Autore: rob

  • primavera non bussa

    Cara Elisabetta,
      sarà poi vero che, come scrivevo qualche anno fa, “vincere o perdere è solo un dettaglio assolutamente insignificante”? Sinceramente non lo so più. Sarà che questa primavera, fra sprazzi di instabilità e momenti di estrema serenità, mi sta lasciando una voglia enorme di rimettere tutto quanto in discussione, ma più ci penso e più mi rendo conto che quella conclusione non mi basti più. Non del tutto, almeno.
      Mentre aspetto di riuscire a mettere a fuoco il caos di questi pensieri o spero magari di trovare, almeno per una cazzo di volta, la gamba per lasciarmi tutti alle spalle come Gilbert sul muro di Huy, Falzea mi comunica che è uscita anche la versione ebook di “In fondo ai suoi occhi” (in vendita qui: http://www.bookrepublic.it/book/9788882963477-in-fondo-ai-suoi-occhi ).
      Anche questo è curioso, no? Io che sono sempre stato profondamente scettico riguardo gli mp3 e simili, mi ritrovo a vedere un mio romanzo distribuito anche in formato digitale. Ma è giusto così: era una strada che bisognava comunque provare percorrere, prima o poi. E mi piace che questo fatto capiti proprio in queste settimane in cui è fortissima la voglia di provare a rimettermi in gioco sotto ogni punto di vista.
        Un abbraccio
          Rob

    primavera non bussa
  • o forse non c’era un motivo

    Cara Elisabetta,
      “tu ami l’onda e devi stare sempre in fronte al mare e farti investire. ma se mi chiederanno se ti verrò a cercare, io, con parole nuove, gli saprò spiegare che ora ognuno corre per sé ”, recita una canzone dei Non Voglio Che Clara.
      La presentazione al castello di Solza è stata una delle più riuscite che abbia mai fatto. Per questa data casalinga volevo proporre qualcosa di completamente diverso dai miei reading abituali e Luca Barachetti, che mi ha fatto da moderatore con le sue riflessioni illuminanti, è stato preziosissimo nell’incanalare il discorso su un binario che ha permesso di approfondire i temi più sociali e crudi del romanzo con una bella discussione profonda e a tratti provocatoria. Non posso che essere soddisfatto.
      In realtà ci sarebbero anche un paio di altre cose che ti vorrei raccontare: sono giorni in cui mi sembra di subodorare qualcosa di nuovo nell’aria, o quanto meno mi piace credere che sia così. Ma forse è presto per parlarne. Vedremo…
        Un abbraccio
          Rob

    o forse non c’era un motivo
  • non voglio che stelle umiliate

    Cara Elisabetta,
      sai che io i consigli finisco col seguirli sempre con mesi di ritardo o per non seguirli affatto. Era una vita che un caro amico mi suggeriva di leggere “A perdifiato” di Mauro Covacich: qualche settimana fa finalmente l’ho fatto e sono rimasto letteralmente folgorato dalla sua crudezza poetica e dalla sua inquietudine profonda, tanto da gettarmi immediatamente anche sui due libri che ne costituiscono il seguito.
      C’è soprattutto una riflessione, in quel romanzo, che mi ha affascinato. Te la copio:
    secondo basilio, santo guastatore della macchina aristotelica, anche i corpi celesti sono sensibili alle affezioni. non hanno desideri né bisogni, eppure dal loro semplice girare infinito traggono piacere. è la loro grande umiliazione, l’umiliazione delle stelle. quindi consolati. girassimo anche intorno al mondo, su due punti diversi della stessa orbita, eternamente, tu partendo da puszta, io dalla california, non smetteremmo per questo di essere umiliati. e comunque, puoi correre quanto vuoi. non diventerai mai una stella.” [Mauro Covacich, da “A perdifiato”]
      L’umiliazione delle stelle. Un concetto che mi ha fatto lo stesso effetto di un pugno diretto in pieno viso.
      Tornando al mio presente, sabato (12 marzo), alle 21.30, parlerò di “In fondo ai suoi occhi” al Castello di Solza (BG). Come potrai immaginare, è una data a cui tengo particolarmente: un po’ perché quel castello è stato, negli ultimi tre anni, una sorta di mia seconda casa; un po’ perché la data è organizzata da Neverland e dopo la presentazione ci sarà il concerto dei Non Voglio Che Clara (con i Public di supporto); un po’ perché sarà una presentazione molto informale e dialogata, con Luca Barachetti a fare da moderatore; e un po’ perché sarà l’ultimo appuntamento lombardo per questo romanzo. Sarà una gran bella festa.
        Un abbraccio, sublunare.
          Rob
    p.s.: ah… giovedì (10 marzo), alle 21.00, sarò intervistato on-line sul blog di Diego L’Alligatore (alligatore.blogspot.com). Sarà una specie di intervista aperta con la partecipazione di altri due scrittori e la possibilità per i lettori di intervenire.

