Autore: rob

  • recensione su I-Libri

    E’ un periodo decisamente denso e positivo per “Suonando pezzi di vetro”. Così, dopo GliAmantiDeiLibri e Libreriamo, anche il portale I-Libri ha appena pubblicato una recensione del mio nuovo romanzo.

    Clicca qui per leggere la recensione…

    recensione su I-Libri
  • recensione su gliamantideilibri.it

    Riflessivo, intimo e passionale“: con questi aggettivi il portale GliAmantiDeiLibri ha definito “Suonando pezzi di vetro” in una recensione da poco pubblicata.

    Clicca qui per leggere la recensione…

    recensione su gliamantideilibri.it
  • intervista su Libreriamo

    Il portale Libreriamo ha pubblicato oggi una mia intervista in cui racconto “Suonando pezzi di vetro” e ciò che gli ruota attorno.

    Clicca qui per leggere l’intervista…

    intervista su Libreriamo
  • rinviata la presentazione a Fidenza

    La presentazione di “Suonando pezzi di vetro” alla libreria La Vecchia Talpa di Fidenza (PR), inizialmente prevista per sabato 12 gennaio, è stata rinviata a data da destinarsi.
    Chiedo scusa agli amici emiliani e spero di poter comunicare quanto prima la nuova data.

  • ‘fanculo John Cusack (il video)

    ‘fanculo John Cusack“:  uno dei brani che ha maggiormente segnato i reading di presentazione di “Suonando pezzi di vetro”.
    In realtà questo video avrebbe dovuto essere una specie di pensierino natalizio, ma si sa che arrivo sempre in ritardo: poco importa che sia di dieci minuti, di qualche giorno o di tre anni.

  • catalizzando

    I tre giorni a Roma erano necessari. Nemmeno io mi rendevo conto di quandolo fossero, ma ne avevo decisamente bisogno.

    Sono stati giorni intensi, quelli vissuti nella Capitale, fra il reading negli spazi splendidamente accoglienti Cheese and Cheers, il caos frenetico di “Più libri più liberi”, le pochissime ore di sonno, le copie del libro firmate, lo spirito da gita scolastica, gli sguardi incrociati, i sorrisi di passaggio, gli amici rivisti, le confidenze fragili e stanche, i bicchieri di whisky, i progetti lavorativi, le risate poco lucide, le strade sbagliate e molto altro. Sono stati giorni necessari.

    Mi sono sempre ripromesso di non fare ringraziamenti pubblici per evitare lo sgradevole retrogusto retorico che lasciano sempre, però questa volta devo davvero ringraziare Vincenzo Di Pietro, fedele compagno di ormai tante avventure, che ancora una volta ha voluto mischiare le sue storie con le mie dentro e fuori la scena portando molta sincerità e parecchie energie.

    catalizzando
  • tutte queste parole…

    Sono giorni che mi interrogo sul senso reale di tutto questo scrivere, e trovare risposte non aleatorie sembra sempre più complesso. Probabilmente aveva ragione il professor Vecchioni. Ma forse questo non è il momento per abbandonarsi a queste riflessioni.

    L’incontro con i ragazzi di San Vittore è stato, come sempre, una grande emozione. Varcare il portone del carcere e confrontarsi direttamente con le persone che lo popolano è un’esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita: non solo perché quei ragazzi sono la platea più attenta, schietta e vera che si possa incontrare, ma anche perché parlare con loro è sempre un bel modo per arricchirsi umanamente e vedere le cose in una prospettiva completamente diversa e magnificamente concreta.

