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gli ascolti di ottobre 2021
Non credo che la bellezza salverà il mondo come sosteneva Dostoevskij, ma probabilmente non si può nemmeno rinunciare proprio a tutto. Così, dopo le riflessioni dello scorso mese sul silenzio degli artisti di fronte al caos che stiamo vivendo, oggi sul sito di Rock Targato Italia sono tornato a scrivere semplicemente di musica con il mio abituale articolo mensile dedicato alle uscite discografiche consigliate. In questo ottobre parecchio complicato parlo di Maestral, Emily Breva, Roseluxx, Krank e Futta.
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“Alice” su Mondo Mamme e “L’uomo a pedali” su Le Pagine Sono Ali
Ultimamente faccio un po’ fatica a scrivere dei miei progetti o a concentrarmi su di essi. Ho sempre l’impressione che fuori dalla finestra stiano accadendo troppe cose troppo più importanti rispetto alle storie che racconto.
In ogni caso ieri il blog Mondo Mamme ha parlato del mio “Alice” definendolo addirittura “meraviglioso”. La cosa mi fa particolarmente piacere perché la pagina in questione è curata da una dottoressa attiva nel campo delle cardiopatie pediatriche e il libro da lei letto resterà, insieme a una copia de “L’uomo a pedali”, a disposizione delle mamme dei suoi piccoli pazienti in ospedale.
A proposito de “L’uomo a pedali”: qualche giorno fa anche il blog Le Pagine Sono Ali ha recensito il romanzo all’interno delle sue Instagram Stories dicendo, a proposito del protagonista, che “le sue fragilità lo rendono vicino a ognuno di noi”. Un commento che personalmente condivido e apprezzo. -
“per quanto voi vi crediate assolti…”
“…per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti” cantava De André.
Ultimamente ogni volta che mi capita di leggere qualche contenuto della stampa nazionale o qualche dichiarazione di uno qualunque degli opinionisti che vanno per la maggiore resto stupito dalla violenza che trasuda. Che è poi la stessa violenza utilizzata da chi detiene oggi il potere. Una violenza apparentemente sottile ma proprio per questo profonda, feroce e pericolosa.
È risaputo che determinati esercizi del potere necessitino di un nemico pubblico per compattare il consenso e alzare una cortina di fumo sulla situazione reale. E, come già accaduto in passato, il primo obbiettivo è inevitabilmente quella minoranza che ha il pessimo vizio di non rassegnarsi ad accettare passivamente ogni cosa senza farsi domande e soprattutto di non voler rinunciare a quelli che sono i valori più importanti di una società civile. Un popolo privo di rappresentanza, composto da persone di ogni età, ogni estrazione sociale, ogni tipo di sensibilità e ogni idea politica, accomunato solo dal non accettare di vedere ogni briciola di umanità calpestata e umiliata.
Sinceramente non ho idea di cosa potrà succedere nel prossimo futuro. Di certo, visto lo sciame atti di forza già scatenato dai piani più alti del potere e il silenzio della maggioranza dei cittadini, ci aspettano tempi sempre più duri. Però, qualsiasi cosa accadrà nei prossimi mesi, oggi mi sento solo di ringraziare di cuore ogni singola persona che, in qualunque modo, anche solo provando a lanciare un piccolo segnale di vita, continuerà a cercare di non rassegnarsi alla deriva inumana che abbiamo di fronte.p.s.: forse è superfluo precisarlo ma il nocciolo deve essere uno solo: esistono valori e principi, acquisiti a duro prezzo da chi è vissuto prima di noi, che danno un senso al nostro definirci esseri umani all’interno di una società civile e che vengono ben prima anche del semplice sopravvivere. Qualunque altro discorso può essere solo di contorno.
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un pensiero sul finale
Ne ho sentite tante, nel corso degli anni e soprattutto in questi ultimi mesi, di opinioni sul finale de “L’uomo a pedali”, spesso di natura opposta fra loro ma ovviamente tutte più che legittime. So che molti avrebbero preferito una conclusione più “romantica” o “motivazionale” e anche a me, in passato, è capitato qualche volta a interrogarmi sulle ultime pagine del libro e pensare che forse avrei potuto dare alla storia un finale diverso.