    non voglio che stelle umiliate
  • professori al mare

    Cara Elisabetta,
      fa un bell’effetto, alzandosi la domenica mattina con la mente ancora sconnessa dalla realtà, aprire un giornale e scoprire che Roberto Vecchioni ha vinto il Festival di Sanremo. E’ una di quelle rare notizie che per un istante riescono a farti pensare di esserti svegliato, almeno per una volta, nel mondo giusto. Avevo proprio bisogno di un momento simile, per iniziare la giornata di domenica.
      La settimana scorsa è stata strana: non mi era mai capitato di vivere in modo negativo i giorni di avvicinamento a un reading, anche se in fondo non saprei dire nemmeno io quali pensieri mi disturbassero realmente. Forse, a rendermi ancora più instabile, era l’ansia di raccontare quella storia proprio nella tua città, o forse semplicemente il fatto che con Milano ho sempre avuto un rapporto poco sano.
      Alla fine comunque, come era naturale che fosse, è andato tutto bene: il Ligera è proprio un bel posticino, per nulla “milanese” e gestito da ragazzi molto simpatici, e tutte le inquietudini si sono dissolte le momento stesso in cui ho messo piede nel locale. Il reading è scivolato via tranquillo e Le Gros Ballon hanno fatto un gran bel concerto, molto raffinato e intenso. Tutto bene, insomma.
        Un abbraccio
          Rob

    professori al mare
  • tra giolindo e milano con un grosso pallone

    Cara Elisabetta,
      ti ho mai raccontato quali furono le prime due cose che feci subito dopo aver tirato fuori dal cassetto la tua penna con l’intenzione di mettermi seriamente a scrivere quel libro? La prima fu impostare una tua foto (si, quella foto: l’unica che avevo) come sfondo del display del cellulare; la seconda mettere una foto di Giovanni Lindo Ferretti sullo sfondo del desktop del computer. La prima mi serviva per tenere presente in ogni istante ciò che dovevo fare; la seconda per ricordarmi, durante le varie rielaborazioni degli appunti scritti a mano, che l’unica cosa che conta è restare fedeli a se stessi e sbattersene di tutto il resto. La prima l’ho rimossa ormai da tempo come era giusto che fosse; la seconda invece è ancora qui, come un monito di cui ho spesso bisogno.
      Ovviamente, anche per questo motivo, il fatto che Ferretti torni finalmente, dopo ormai troppo tempo, a cantare in pubblico le sue canzoni, non può lasciarmi indifferente: ho già preso il biglietto per il suo concerto di venerdì. Credo ci sia un enorme bisogno della sua voce, in questo Paese.
      Curioso, tra l’altro, considerato quanto la sua immagine ha accompagnato la mia scrittura, che il suo concerto lombardo capiti proprio due giorni prima del mio reading milanese (l’unica data -inutile negarlo- di questo girovagare letterario che mi crea un minimo di tensione, visto il mio rapporto personale con il capoluogo lombardo e l’ovvia influenza che la città ha avuto sul romanzo). Che sia uno di quei bizzarri scherzi dell’universo che a te è sempre piaciuto sottolineare? Chissà… comunque domenica (20 febbraio), alle 19.30, racconterò “In fondo ai suoi occhi” a Milano con un reading-aperitivo al Ligera (via Padova 133. un bel posto fuori dalle logiche dei soliti localini milanesi). Ad alternarsi con me sul palco ci sarà Le Gros Ballon, un duo di ottimi musicisti che propongono una sorta di post-rock dalle atmosfere estremamente raffinate e delicate. Penso che sarà un bello spettacolo.
        un abbraccio
          Rob
    p.s.: giusto per aggiungere un altro tassello a un fine settimana particolarmente denso, sabato al Castello di Solza (BG) farò da moderatore alla presentazione del romanzo d’esordio di Indro Pezzolla, nuovo pupillo di casa Falzea.