    Questa prima fase della promozione di “Suonando pezzi di vetro” si chiuderà nei prossimi giorni con una doppia trasferta a Roma: giovedì (6 dicembre), verso le 22.00, farò un reading al Cheese and Cheese Bistrot (via Paola Falconieri, 47b – quartiere Monteverde) all’interno del quale avrò il piacere di ospitare l’amico Vincenzo Di Pietro (che per l’occasione presenterà il suo “Baraonda!”) creando con lui un intreccio molto particolare ed intenso di storie e di pensieri.
    Venerdì (7 dicembre) invece, alle 18.00, passerò a trovare lo staff di Edizioni Del Faro alla fiera “Più libri più liberi” (palazzo dei Congressi – EUR) e sarò loro ospite (stand B20) per un paio d’ore per fare due chiacchiere informali con i passanti.

    tutte queste parole…
  • ‘fanculo John Cusack

    ‘Fanculo John Cusack e la sua inglesina”: sarebbe questo il titolo ideale per questo giro di presentazioni del nuovo romanzo, visto che l’unico punto fermo dei miei reading è da subito diventato il monologo semi improvvisato su “Serendipity” (?) che si arricchisce ogni volta di nuove sfumature e nuovi significati.

    La serata a Rimini è scivolata via piacevole, con un’atmosfera molto distesa e le giuste dosi di malinconia e leggerezza. Ora (martedì mattina) tocca San Vittore: forse l’appuntamento che più mi sta a cuore. O quanto meno quello di cui credo di avere più bisogno in questo momento a livello personale.

    ‘fanculo John Cusack
  • a proposito di Neverlab

    Fra una cosa e l’altra, non ho ancora avuto modo di dire due parole su Neverlab Libri e spiegare cosa rappresenta quel marchio sulla quarta copertina del libro.
    Si tratta di un progetto anomalo, nato dall’incrocio non casuale fra la curiosità dei ragazzi di Neverlab -da tempo attivissimi nel mondo della musica- di provare ad ampliare i loro confini cimentandosi con altre esperienze e la mia esigenza personale, dovuta a diversi fattori, di staccarmi dalle dinamiche dell’editoria tradizionale per cercare nuovi stimoli riappropriandomi di un modo di lavorare più “mio”, confrontandomi con persone che mi conoscono da tempo e provengono da un percorso umano molto vicino a me.

    “Suonando pezzi di vetro” è stato il primo passo: quello che riserverà il futuro credo sia assolutamente impossibile da prevedere. Di certo nei prossimi mesi, con lo stesso marchio, si organizzeranno anche alcuni reading di altri autori, editi da altre realtà, all’interno delle serate musicali firmate dalla stessa Neverlab, come per esempio la presentazione di “Storie dentro storie” (L’erudita Editrice) di Giovanna Astori che si terrà venerdì (23 novembre) a Bergamo, al Polaresco.

    Intanto giovedì (22 novembre), alle ore 21.30, sarò a Rimini per raccontare “Suonando pezzi di vetro” al Circolo Milleluci (via Isotta degli Atti, 8). Vedremo cosa mi riserverà questa volta la costa adriatica…

    a proposito di Neverlab
  • lontano da Hollywood

    Credo di dover raccontare qualcosa sulla serata del Polaresco, anche se sinceramente non so se ne ho voglia, soprattutto per il rischio che si corre sempre in queste occasioni di finire con lo sbrodolarsi addosso dicendosi “quanto siamo bravi, Dio, ma come siamo bravi”.

    Penso che, nonostante il filo di tensione che accompagna ogni nuovo esordio, sia stata una buona presentazione, soprattutto grazie a un finale improvvisato buttando via testi e appunti che per me è stato qualcosa di liberatorio. Credo che quel finale sia stato uno di quei momenti in cui ti guardi alle spalle e finalmente ti sembra di vedere tutto un pochino più chiaro e allora puoi permetterti il lusso di dire (a te stesso) le cose come stanno.

    Probabilmente ci sarebbero anche dei ringraziamenti da fare, ma nei ringraziamenti non sono mai stato bravo. Poi comunque i ringraziamenti sono già tutti lì, fra le righe. Anche nelle parole che, come a volte mi capita, mi hanno preceduto di parecchio.

    lontano da Hollywood
  • inquadratura fissa

    Venerdì (9 novembre), poco dopo le 21.00, presenterò “Suonando pezzi di vetro” e il progetto Neverlab Libri con un reading a Bergamo, presso lo spazio Polaresco (via del Polaresco, 15 – quartiere Longuelo), in apertura della serata organizzata dalla stessa Neverlab.

