cali di tensione
In queste ultime settimane credo di essermi un po’ abbandonato al calo di tensione che ha seguito l’uscita dell’album: un po’ come quando raggiungi la vetta di una salita che ti ha assorbito molte energie e per un attimo, mentre provi a tirare il fiato e lanci uno sguardo al panorama, rischi di dimenticarti che il vero traguardo è ancora lontano. Per fortuna ci sono sempre i ragazzi dell’ufficio stampa che vengono a riprendermi per le orecchie quando mi prendo qualche vacanza da me stesso nel momento meno opportuno.
“Ogni sorso un ricordo” sta piano piano iniziando a compiere il suo percorso. Finora, oltre alle tante persone che hanno scaricato il disco e che credo abbiano colto le emozioni che contiene, le gratificazioni più evidenti sono arrivate dalle radio, con più di una settantina di emittenti in tutta Italia che hanno inserito “Speriamo che nevichi” nella loro programmazione e alcune trasmissioni che hanno voluto chiamarmi per fare due chiacchiere in diretta e farsi raccontare qualcosa sul brano e sulla nascita del progetto.
Devo dire che mi diverte, parlare in radio di “Speriamo che nevichi” e continuare a spiegare che, al di là dei significati che può avere per me o per i personaggi del mio romanzo, quella frase simboleggia prima di tutto l’auspicio di ritrovare una sorta di innocenza perduta e la forza di credere in qualcosa di bello e puro anche se oggettivamente impossibile o fuori tempo.
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