    tra giolindo e milano con un grosso pallone
  • alla guardarobiera nera

    Cara Elisabetta,
      oggi voglio farti sorridere: poco tempo fa discutevo con un amico convinto che “In fondo ai suoi occhi” si possa leggere come una sorta di anomala e irrisolta storia d’amore (definizione spiazzante che personalmente considero perfetta per “L’uomo a pedali” ma che fatico molto a legare a questo romanzo, e penso che tu possa capirne i motivi meglio di chiunque altro). Ora il mio editore mi informa che domani (venerdì 11 febbraio), alle 18.00, alla Libreria Book di Reggio Calabria, ci sarà un incontro letterario intitolato “Amore è…!” all’interno del quale, fra gli altri, verrà letto anche qualche brano del mio romanzo. Evidentemente certe riflessioni mi inseguono. Peccato non poter essere presente: sarei molto curioso di vedere quali brani leggeranno e come legheranno le mie parole al tema della serata.
      Credo che questo pensiero sull’amore mi abbia condizionato un po’ anche nel reading di ieri sera al Tambourine. Hai presente quei momenti in cui hai in testa un concetto enorme che però non riesci a mettere a fuoco e, ogni volta che provi ad esprimerlo, hai l’impressione di dire cazzate? Ecco! Però è stata una serata molto tranquilla e piacevole e, a livello di lettura e di scelta dei brani, penso di aver fatto un buono spettacolo  (sono finalmente riuscito a mettere in scaletta anche “Stanza 47”, che da tempo mi ripromettevo di ripescare in qualche modo).
        Un abbraccio
          Rob

    alla guardarobiera nera
  • castagne tascabili

    Cara Elisabetta,
      i Pocket Chestnut sono delle belle persone: i compagni perfetti con cui condividere una bella serata e qualche birra. Anche per questo motivo la data con loro al Bloom è stata decisamente piacevole. Una bella occasione per rivedere dei vecchi amici e, sul palco, davanti ad un pubblico abbastanza numeroso, giocare un po’ a mischiare le carte con un reading breve ma bello denso, con una scaletta incazzata e provocatoria al punto giusto. Per citare una cara amica: “è stato bello”.
      “Dall’ultima volta che ci siamo visti, io ho avuto due bambini e tu hai scritto tre libri” mi ha detto una persona che non incontravo da parecchio tempo. Ecco: questa è una cosa su cui forse dovrei riflettere. Prima o poi dovrò farlo. Prima o poi. Non ora, per fortuna. Ora non ne ho proprio il tempo.
        Un abbraccio
          Rob
    p.s.: sabato 5 febbraio farò da moderatore alla presentazione del libro di Gigi Vergallo al Castello di Solza. Il prossimo appuntamento con le mie storie è fissato invece per il 9 febbraio quando, verso le 22.00, tornerò a leggere qualche brano in apertura della serata del Tambourine di Seregno (MB).

