Milano e l’Italia un anno fa e oggi
Un anno fa, nonostante i giorni vergognosi che stavamo vivendo, di sabato pomeriggio Milano era bellissima con i cortei contro l’obbligo della “tessera verde” che ogni settimana provavano a resuscitare la coscienza della nazione. Credo che raramente si sia visto nel nostro Paese un movimento così variegato, totalmente apartitico, privo di una guida eppure coeso e determinato nella volontà di continuare a sentirsi esseri umani e non abbandonarsi alle pericolose derive verso cui il potere ci sta tuttora spingendo.
Poi sappiamo com’è finita: prima le bugie urlate dai grandi media, poi i manganelli e le piazze militarizzate in stile sudamericano, e alla fine il colpo di grazia interno inferto da chi ha provato a mettere il cappello sul movimento finendo col polverizzarlo.
Sabato scorso, partecipando alla manifestazione per Julian Assange, mi sono reso ulteriormente conto di quanto mi manchi a questo Paese un movimento d’opinione di quel tipo e di quella portata, pur con tutti i limiti che poteva avere. D’altra parte non dimentichiamo che le ingiustizie ancora in corso, i venti bellici che soffiano sempre più forte, la società super controllata che viene promessa di continuo e il dramma energetico e sociale che stanno apparecchiando dall’alto sono figli delle stesse logiche a cui in quelle piazze ci si cercava di opporre. Ciò che mi consola è che sono sicuro che sotto alla cenere ci sia ancora molta brace e che l’energia di quei pomeriggi nella sua espressione più sana sia ancora viva nell’animo di molte persone e al momento opportuno saprà tornare a regalare luce, in un modo o nell’altro.