una data da ricordare: esattamente un anno fa veniva approvata l’istituzione del vergognoso “lasciapassare verde” che nel corso dei mesi è stato necessario per poter accedere a sempre più servizi, fino a imporne il possesso anche nei luoghi di lavoro, sui mezzi di trasporto e negli uffici pubblici più essenziali, segnando una crepa enorme nel sistema di valori umani e civili che eravamo convinti di avere ormai consolidato.
Non credo che si possa dimenticare tutto ciò che abbiamo vissuto in questi dodici mesi e purtroppo fatico a prevedere cosa potrà accadere una volta archiviata la pausa estiva che stiamo attraversando, visto che dai palazzi del potere continua a filtrare la volontà di tenere aperto quel capitolo, magari con formule, nomi e motivazioni rinnovate, e unitamente a questo continuano a delinearsi anche altre ombre. Però, volendo provare a essere positivo, nonostante la rabbia per quanto accaduto e la preoccupazione per il futuro prossimo, mi consola il fatto che, se gran parte della popolazione si è assuefatta senza quasi rendersi conto di nulla a scempi che solo poco tempo fa sarebbero stati impensabili, tutto questo caos sembra avere spinto molti a trovare, magari pur ingoiando a fatica qualche ingiustizia, una nuova e più profonda consapevolezza di sé e del mondo che ci circonda. E credo sia questa la cosa di cui dobbiamo fare davvero tesoro perché, al di là delle scelte individuali di ognuno, sarà probabilmente l’unica possibile chiave per affrontare a testa alta tutto ciò che potrà aspettarci.