    castagne tascabili
  • arrosticini e tormente di neve

    Cara Elisabetta,
      credo che quella di Chieti sia destinata a restare nella mia memoria come la tappa più avventurosa di questo mio girovagare letterario: qualcosa paragonabile al Gavia del Giro D’Italia di Hampsten, se capisci cosa intendo.
      Già il fatto di essere riusciti ad arrivare alla libreria (grazie alla guida di Paolo, prode compagno d’avventure di Vincenzo Di Pietro), mentre una tormenta di neve paralizzava letteralmente tutte le ripide vie d’accesso al paese, credo sia stato un mezzo miracolo. Il fatto che poi, mentre davamo già per scontato di dover annullare tutto, qualcuno sia stato così folle da uscire di casa e sfidare le strade palesemente impraticabili per venire a sentire gli sproloqui di due romantici rincoglioniti, è invece un miracolo completo.
      E’ stata una presentazione strana, estremamente confidenziale (ma, d’altra parte, visto il meteo, non poteva essere altrimenti) e, credo, con la mia peggiore performance personale in assoluto. Ma è stato un week-end molto piacevole, fra il mare in tempesta, una neve aggressiva, la proverbiale calorosissima ospitalità abruzzese e gli arrosticini di Montesilvano.
        Un abbraccio
          Rob
    p.s.: giovedì (27 gennaio), alle 22.00, tornerò a calcare il palco del Bloom con una piccola apparizione all’interno del concerto dei Pocket Chestnut.
    p.p.s.: sul webmagazine SuccoAcido è possibile leggere una mia lunga intervista. Ecco il link:  http://www.succoacido.net/showarticle.asp?id=841#ita

    arrosticini e tormente di neve
  • ventigennaioduemilauno

    Cara Elisabetta,
      te lo ricordi, vero, quel mio vecchissimo racconto intitolato “Come non dirsi addio”?
      Quante volte mi è capitato, quando ci eravamo appena conosciuti, di accennarti a tutto ciò che non ha mai smesso di respirare attorno a quelle righe? Quante volte, fin dall’uscita di “Tutto passa invano”, mi è capitato di concludere un reading con quel brano? E quante volte, introducendo quella lettura, mi è capitato di raccontare che quel frammento di vita si intitolava, in origine, “20-01-2001”, anche se poi decisi di pubblicarlo con un altro titolo? Tante. Troppe, forse.
      Lo so che tu non c’entri nulla con questa storia. Lo so che di queste cose abbiamo già parlato fino allo sfinimento. Lo so che è una storia vecchissima. E so anche come la pensi a riguardo. Quello che non so è che effetto potrà farmi, dopodomani, alzarmi dal letto e pensare che dagli istanti fotografati in quelle parole sono passati (“invano”) esattamente dieci anni.
      Dieci anni. Hai idea di quanti aeroplanini di carta si possano lanciare, in dieci anni?
      Forse è anche per esorcizzare il fantasma di questa personalissima ricorrenza che nelle prossime settimane tornerò a raccontare le mie storie in pubblico: prima con una data in Abruzzo poi, nel giro di un pugno di settimane, con un poker di appuntamenti lombardi in situazioni sempre diverse fra loro e con amici sempre diversi al mio fianco.
      Si parte sabato (22 gennaio), alle 17.30, con una presentazione di “In fondo ai suoi occhi” alla Libreria De Luca di Chieti. Per fortuna quel giorno avrò al mio fianco l’amico Vincenzo Di Pietro che modererà l’incontro e limiterà il mio inevitabile divagare in storie ormai troppo vecchie.
        Un abbraccio
          Rob
    p.s.: intanto quel racconto è, ormai da tempi immemorabili, in download sul mio sito.

    ventigennaioduemilauno
  • trentundodiciduemiladieci

    Cara Elisabetta,
      è inutile nasconderlo: per quanto ci si sforzi di fare i cinici e affermare che il 31 dicembre è solo una data come un’altra, quando arriva questo periodo dell’anno viene naturale trovarsi a fare qualche bilancio dei dodici mesi appena trascorsi.
      Per quanto mi riguarda, credo che questo 2010 sia stato l’anno più intenso e girovago della mia vita. Un anno di continui viaggi su e giù per l’Italia, di promesse mantenute e di splendidi sorrisi di passaggio. Un anno ricco di momenti da non dimenticare ed impreziosito da un paio di nottate da raccontare (“ai figli che non avremo”, direbbe qualcuno): soprattutto una, a fine maggio, aspettando l’alba su una gradinata con l’impressione netta che, per una volta, tutto potesse essere assolutamente perfetto.
      Visto che da troppo tempo non ho modo di ammorbardi con la musica che ascolto, provo ad improvvisare una play-list delle canzoni che hanno segnato questo mio anno:
    1- Le Luci Della Centrale Elettrica – “Quando tornerai dall’estero”
    2- Massimo Volume – “Le nostre ore contate”
    3- Virginiama Miller – “La carezza del Papa”
    4- Non Voglio Che Clara – “L’estate”
    5- Baustelle – “Le rane”
    Mi fermo a 5, come insegnava il buon Hornby, per non deprimerti troppo… ma ci sarebbero da citare anche “Settembre” dei Dilaila, “Legno Bianco” di Andrea Cola, “De Pedis” degil Amor Fou, “I superstiti” di Iosonouncane e forse anche qualcos’altro. Ma per ora basta così.
        Buon anno, ragazza.
          Rob

