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anno nuovo, sito nuovo
La prima piccola novità del 2018 è che ho finalmente dato una rinfrescata alla veste grafica di questo sito e rimesso un po’ in ordine i contenuti delle varie pagine ripescando anche qualche vecchio ricordo. Sullo sfondo ora c’è un selciato di pavé che è sempre un terreno affascinante su cui posare i piedi per muovere prossimamente qualche nuovo passo.
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inizio 2018
Eccoci qui. Dopo qualche giorno di relax, ripartiamo.
Questa volta ho preferito evitare i classici bilanci di fine anno: mi sembrava troppo complesso farne, in un’annata in cui da un lato si sono silenziosamente chiusi dei capitoli importanti e dall’altro ho praticamente iniziato a reimparare a scrivere.
Dal 2018 mi piacerebbe avere una bella ondata di sano e travolgente caos. Credo sia necessario. -
quindici anni senza il signor G.
L’1 gennaio di quindici anni fa ci lasciava Giorgio Gaber.
Credo sia scontato sottolineare quanto manchi, in quest’epoca di risposte facili e finti intellettuali di regime, una mente così lucida, scomoda e fuori dalle logiche dominanti del politicamente corretto, ma proprio per questo è tremendamente necessario ricordarlo e soprattutto tornare a immergersi nelle sue parole e fare i conti il suo modo spietato di analizzare la realtà.
Chissà cosa direbbe il signor G. del mondo di questo neonato 2018… -
Buon Natale!
“Il Natale è un’opportunità privilegiata per meditare sul senso e sul valore della nostra esistenza” disse tempo fa una persona molto saggia.
Credo che quest’anno si avverta più che mai nell’aria l’esigenza di respirarlo, assaporarlo e viverlo fino in fondo per quello che è, il Natale. Dunque auguro a tutti, di cuore, delle Feste serene piene di calore e di cose belle.
Buon Natale! -
compilation Rock Targato Italia 2017
E’ uscita su tutte le piattaforme di musica digitale la nuova compilation di Rock Targato Italia.
Anche quest’anno ho avuto modo di seguire da vicino diverse fasi del concorso oltre che di accompagnare la preparazione della compilation scrivendone la presentazione per la cartella stampa, per cui ascoltarla per intero su Spotify è davvero una bella sensazione.
Dentro c’è un sacco di musica che spazia fra la canzone d’autore e il rock in tutte le possibili sfumature e varianti. Consiglio di dargli un ascolto soprattutto perché, accanto ad alcuni artisti già noti, ci sono diverse realtà interessantissime che meritano di essere scoperte.La compilation, come detto, è disponibile su Spotify e su tutte le piattaforme di musica elettronica.
A questo link invece è possibile leggere il comunicato con la mia presentazione del progetto. -
autoproduzioni da ascoltare
Dicembre è tipicamente il mese in cui i negozi di dischi si riempiono di pomposi box celebrativi e inutili riedizioni “deluxe” di qualunque cosa. Per reazione, sul sito di Rock Targato Italia consiglio tre album assolutamente autoprodotti che in quest’ultimo periodo ho trovato decisamente meritevoli: Elettronoir, Roberto Casanovi e Andrea Cassetta.
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Il respiro delle parole
All’interno dell’antologia “Il respiro delle parole“, curata da Marzia Carocci, è presente un mio raccontino intitolato “Ginkgo biloba“. Si tratta di un racconto brevissimo che parte da un minuscolo frammento di dialogo sul vento e le spore delle piante per riflettere sui piccoli dettagli del tutto imprevedibili che possono scombinare un’intera esistenza. O almeno così credo.
Il dialogo di partenza richiama direttamente una delle scene finali del mio romanzo “Suonando pezzi di vetro“.
L’antologia è disponibile sul sito dell’Associazione Culturale Amici di Marzia Carocci. -
dieci anni sul palco
Il 28 novembre di dieci anni fa, presentando “Tutto passa invano”, salivo per la prima volta su un palco per raccontare le mie storie. Il palco era quello del Goganga di Milano e con me c’erano i Dilaila, che avevano accompagnato una parte significativa di una mia vita precedente e che mi faceva piacere avere accanto in quel momento.