Il fatto è che però, quando lo scorso anno mi sono trovato a rimettere mano al romanzo per rieditarlo completamente e preparare la nuova pubblicazione, tornando a immergermi in tutto e per tutto nella mente di Sergio e nei suoi disequilibri, mi sono reso conto che non poteva esserci nessun altro finale. La vicenda di Sergio poteva concludersi solo in quel modo. E personalmente, la prima volta che ho riletto il romanzo per intero dopo tanto tempo, ho trovato il finale liberatorio.
Forse sbagliato. Sotto molti aspetti spiazzante e doloroso. Ma più di ogni altra cosa liberatorio. Il che, in fondo, è una cosa che accomuna, seppur in modo sempre diverso, il finale di quasi tutti i miei libri. -
le targhe di Rock Targato Italia 2021
Qualche giorno fa sono stati annunciati i candidati alle targhe di Rock Targato Italia per il miglior album dell’anno e l’artista rivelazione. Ho avuto, come da qualche anno a questa parte, il piacere di collaborare alla selezione delle candidature per cui fra i nomi proposti ci sono diversi artisti che stimo parecchio e non posso dunque che consigliare di andarli ad ascoltare tutti quanti.
I candidati alla targa per il miglior album sono (in ordine alfabetico): i Bachi Da Pietra, Giancarlo Frigieri, Giorgio Canali, La Municipàl e Pino Marino.
Per la targa come artista rivelazione: I Fasti, Kokura, Kublai, Massimo Paradiso e Montmasson.
Il premio per l’etichetta discografica dell’anno invece andrà a I Dischi Del Minollo.
Per quanto riguarda le prime due categorie, chiunque può partecipare alla scelta del vincitore finale esprimendo la propria preferenza sul sito del concorso. -
i silenzi di settembre 2021
“Non si risenta la gente per bene se non mi adatto a portar le catene”, cantava De André. Personalmente credo che la vera colonna sonora dell’estate del 2021 sia stata il silenzio assordante della quasi totalità dei musicisti su tutto ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Così, in questo mese di settembre, la mia tradizionale rubrica dedicata ai consigli musicali sul sito di Rock Targato Italia parla proprio di questo silenzio. Un silenzio desolante che credo faccia davvero male a tutti quanti. Non mi sarei mai aspettato di vedere anche artisti storicamente impegnati rinnegare con tanta facilità tutto ciò che hanno sempre preteso di rappresentare.
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Caravaggio e Crespi d’Adda a pedali
Era da un po’ che non facevo uno dei miei video a pedali. A dire il vero nell’ultimo periodo ho pedalato molto poco, così ho pensato di ripartire con un percorso lungo ma non troppo impegnativo: un giro con destinazione Santuario di Caravaggio (BG) arricchito da una visita al villaggio di Crespi d’Adda sulla via del ritorno e da qualche altra deviazione legata anche alla storia de “L’uomo a pedali”. 145 km piacevoli impreziosisti da scorci suggestivi sull’Adda e sul Brembo.
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dopo la pausa estiva
Ritorniamo alla quotidianità dopo una piccolissima pausa estiva. Nonostante la follia dilagante, a livello personale la prima parte di questo 2021 è stata più che soddisfacente e non posso che esserne contento: “L’uomo a pedali”, grazie soprattutto ai tantissimi blog che gli hanno dedicato attenzione, ha raccolto un affetto superiore alle aspettative e anche il mio intento di portarlo in giro su due ruote mi ha permesso di vivere dei bei momenti fra cui la partecipazione alla Granfondo Laigueglia, alla bellissima Berghem MolaMia e a La111.
