Quindici ottobre

Quindici ottobre. Teniamola sempre ben presente, questa data. Solamente tre anni fa, con l’entrata in vigore dell’obbligo della “tessera verde” per l’accesso ai luoghi di lavoro, questa data segnava una linea di demarcazione profondissima nelle coscienze del nostro Paese.
Ci sarebbero tante cose da dire a riguardo ma in occasione di questa grigia ricorrenza voglio dedicare un pensiero solamente alle persone che in quei giorni, nonostante le minacce dei manganelli e il fango delle bugie dei media che andavano ad aggiungersi alle situazioni drammatiche che molti stavano vivendo, hanno continuato a riempire le piazze con una marea umana pacifica e variopinta che sapeva unire i canti libertari, gli ohm e i rosari. Una folla eterogenea accomunata solo dall’esigenza di non scordare cosa significa essere umani e di non cedere alla deriva imboccata da un mondo che stava scegliendo di rinnegare ogni suo principio fondatore ed elevare il ricatto sociale a metodo di governo. Una deriva che, a dire il vero, non si è mai interrotta del tutto, anche se oggi è tornata ad assumere forme molto più sottili.
Purtroppo quel movimento si è poi spento per colpa dei troppi aspiranti volponi che, dall’interno, hanno cercato di manipolarlo per i propri interessi o farsene scudo per provare a elemosinare qualche spicchio di potere. Però sicuramente quelle piazze ci hanno dimostrato che siamo ancora in tanti ad avere una coscienza critica e tutto ciò che è accaduto in quei giorni non deve assolutamente essere dimenticato.