fra una farsa e una tragedia
Francamente non riesco proprio a capire come si possa dare il minimo credito a una campagna elettorale farsesca come quella in corso in cui tutto si basa su grottesche cortine di fumo che non vanno mai a sfiorare nemmeno lontanamente i temi davvero attuali e tutto ciò che ci aspetta concretamente nel futuro.
Volendo essere realisti, la sceneggiata del 25 settembre non sposterà di una virgola gli equilibri, anche perché dovremmo avere ormai imparato che nel mondo di oggi le decisioni che contano realmente non arrivano dai palazzi della politica ma da quelli della finanza e tutti i grandi schieramenti sono estremamente allineati sul non voler pestare i piedi a questa logica. L’unica cosa positiva di questo teatrino è che ci sta regalando un piacevole prolungamento della tregua estiva dai drammi che ormai ben conosciamo, ma purtroppo prima o poi i nodi torneranno al pettine.
Sono sempre più convinto che la risposta alla situazione stagnante che ci attanaglia, oggi più che mai, non possa arrivare dai palazzi né da presunti salvatori ma solo dalle nostre scelte individuali e dal cercare di portare avanti, ognuno nel proprio piccolo, una visione delle cose realmente a misura d’uomo. Sarà un percorso complesso ma è l’unico possibile.
A margine aggiungo che mi fa molto male vedere certi atteggiamenti settari da parte dei cosiddetti “partiti antisistema” che stanno creando spaccature profonde (prima fra tutta quella fra “votanti” e “non votanti”) all’interno del già fragile popolo del dissenso. Fermo restando che io non ho fiducia nel “combattere il sistema dall’interno”, sono convinto che la direzione da seguire non sia quella e continuerò a muovermi secondo le mie idee, penso comunque che, se c’è una reale buona fede e si guarda oltre i personalismi, si possono anche perseguire obbiettivi simili attraverso strade e sensibilità diverse senza scatenare faide che non giovano a nessuno. Anche perché il nostro futuro non si deciderà certo in una singola inutile giornata di settembre ma in tutti i mesi a venire: questo credo sia bene ricordarlo.