pianeta Terra, primavera 2023
Si respira sempre più un’aria da tardo impero, in questa fragile civiltà occidentale all’alba della primavera del 2023.
I colossi della finanza iniziano a mostrare l’inconsistenza del vuoto su cui si basano e i potenti continuano a gestire il mondo come un banale videogioco, alzando sempre di più l’asticella di un conflitto insensato che ci sta toccando sempre più direttamente e che, in un modo o nell’altro, sta facendo parecchio male a tutti noi comuni mortali indipendentemente dal luogo in cui siamo nati. D’altra parte si è capito ormai da tempo che l’impero traballante, per poter continuare a sopravvivere, ha disperatamente bisogno di ridistribuire il benessere verso l’alto e di rimodellare la società su parametri meno umani e più basati sul controllo sociale.
Intanto, con la scusa della modernità o con mille altri alibi apparentemente santissimi sospinti da quella propaganda che ormai dovremmo avere imparato a conoscere, si continua a spingere per legittimare sempre di più le nuove forme di schiavitù e per considerare l’essere umano al pari di una qualsiasi merce. E ovviamente si continuano ad alzare cortine di fumo alimentando divisioni inutili, azzerando le possibilità di dibattito pubblico sui temi davvero cruciali e non smettendo di criminalizzare ogni forma di libero pensiero.
Ma resisteremo anche a tutto questo.