    trentundodiciduemiladieci
  • buon Natale 2010!

    Cara Elisabetta,
      buon Natale! Solo questo: buon Natale.
      In realtà volevo parlarti anche di altre cose, ma è (quasi) Natale ed a Natale è giusto non pensare a nulla. A Natale, forse, è davvero giusto fermarsi a guardare le luci dell’albero e pensare soltanto che è Natale, che fuori c’è la neve e che, almeno per questi pochi istanti, va tutto bene così.
      Cerca di passare delle feste serene, amica mia.
        Un abbraccio
          Rob

    buon Natale 2010!
  • the story of a confused girl

    Cara Elisabetta,
      alla fiera di Roma capita sempre di incrociare personaggi stravaganti. La palma dell’incontro più simpatico, quest’anno, va sicuramente a una signora americana che, durante l’aperitivo allo stand di Falzea, è rimasta a lungo a farmi domande in inglese sui miei libri e il mio lavoro (il mio editore va dicendo in giro che, alla prima domanda, io mi sarei girato verso di lui chiedendogli laconico: “ma che cazzo sta dicendo questa?”. Ma ovviamente io smentisco categoricamente questa indiscrezione. Eh eh eh). Certo però è stato divertente cercare di arrampicarmi sul mio inglese pressoché inesistente per cercare di spiegare le mie storie.
      In generale è stata una trasferta tranquilla e molto rilassata sotto ogni punto di vista. Chissà… forse anche l’universo attorno a me ha capito che, dopo un mese così intenso, iniziavo ad avere bisogno di rallentare un po’ i ritmi. Comunque ho portato anche i tuoi saluti al tuo amico della seconda finestra.
      Un abbraccio
        Rob
    p.s. mentre inizio a godermi qualche settimana di relax, sabato (11 dicembre), al Castello di Solza (BG), farò da moderatore alla presentazione di un bel libro di Alberto Caprara intitolato “Pirata, mammuth e cecchino”.

    the story of a confused girl
  • la prima neve

    Cara Elisabetta,
       ci voleva proprio, questa nevicata, per rallentare un po’ i pensieri caotici di questo periodo convulso. O forse per rendere tutto ancora più irreale. D’altra parte a me la neve ha sempre dato questa senso surreale di serenità ovattata, come quella sera di non molti anni fa in cui, per puro caso, ci ritrovammo insieme a guardare i primissimi fiocchi bianchi fare timidamente capolino fra le luci dei lampioni. Ti ricordi?
      Prima di iniziare a calarmi nell’atmosfera natalizia, mi attende un ultimo viaggio: sabato sarò nuovamente a Roma dove, alle 19.00, sarò ospite dello stand di Falzea alla fiera “Più Libri più Liberi” (al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Stand D09) per un aperitivo\incontro molto informale con i lettori. Sarà l’ultimo impegno semi-ufficiale di questo intenso 2010, anche se l’apertura del nuovo anno si preannuncia altrettanto interessante e c’è già qualche appuntamento in agenda.
      Ti terrò come sempre aggiornata.
        Un abbraccio
          Rob