Per l’ultimo scorcio d’estate e l’inizio dell’autunno sembrava prospettarsi la possibilità di tornare a raccontare qualche storia dal vivo su un palco ma, viste le condizioni imposte dai ben noti provvedimenti più recenti, ho preferito lasciar perdere. Come ho già detto in passato, se non c’è la possibilità di farlo da esseri umani, per me non ha senso partecipare a incontri o altri eventi. A questo credo che proverò a proseguire ancora per un po’ lungo la strada imboccata in questi mesi, ma sono tempi estremamente incerti per cui vedremo cosa succederà. Come direbbe il protagonista del mio romanzo, continueremo semplicemente a mettere un colpo di pedale dietro l’altro… -
Libri E Mare parla de “L’uomo a pedali”
“…se sei solo un Sergio qualunque e ti ritrovi improvvisamente scaraventato fra le onde […] puoi solo sperare di non affondare”.
Chi ha già letto “L’uomo a pedali” sa che il mare ha inaspettatamente un ruolo chiave nella vicenda narrata.
Ieri è uscita una bella recensione del romanzo su un blog che si chiama proprio “Libri E Mare“: “È un romanzo sulle passioni che ognuno di noi cerca di insegure nel corso della propria vita, e sul senso di perdita e smarrimento che esse possono provocare”, dice fra le altre cose. -
“L’uomo a pedali” su Lamollica.it
Anche nel mezzo di questa calda estate si continua a parlare de “L’uomo a pedali”. Il blog Lamollica.it ha dato spazio al romanzo sulla sua pagina Instagram scrivendo, fra le altre cose, che “è una storia di vita e come tale può fare male, fare riflettere, insegnare”.
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cinquanta volte Rebellin
“Vincere o perdere è solo un dettaglio assolutamente insignificante”, dice una frase del mio romanzo che forse ultimamente sto citando anche troppo. Di questa cosa ho l’impressione che possa essere convinto anche Davide Rebellin: un giovanotto che proprio oggi compie cinquant’anni e che, dopo avere conosciuto in passato le vette più alte del ciclismo mondiale, a dispetto di ogni legge di madre natura oggi è ancora sulla strada a lottare in gare di eccellente livello con atleti che potrebbero abbondantemente essere suoi figli.
In un mondo così caotico, ogni volta che mi capita di imbattermi in una sua intervista e lo vedo parlare con la sua calma da maestro zen ho l’impressione di trovarmi di fronte un uomo che ha saputo trovare dentro di sé un equilibrio assoluto e che forse ha capito qualcosa che a noi comuni mortali continua a sfuggire. Eppure parliamo di un ciclista che ha saputo vincere anche una Liegi, fra le altre cose, e che nelle competizioni più dure ha sempre mostrato una grinta impressionante. Forse è vero che continuare a fare ciò che si ama fregandosene del rumore di fondo è l’unico modo per poter vivere davvero in pace con sé stessi.
Ci vorrebbero più uomini così, su questo pianeta. O quando meno dovremmo dare molto più risalto a quelli che abbiamo.
Un brindisi a lui. -
“L’uomo a pedali” secondo Linda Lettrice
“È un libro da leggere tutto d’un fiato, un diario di vita ricco di sentimenti a volte contrastanti e domande che ci poniamo insieme a Sergio” scrive, fra le altre cose, la brava blogger letteraria Linda Lettrice nella recensione de “L’uomo a pedali” pubblicata sulla sua pagina.
Un nuovo bel traguardo volante nel lunghissimo percorso del romanzo che -ogni tanto è giusto ricordarlo anche se non amo farlo- è sempre disponibile in tutti i principali negozi digitali sia in formato cartaceo tradizione che in ebook (quest’ultimo al prezzo speciale di 1 euro circa) ma è ordinabile anche in molte librerie. -
gli ascolti di agosto 2021
Torniamo per un attimo a parlare di musica. Agosto non offre mai molte novità discografiche ma, in compenso, è sempre l’occasione per rispolverare qualche uscita a cui nei mesi passati non si è riusciti, per un motivo o per l’altro, a dedicare la giusta attenzione e il più delle volte, per reazione alla calura e a tutto quanto il resto, a me viene voglia di tuffarmi proprio fra gli ascolti meno estivi. Così, nella mia rubrica mensile sul sito di Rock Targato Italia dedicata ai consigli musicali, parlo dei nuovi lavori di Montmasson, Emanuele Nidi, Roberto Angelini e Tricarico.
