ma mai del tutto

Cara Elisabetta,
  il Salone del Libro di Torino ha, ormai da qualche anno, assunto i contorni di un enorme giocattolone caotico all’interno del quale sembrano mischiarsi spunti di ogni genere, ricchi premi e cotillon. Una specie di calderone in cui sacro, profano, cazzeggio e profondità si mescolano in modo alquanto bizzarro. Un contesto denso e confuso, a tratti straniante ma, tutto sommato, divertente.
  Per quanto mi riguarda, quest’edizione vissuta per svariate ragioni in modo ancor più convulso del solito, è stata soprattutto l’occasione per riabbracciare gli amici dello staff di Falzea e, insieme a loro, a un buon numero di visitatori e al collega Indro Pezzolla, stappare qualche bottiglia in allegria e disimpegno.
  Estraniarsi dal caos e stappare una buona bottiglia con la giusta compagnia è sempre la cosa più saggia che si possa fare. Sarà bene non scordarsene più.
    Un abbraccio
      Rob