    la prima neve
  • mare d’autunno

    Cara Elisabetta,
      ormai mi sto affezionando ai ritmi serrati di questo periodo girovago e confuso. Mi piace il senso di straniamento che provi nella frazione di secondo in cui apri gli occhi in albergo e, con i pensieri ancora completamente intorpiditi, cerchi di ricordarti dove sei. Ed è bello incontrare di continuo nuovi sorrisi, incrociare nuovi sguardi, stringere nuove mani e scoprire nuovi angoli di mondo.
      Anche il mare d’inverno mi ha riservato delle piacevolissime sorprese: il Caffé Assenzio è davvero un luogo magico, con un’atmosfera magnificamente distesa ed un pubblico cordiale ed attento. Credo sia il localino prezioso che ognuno sogna di avere sotto casa. Sono stato proprio bene, anche a dispetto del dedalo di sensi unici che rendono la viabilità di Rimini una delle cose più contorte in cui mi sia mai imbattuto.
      Sto capendo sempre meno di ciò che sta concretamente accadendo attorno a me nel caos di queste settimane, ma credo sia bello che, da un libro come “In fondo ai suoi occhi”, stiano scaturendo tanti momenti e tante sensazioni. E’ uno scambio continuo fra vita e parole. Sensazioni che generano altre sensazioni. Ed è solo l’inizio (o almeno spero).
        Un abbraccio
          Rob

    mare d’autunno
  • sampietrini

    Cara Elisabetta,
      Roma riesce sempre a sorprendermi ed affascinarmi: non so se sia merito dei molti sampietrini in mezzo ai quali, come tu mi insegni, mentre cammini rimangono incastrati i pensieri (tra l’altro, chissà che non ci sia un collegamento fra i sampietrini romani e il pavé delle Fiandre. Ammesso che questo pensiero possa avere senso), però è così.
      Di certo, dopo questo week-end, dovrei fare un monumento a Vincenzo Di Pietro che, oltre ad essere stato un magnifico compagno con cui dividere il palco, si è prodigato parecchio perché il mio soggiorno romano risultasse piacevole e tutto funzionasse per il meglio. Sono stati davvero due bei giorni, pregni di sensazioni positive e sorprese, culminati con un reading ben riuscito, con un’atmosfera decisamente colloquiale e serena come piace a me.
      Ora tocca a Rimini: sabato, alle 21.30, porterò “In fondo ai suoi occhi” al Caffè Assenzio (via Bilancioni 14. Un localino di cui mi hanno parlato molto bene). Chissà se anche il mare d’inverno saprà sorprendermi come i sampietrini…
        un abbraccio
          Rob
      p.s.: rientrando a casa ho trovato una mail del mio editore che mi segnala una bella recensione del romanzo uscita pochi giorni fa sul portale I-libri.com. Casomai ti interessi, puoi leggerla qui: http://www.i-libri.com/in-fondo-ai-suoi-occhi-di-roberto-bonfanti.html

    sampietrini
  • domande sbagliate

    Cara Elisabetta,
      certo che l’universo è proprio bizzarro, eh? Ho visto segnali curiosi, in giro, in questi giorni. Mi sto ancora domandando se sia il caso di approfondire o se sia meglio lasciare tutto così com’è. E, proprio mentre rifletto su questa cosa, mi trovo a fare spesso i conti con la domanda che, più di ogni altra, sembra incuriosire i primi lettori del romanzo: “ma Elisabetta esiste realmente? Chi è?”. Come se questo dettaglio possa cambiare qualcosa o avere la benché minima importanza. Allora sorrido, scrollo le spalle e do risposte evasive. Mi torna in mente quella frase di Vecchioni: “tanto che imposta, a chi ti ascolta, se lei c’è stata o non c’è stata e lei chi è?”.
      Intanto venerdì sarò a Roma, per un reading alla Libreria Flexi (via Clementina 9 – rione Monti. Praticamente a pochi passi dal Colosseo) alle 21.30. Questa volta, all’interno della presentazione, avrò il piacere di ospitare anche Vincenzo Di Pietro, un amico e scrittore di talento (se ti capita, leggi il suo “Zona di guerra”) con cui ho avuto già occasione di dividere il palco in un paio di occasioni. Un personaggio che dovresti conoscere. Penso proprio che ci divertiremo anche questa volta.
        Un abbraccio
          Rob
      p.s.: grazie allo staff del Bloom, sono riuscito a entrare in possesso di qualche foto delle presentazione di mercoledì scorso fatta da uno spettatore. Te ne mando qualcuna.