Di quella serata ricordo soprattutto che ero tesissimo, impacciato e del tutto incapace di gestire le emozioni, anche se in quello che tentavo di fare c’erano già alcune delle spore di ciò che ho poi sviluppato negli anni successivi.
Da allora, nel corso di questi dieci anni, si sono susseguiti un centinaio di eventi, di cui 41 dopo l’uscita dell’ultimo romanzo. Credo di avere lavorato moltissimo, da allora, per trovare una mia dimensione sul palco e sono sicuro che in questi ultimi anni raccontare le mie storie davanti a un pubblico sia stata la cosa che mi ha dato il maggiore senso di libertà e mi ha fatto sentire maggiormente vivo. Ancora più della scrittura in sé. -
Firenze lo sai
Passeggiando per Firenze mi rendo conto che, alla sesta volta in cui mi capita di passare dal capoluogo toscano negli ultimi anni, ci sono strade che iniziano ad apparirmi familiari e, allo stesso modo, mi sono ormai familiari molti dei volti che frequentano abitualmente gli incontri artistici organizzati da Marzia Carocci sempre immersi in un’atmosfera piacevolmente caotica.
Era tanto che non mi capitava di dover preparare una nuova performance che non fosse legata ai brani che mi hanno accompagnato durante i tanti spettacoli fatti portando in giro “Alice”, e devo dire che farlo mi ha trasmesso davvero delle sensazioni positive e mi ha lasciato delle belle emozioni.
Firenze mi ha accolto anche questa volta in modo estremamente sereno, ma soprattutto è stato bello riabbracciare vecchi amici e ritrovare, oltre alla stessa Marzia, la gentilezza di Annamaria Dulcinea Pecoraro, la simpatia del grande Roby Bruno, l’umiltà del bravissimo Alfredo Biagini (Il Bottega) e confrontarsi con poetesse come la sempre solare Hebe Munoz o la spontanea Enza Spagnolo così come con narratori come il carismatico Daniele Locchi o il giovane irrequieto VantaBlack. -
tradizioni autunnali
Anche nei momenti di relativo silenzio ci sono inviti che non si possono rifiutare. E’ il caso, per quanto mi riguarda, dell’annuale incontro artistico organizzato da Marzia Carocci a Firenze che per me è ormai diventato una vera tradizione.
Dunque, domenica (19 novembre) sarò ancora una volta ospite di Marzia e della sua associazione al Circolo Vie Nuove di Firenze. Sarà come sempre un grande punto di incontro fra poeti, scrittori, pittori e artisti di ogni genere, con una miriade di brevissime performance, presentazioni e letture che si susseguiranno per tutto il pomeriggio (si inizia alle 15 e il tutto dovrebbe concludersi verso le 20).
All’interno dell’incontro sarà presentata anche una nuovissima antologia curata dalla stessa Marzia Carocci che s’intitola “Il respiro delle parole” e contiene, fra le altre cose, anche un mio brevissimo racconto. -
donne rock
Scribacchiare di musica, in attesa di mettere meglio a fuoco le idee sul futuro, è sempre un diversivo piacevole.
Oggi sul sito di Rock Targato Italia è uscito un articolino in cui racconto tre donne rock: Alteria, Angela Baraldi e La Rappresentante Di Lista. -
due parole su Omar Pedrini
A Omar Pedrini voglio bene fin dai tempi in cui, quando avevo una quindicina d’anni, lo vedevo un po’ come il fratello maggiore che ti sussurra che andrà tutto bene e ti suggerisce i libri da leggere o i dischi da ascoltare.
Sul sito di Rock Targato Italia è possibile leggere una mia recensione del suo concerto della scorsa settimana a Milano. -
“Tutto passa invano” dieci anni dopo
Nell’ottobre di dieci anni fa usciva “Tutto passa invano”, il mio primo libro.
