a proposito di “elezioni europee”
Credo che la storia ci abbia ormai insegnato che la retorica del “combattere il sistema dell’interno” può andare bene solo per chi aspira al massimo a finire a fare il giudice in un talet-show o a vivacchiare rosicchiando qualche poltroncina in qualche tipo di istituzione. Allo stesso modo credo che sia ormai assodato che questa Unione Europea totalmente asservita ai dettami dell’alta finanziaria e basata esclusivamente sulla tecnocrazia e sull’esaltazione del neo liberismo più sfrenato non abbia nulla a che vedere con l’ideale di un’Europa dei popoli e stia generando solo miseria e tragedie.
Per questo il mio unico augurio per le elezioni di domenica è quello di vedere l’affluenza alle urne più bassa possibile. Ricordiamoci che andare a votare, indipendentemente dal simbolino su cui si decide di tracciare la propria crocetta, significa accettare e legittimare il sistema che sta a monte delle elezioni. E la strada di un cambiamento reale non può passare dai compromessi con un’istituzione nociva e, per sua stessa natura, impossibile da ristrutturare dall’interno.
Serve un segnale di totale presa di distanze da queste istituzioni. E servono poi intellettuali coerenti che spieghino e difendano in ogni sede i motivi di questa posizione. Tutto il resto sarà solo un banale teatrino politico per sostenere interessi di partito che nulla hanno a che vedere con il bene di noi comuni mortali.
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