    domande sbagliate
  • vodka, soda e anima nera

    Cara Elisabetta,
      è andata molto bene. O almeno credo. O, meglio, così mi hanno detto.
      In realtà io sono entrato in totale “trance da palco” cinque minuti prima di iniziare e, da allora, ho capito ben poco di ciò che mi accadeva intorno, limitandomi lasciare che fosse il flusso dei pensieri e delle parole a portarmi dove voleva. Ed evidente mi ha postato nei luoghi giusti, anche se forse -detto fra noi- alcuni di questi posti devo ancora imparare a gestirli al meglio.
      E’ stato bello. E’ stata una serata molto informale, con un’atmosfera estremamente rilassata, tanta gente e il bar del Bloom pieno di sorrisi e di aeroplanini di carta. Più una festa con tanti amici, insomma, che una presentazione canonica. Ma così doveva essere.
      Credo di dovere un ringraziamento enorme a Paola P. e Genny che mi hanno prestato le foto (davvero belle!) proiettate durante il reading. E soprattutto a Valeria, la responsabile della rassegna “Attenzione! Scrittura fresca”, che, oltre ad essere stata un vero vulcano di idee, ha fatto un lavoro enorme per allestire al meglio lo spazio, gestire le mie paranoie e far sì che tutto funzionasse come doveva.
      Ora ho qualche giorno di relax, poi, il 12, si torna in scena a Roma.
        un abbraccio
          Rob
      p.s.: dimenticavo… tempo fa, Valeria mi aveva proposto di usare le immagini di un film per fare da “sottofondo visivo” alla serata. Io avevo pensato di scegliere “2046” Wong Kar-Wai, anche se l’idea è stata poi abbandonata preferendo le foto di Paola e Genny. Ieri, mentre mi rilassavo prima di andare al Bloom, ho acceso un canale a caso di Sky e… indovina un po’ che film c’era? Curiosa coincidenza, no? Tra l’altro era parecchio che non rivedevo quel film.
     p.p.s: la ricetta del cocktail che lo staff del bar del Bloom ha dedicato al libro è: 1/3 vodka; 1/3 soda; 1/3 anima nera.

    vodka, soda e anima nera
  • una panchina e 319 aeroplanini di carta

    Cara Elisabetta,
      è andata molto bene. O almeno credo. O, meglio, così mi hanno detto.
      In realtà io sono entrato in totale “trance da palco” cinque minuti prima di iniziare e, da allora, ho capito ben poco di ciò che mi accadeva intorno, limitandomi lasciare che fosse il flusso dei pensieri e delle parole a portarmi dove voleva. Ed evidente mi ha postato nei luoghi giusti, anche se forse -detto fra noi- alcuni di questi posti devo ancora imparare a gestirli al meglio.
      E’ stato bello. E’ stata una serata molto informale, con un’atmosfera estremamente rilassata, tanta gente e il bar del Bloom pieno di sorrisi e di aeroplanini di carta. Più una festa con tanti amici, insomma, che una presentazione canonica. Ma così doveva essere.
      Credo di dovere un ringraziamento enorme a Paola P. e Genny che mi hanno prestato le foto (davvero belle!) proiettate durante il reading. E soprattutto a Valeria, la responsabile della rassegna “Attenzione! Scrittura fresca”, che, oltre ad essere stata un vero vulcano di idee, ha fatto un lavoro enorme per allestire al meglio lo spazio, gestire le mie paranoie e far sì che tutto funzionasse come doveva.
      Ora ho qualche giorno di relax, poi, il 12, si torna in scena a Roma.
        un abbraccio
          Rob
      p.s.: dimenticavo… tempo fa, Valeria mi aveva proposto di usare le immagini di un film per fare da “sottofondo visivo” alla serata. Io avevo pensato di scegliere “2046” Wong Kar-Wai, anche se l’idea è stata poi abbandonata preferendo le foto di Paola e Genny. Ieri, mentre mi rilassavo prima di andare al Bloom, ho acceso un canale a caso di Sky e… indovina un po’ che film c’era? Curiosa coincidenza, no? Tra l’altro era parecchio che non rivedevo quel film.
      p.p.s.: purtroppo, per una serie di vicissitudini, non ho foto dell’evento… però ti mando in allegato una delle foto di Paola che abbiamo proiettato.
      p.p.p.s: la ricetta del cocktail che lo staff del bar del Bloom ha dedicato al libro è: 1/3 vodka; 1/3 soda; 1/3 anima nera.