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“L’uomo a pedali” su Una Stanza Tutta Per Noi
In quest’estate complessa e climaticamente instabile, “L’uomo a pedali” continua a raccogliere consensi e affetto.
Un paio di giorni fa anche il blog letterario “Una stanza tutta per noi” ha dato spazio al romanzo dedicandogli una recensione attenta e accurata che, fra le altre cose, dice: “Davvero ben scritto e ricco di riflessioni, il libro, breve e scorrevole, si addentra nella sfuggente e complessa psicologia del protagonista che tra mille dubbi raggiunge un’unica certezza: vincere o perdere, nel ciclismo come nella vita, non ha nessuna importanza.” -
vi siete chiusi dentro?
Ogni tanto mi torna in mente una scena di un celebre film in cui Renato Pozzetto viene chiuso nel cassone di un camion e inizia a bussare sul portellone urlando: “vi siete chiusi fuori!”.
Ieri sera ho assistito a uno splendido concerto di GianCarlo Onorato presso l’Oasi Francescana di Erba (CO) anticipato dai T.Y.E. con i loro mantra. È stata una serata preziosa, dall’atmosfera estremamente accogliente e intima, capace di scavare nel profondo e accostare mondi apparentemente lontani fra loro fondendo diverse forme di ricerca spirituale. Una cosa non da poco, in questo periodo in cui siamo tutti oppressi dal materialismo e dalla paura.
Al di là di tutto, però, ammetto che mi fa uno strano effetto pensare che, per quanto mi riguarda, questo resterà molto probabilmente per molto tempo l’ultimo concerto visto, considerato che fra pochi giorni entreranno in vigore le ben note norme e di certo non presenzierò ad alcun tipo di evento o contesto che richieda tessere di partito o altri lasciapassare. Certo, alla privazione di momenti piacevoli siamo tutti abituati dopo l’ultimo anno e mezzo, ma è chiaro che quello che scatterà in questo caso avrà un sapore ancora diverso, al netto delle nubi che si intravedono all’orizzonte per tutti quando l’estate sarà finita.
Nonostante questo, pur con tutto il rispetto per ogni tipo di scelta individuale, mi resta una domanda: sono io che mi sto chiudendo fuori o è la maggioranza del resto del mondo che si sta facendo chiudere dentro? Ai posteri…p.s.: un pensiero, in mezzo tutto questo, non può non andare al dottor De Donno. Il suo esempio dovrebbe essere illuminante per tutti quanti e il tragico epilogo della sua vicenda dovrebbe provocare almeno un po’ di vergogna in molti. Speriamo che il tempo possa rendere giustizia a lui e agli altri.
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“L’uomo a pedali” su La Mirtillibreria
“Questo libro usa il ciclismo e le due ruote proprio come una metafora per raccontare il cambiamento interiore di Sergio”: si apre così la bella recensione de “L’uomo a pedali” pubblicata oggi dal blog letterario La Mirtillibreria.
Credo che il protagonista del romanzo, pur con tutti i suoi disequilibri e la sua eterna voglia di fuggire da tutto quanto, non potrebbe che essere lieto delle prove d’affetto che sta ricevendo in questi mesi e di come la sua storia continui a toccare diverse persone. -
“L’uomo a pedali” per Le Fusa Fra i Libri e Salvatore Agostino
Spesso è piacevole, lungo la strada, aprirsi a deviazioni inaspettate e, allo stesso modo, può essere curioso provare a confrontarsi con sensibilità ed esperienze di vita diverse. Così un paio di giorni fa il giovanissimo influencer Salvatore Agostino ha segnalato “L’uomo a pedali” sulla sua pagina mentre ieri il blog letterario Le Fusa Fra I Libri ne ha pubblicato una recensione molto attenta e interessante.