“Racconti come pezzi di un mosaico dai contorni sfocati” recitava la sinossi. Per me quella pubblicazione doveva rappresentare una sorta di atto catartico: la risposta all’esigenza, in un periodo di grandi cambiamenti personali accompagnati da parecchia confusione, di provare a fare un po’ di ordine dentro di me fissando nel tempo una serie di raccontini che giravano da anni fra i miei quaderni. Davvero non mi aspettavo che quella sarebbe stata la scintilla iniziale di un percorso che con i romanzi successivi sarebbe diventato così bello e importante. Non mi aspettavo nemmeno che ci sarebbero stati dei romanzi successivi, in realtà. E non mi aspettavo neanche che molti dei frammenti di vita intrappolati in quelle pagine, nel corso dei dieci anni successivi, proprio grazie al cammino iniziato con quella pubblicazione, mi si sarebbero ripresentati davanti dandomi modo di chiudere alcuni conti che avevo lasciato in sospeso.
Ora quel libro non esiste praticamente più, tanto che io stesso ne ho una sola copia ormai sgualcita. Mi sono chiesto diverse volte, in questi ultimi mesi, se fosse il caso di celebrare in qualche modo questo decennale, magari ripubblicando sul web i racconti oppure inventandomi uno spettacolo speciale in cui rileggere quelle storie, ma alla fine credo che il modo migliore per celebrarlo sia rispettare quello che era l’intento originario: lasciare quelle parole al passato e guardare oltre. -
ascolti autunnali
L’autunno, con i suoi colori e le sue ombre, è ormai entrato nel vivo.
Sul sito di Rock Targato Italia è possibile leggere un articolo in cui consiglio tre bei dischi appena usciti che mi sembrano particolarmente adatti ad accompagnare le inquietudini delle prime nebbie autunnali: “Le promesse del mondo” di Flavio Giurato, “Con ghiaccio” di Giovanni Succi e “Il rito della città” di Francesco Pelosi.
Potete leggerlo su: www.rocktargatoitalia.it -
Como, Allineamenti, Side Festival
Sono passati poco più di tre mesi dall’ultimo spettacolo del lunghissimo tour che ha seguito l’uscita di “Alice”, ma sotto molti aspetti a me sembra quasi un’altra vita.
Domenica sera ho avuto modo di tornare a raccontare una delle mie storie a Como, al Museo Giovio, nello spazio dedicato ad Allineamenti all’interno della nuova edizione del Side Festival, ed è stato davvero bello far rivivere uno dei miei personaggi in un contesto così intimo e suggestivo, con la platea raccolta in cerchio in assoluto silenzio a fine serata.
Allineamenti continua a confermarsi una realtà molto positiva: ragazzi giovanissimi pieni di idee, di entusiasmo e di desiderio di creare degli spazi vitali di condivisione artistica e umana. E’ sempre un piacere portare il mio piccolo contributo ai loro eventi.p.s.: fra le tante cose viste e sentite nel corso del festival, sono rimasto particolarmente colpito da Roberto Casanovi: cantautore esordiente dotato di una grande sensibilità e di una scrittura pulita pervasa da una malinconia cristallina che mi ha affascinato.
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finali di Rock Targato Italia 2017
Rock Targato Italia, oltre a essere un marchio che ha segnato la storia della musica alternativa italiana, è davvero una famiglia. Lo si percepisce dai dettagli: dall’atmosfera che si respira durante le serate, dall’accoglienza riservata a chiunque vi si avvicini con qualunque ruolo, dall’alchimia che si crea al tavolo della giuria, dalle piccole attenzioni, dai rapporti che si allacciano e dalle lunghissime chiacchierate a fine serata con gli artisti in concorso o con gli altri giurati.
Anche quest’anno far parte della giuria delle finali nazionali è stata un’esperienza più che positiva. Sono state tre serate densissime, piene di proposte musicali interessanti ma anche di energie vitali, nuove conoscenze e bellissimi scambi di idee.
