citazioni abusate
Sarà che i cambi di stagione mi rendono particolarmente insofferente verso il rumore del mondo, ma è da qualche giorno che penso che bisognerebbe vietare di citare George Orwell.
Sia chiaro: non nego assolutamente l’importanza di “1984”, la sua bellezza e il suo essere, sotto una miriade di aspetti, profetico. Tutt’altro. Però, proprio per questo, trovo fastidioso il sentirlo continuamente travisare per supportare qualunque tesi e l’esatto contrario, finendo così col banalizzarlo, sminuirlo e disinnescarlo.
Credo ci voglia rispetto. E credo che su certi libri e certi pensatori sia bene riflettere in silenzio, consigliandone la lettura, sforzandosi di scavarne il significato e pensando prima di tutto a se stessi e alle proprie contraddizioni, piuttosto che pretendere di usarli come una pistola da puntare contro presunti avversari o piegarne il senso alle proprie utilità.
Scusate la predica da vecchio brontolone, ma questo dovevo dirlo. Anche se lo stesso discorso varrebbe, per esempio, anche per Pier Paolo Pasolini, di cui già so che fra qualche giorno, in occasione del quarantesimo anniversario del suo omicidio, cani e porci faranno nuovamente scempio ripulendone il pensiero, azzerandone la complessità e violentandone le parole e la storia per appiccicarle su qualunque bandiera di comodo. Chissà quanto s’incazzerà, quel giorno, ovunque si trovi ora.