    una panchina e 319 aeroplanini di carta
  • sera di vigilia

    Cara Elisabetta,
        domani mattina, all’alba, i furgoni di RCS partiranno come ogni giorno dai loro magazzini ma, per la prima volta, insieme alle ristampe degli Adelphi, ai nuovi best-seller di casa Rizzoli o Bompiani e a chissà cos’altro, porteranno con sé, nel loro giro fra le librerie di tutta Italia, anche qualche copia di “In fondo ai tuoi occhi”.
        Da domani, insomma, quella storia non sarà più solo nostra e chiunque potrà leggerla, respirarne l’atmosfera e, in un modo o nell’altro, farla propria. Ammetto di essere piuttosto curioso di vedere quali reazioni susciterà, nonostante si tratti del mio libro più “puro”, scritto con la sola urgenza di mantenere la promessa e, al tempo stesso, raccontando la tua storia, cercare di mettere a fuoco tutta una serie di sensazioni convulse che avevo nelle ossa. Per questo vivo questa uscita senza ansie, con grande orgoglio e soddisfazione, ma anche con una certa curiosità.
        Ovviamente, quando ripasserai da queste parti, ci sarà una copia ad aspettarti. Come dedica, credo che ci scriverò una citazione di Vecchioni:
        “A te che mi hai ascoltato, tentando ci capire
        uno che parla al buio e non sa cosa dire.
        A te che mi hai truccato il mazzo delle carte
        perché vincessi ancora, da qualche parte.

        Curioso che, io che sulle dediche non so mai cosa scrivere, quella per te la abbia già pronta, vero? Ma è così: quella dedica la ho in mente già da parecchio tempo. Credo non ci possa essere nulla di più adatto.
            un abbraccio
                Rob

    sera di vigilia
  • 27 ottobre

    Cara Elisabetta,
      ormai ci siamo. Un paio di giorni fa Falzea mi ha confermato che “In fondo ai suoi occhi” uscirà ufficialmente in libreria il 27 ottobre.
      27 ottobre. Mi sembra una bella data, no? Certo, lo so che, fra noi due, sei tu quella brava a giocare con i numeri. Però “ventisette ottobre” suona proprio bene. Poi è giusto giusto una settimana prima della presentazione ufficiale al Bloom e di tutto ciò che ne seguirà.
      La sinossi sulla quarta copertina reciterà così:
      “Elisabetta ha i capelli scuri, due splendidi occhi grigio-azzurri e un sorriso sempre sereno capace di trasmettere lo stesso senso di forza e quiete del mare placido in una giornata di primavera. Impossibile, per chi la guarda, immaginare che dietro a quel volto perfetto e quella maschera di calma assoluta si possa nascondere un’anima inquieta, tormentata da ricordi dolorosi e costantemente alla ricerca di qualcosa che probabilmente nemmeno lei riesce ancora ad afferrare.
      Come i tratti grezzi della matita di un pittore ubriaco che abbozza un ritratto della luna per cercare di comprendere cosa si nasconde nel suo lato nascosto, le parole di Roberto Bonfanti raccontano questa storia dal sapore blues, pregna di vita e di scelte difficili, nel tentativo di tracciare un ritratto umano intimo, fragile, profondo e controverso dell’enigmatica protagonista.

      Che te ne pare? Spero solo di esserci riuscito degnamente, a tracciare quel benedetto ritratto…
      Ah… già che ci sono, ti allego anche la copertina del romanzo. Devo ammettere che questa volta i grafici di Falzea hanno fatto un gran bel lavoro: quell’immagine mi affascina molto e trovo rifletta molto bene ciò che volevo esprimere. Me ne sono innamorato fin da quando mi hanno sottoposto la prima proposta di bozza.
        Un abbraccio
          Rob

    27 ottobre

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