E’ sempre un piacere enorme e un onore potermi immergere in quel mondo e sentirmi parte di una storia così lunga, importante e sincera. -
Rock Targato Italia 2017 e 2018
Dal 2 al 4 ottobre avrò ancora una volta il piacere di fare parte della giuria delle finali nazionali di Rock Targato Italia che si terranno al Legend Club di Milano. Sarà ovviamente, come sempre, un onore poter dare il mio piccolo contributo a un marchio che ha segnato davvero la storia della musica alternativa italiana dagli anni ’80 a oggi.
Per l’occasione mi sembra giusto ricordare che rimangono pochi giorni per potersi iscrivere alla prossima edizione del concorso. Avendo vissuto molto da vicino diverse serate delle ultime edizioni, mi sento di dire che può essere davvero una bella esperienza sia umana che artistica per tutti i musicisti esordienti. -
e adesso?
E adesso cosa succederà? Sinceramente non ne ho la più pallida idea.
Solo un paio di mesi fa si è chiuso definitivamente quello che è stato il capitolo più denso e gratificante di tutto il mio percorso. Un capitolo che mi ha assorbito completamente negli ultimi anni, che mi ha dato moltissimo e di cui credo restino delle belle tracce, anche se ora ho bisogno di staccarmene un po’.
Ripartire da zero dopo un’avventura così lunga, sentita e significativa non è facile ma, per fortuna, non ci sono scadenze prefissate e non c’è nessuna fretta di fare per forza qualcosa. C’è sicuramente il desiderio di non fermarsi e ci sono delle idee vaghe che iniziano a ronzarmi in testa. C’è la voglia di tornare, in qualche modo, a raccontare altre storie e dire cose nuove. Ma c’è anche il bisogno di riordinare le idee e di trovare con la massima tranquillità le strade, le storie, i tempi e le forme giuste per esprimere qualcosa di vero che possa lasciare un qualche segno.
Sicuramente delle piccole cose continueranno a succedere e se ne parlerà. Per tutto il resto vedremo… -
Sestri Levante
“…così ho detto ai soldati che non c’è più battaglia,
moti scrivono a casa, qualcuno se la squaglia…”
(da “Sestri Levante”, Roberto Vecchioni)La Liguria per me è una specie di rifugio costellato di angoli capaci di trasmettermi un bel senso di quiete. Non so se sia per via del paesaggio impervio dei colli che si scontra l’infinita libertà del mare, oppure per il fascino dei piccoli borghi, delle scogliere, dei vicoli e delle spiaggette più nascoste, ma mi piace, nei momenti pieni di cambiamenti come questo, nascondermi lì per qualche giorno respirando quella sensazione di pace e provando a non farmi trovare nemmeno da me stesso.
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radio Mosul
Sono ormai diversi anni che come sfondo del desktop del mio pc ho una foto di Giovanni Lindo Ferretti. L’ho scelta e non l’ho mai tolta perché, quando sto per mettermi al lavoro, mi fa sempre bene ritrovarmi davanti qualcosa che mi ricordi quanto sia necessario rimanere fedeli solo a se stessi, sviluppare un proprio pensiero uscendo dagli schemini preconfezionati e proseguire sempre lungo la propria strada fregandosene del rumore di fondo.
Qualche giorno fa l’ho rivisto dal vivo per l’ennesima volta e l’ho trovato come sempre illuminante e tremendamente necessario. Una delle tante cose che ammiro di questa fase del suo percorso è la capacità di spostare completamente gli equilibri del discorso e dire cose pesanti semplicemente giocando con le sfumature, cambiando una parola nel ritornello di una vecchia canzone o aggiungendo tre versi apparentemente improvvisati in coda a qualche strofa.
Il Ferretti di oggi, con la sua coerenza, la sua lucidità affilata e la sua intransigenza, continua a confermarsi un faro di cui c’è infinitamente bisogno: un artista dallo spessore umano enorme e un pensatore profondo e attento come non se ne sentono quasi più, in questo mondo fin troppo pieno di menti pigre e intellettualini di regime schierati sempre dalla parte “giusta”. Credo che quella foto resterà al suo posto ancora per un bel po’ di tempo.