“Si cade, ci si rialza e si riprende a pedalare”, ricorda Salvatore Agostino nel suo commento citando una frase del libro, mentre Le Fusa Fra I Libri, fra le altre cose, descrive il romanzo come “Un libro pieno di spunti su cui riflettere, che parla di un ragazzo comune con i suoi sogni, le sue paure ed ambizioni.”[clicca qui per vedere la segnalazione di salvatore agostino]
[clicca qiu per leggere la recensione de le fusa fra i libri]
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resistendo alla deriva
C’è stato un tempo, nel secolo scorso, in cui per lavorare e partecipare in qualunque modo alla vita pubblica dovevi possedere una ben precisa tessera di partito. Non era obbligatorio tesserarsi, ma se non lo facevi ti era preclusa qualunque cosa avesse un minimo di rilevanza sociale. Così alla fine quasi tutti si sono adeguati, chi per convinzione, chi per paura e chi perché “tanto che ti costa? Non sarai certo tu a cambiare il mondo”. Si sono adeguati anche i tantissimi che poi, appena il vento è cambiato, si sono affrettati a rifarsi una verginità bruciando ogni traccia del loro passato.
Personalmente non ho mai avuto tessere politiche e mi sento di dire che mai ne avrò. Se qualcuno vuole dividere il mondo fra cittadini di serie A e cittadini di serie B, continuerò ad accomodarmi con convinzione fra i secondi con tutto ciò che ne conseguirà. Se qualcuno si è scordato di vivere in uno Stato di Diritto, mi sento solo di oppormici come posso, in primis nel mio vivere quotidiano. Vista la strada imboccata ormai da troppo tempo, non c’è più spazio per i “cosa ti costa? Non sarai certo tu a cambiare il mondo”.
La deriva verso cui si sta andando era intuibile da tempo, ma non mi aspettavo che le cose potessero subire fin d’ora un’accelerazione così violenta. Non mi aspettavo nemmeno che si potesse arrivare a fomentare lo scontro sociale con tanta arroganza e cattiveria. E l’asticella continua ad alzarsi rapidamente mese dopo mese, per cui non si tratta più di discutere il singolo provvedimento ma di riflettere sulla direzione verso cui si sta correndo. Sinceramente inizio ad avere paura. Ma occorre mantenere la calma e resistere. Resistere. Resistere. -
Milano, Paolo, Tommaso e…
Milano è una città con cui ho sempre avuto un rapporto contrastante e contrastato. Negli ultimi anni poi ho praticamente smesso del tutto di frequentarla così, ogni volta che mi capita di ripassarci, la trovo cambiata in modo spiazzante.
Il nuovo incontro con Paolo Pelizza per presentare il suo “Il sangue di Tommaso” è stato un bell’approfondimento, forse in un contesto ancora più informale e rilassato, di quello di qualche settimana fa per la presentazione ufficiale del romanzo. Dialogare con Paolo è sempre un grande piacere e le vicende del suo protagonista continuano ad appassionare e soprattutto a regalare spunti di riflessione importanti.
Serate come questa fanno bene al cuore, all’anima e alla mente. Speriamo che possano continuare a essercene, di occasioni simili, e che tutti possiamo continuare a prendervi parte, anche se il futuro appare più che mai come un gigantesco punto di domanda ricoperto della peggior melma del secolo scorso. -
“L’uomo a pedali” su Loudd.it
“Non è il ciclismo e non è la rivincita, non è la gara, non un pedale o una salita. Bonfanti mette a nudo la vita di ognuno di noi, mette a nudo la fragilità della sconfitta, il diritto alla sconfitta e il dovere di non ignorarla”: questo scrive, fra le altre cose, il bravissimo Paolo Tocco nell’introduzione all’intervista al sottoscritto pubblicata ieri dal portale Loudd.it.
Si è parlato ovviamente de “L’uomo a pedali” ma anche del senso della solitudine, del significato della sconfitta, di vita, di scrittura e di altre cose. È stata una chiacchierata profonda e, per quanto mi riguarda, decisamente interessante.