    Per l’occasione, insieme al libro, saranno disponibili anche dei piccoli gadget a tema realizzati apposta per il romanzo dai miei ragazzi di San Vittore: si tratta di quadernini confezionati a mano con grande cura che porterò poi con me anche nelle prossime presentazioni.

    Oltretutto è curioso anche che proprio la stessa sera, a qualche centinaio di chilometri di distanza, i Valentina Dorme presenteranno la riedizione del loro storico album “Capelli Rame”. Un brano di quel disco viene citato direttamente proprio al centro del romanzo: chissà che la coincidenza non sia di buon auspicio.

    inquadratura fissa
  • le parole sussurrate

    Domani esce ufficialmente “Suonando pezzi di vetro”, sia in versione ebook (a 3,49 euro) che come libro tradizionale (a 13 euro).

    Giuliano Dottori, in un brano che ho amato molto, cantava: “le parole sussurrate non contano”. Ecco: per quanto mi riguarda invece, nel caso di questo libro, sono convinto che le frasi sussurrate, i piccoli dettagli di contorno, la copertina, le parole scritte fuori dalla storia o nascoste molto in piccolo fra le righe, contino moltissimo. Forse ancora più della storia in sé. Credo sia soprattutto per via di queste cose che ho la sensazione di vivere questo libro e tutto ciò che gli ruota attorno come la personale chiusura di una sorta di cerchio.

    Ma, certo, queste sensazioni molto personali, e forse non è nemmeno il momento per fare bilanci o perdersi in questi pensieri. Per ora godiamoci questo periodo promozionale e il gusto di raccontare al mondo i miei pezzetti di vetro.

    le parole sussurrate
  • suonando pezzi di vetro

    Suonando pezzi di vetro“: si intitola così il mio nuovo romanzo, pubblicato dal neonato progetto Neverlab Libri con il supporto di Edizioni Del Faro.
    Esce ufficialmente il 6 novembre, sia in versione fisica che in ebook, ma è già possibile ordinarlo in anteprima sul sito di Edizioni Del Faro (www.edizionidelfaro.it).

    La sinossi recita così:
    Il diario del ritorno sul palco di un giovane musicista dopo un periodo di lontananza dai riflettori. Un diario sincero e fragile, scandito a ritmo di musica, di poche settimane destinate a segnare l’esistenza del protagonista. Poche settimane vissute fra la quotidianità di un lavoro qualunque, le serate in sala prove o in tour con i compagni di una vita e la ricerca di una stabilità emotiva. Costantemente in bilico fra le inquietudini di un passato in eterno ritorno e l’esigenza di un nuovo equilibrio e nuovi lampi di serenità. Un romanzo crudo e diretto, figlio del caos di questi anni senza identità.

    La foto di copertina, a cui sono particolarmente affezionato, è opera di una cara amica dal talento straordinario ancora tutto da scoprire.

    “Suonando pezzi di vetro” verrà presentato venerdì 9 novembre a Bergamo presso lo Spazio Polaresco. A seguire sarò a Rimini il 22 novembre, a Roma il 6 dicembre e a Fidenza (PR) a gennaio.

    suonando pezzi di vetro
  • cinque anni dopo

    Esattamente cinque anni fa usciva “Tutto passa invano”: un insieme di racconti ripescati dai miei cassetti e pubblicati davvero senza nessun tipo di attesa, solo per l’esigenza di fissare definitivamente nel tempo alcuni pensieri che mi inseguivano ormai da troppo tempo. A posteriori credo sia un libro molto grezzo, estremamente personale e sincero, a tratti ingenuo eppure, per quanto mi riguarda, ancora denso di significati.
    Aprendone una pagina a caso mi è caduto l’occhio su una delle poesiole conclusive:

    Scavo tuttora macerie inquiete
    di un mondo crollato ad un soffio di vento
    e riscrivo sempre la stessa poesia
    con parole diverse perché non sembri vera

    Conosco un uomo che ama i fantasmi
    e si crogiola all’ombra di sogni usa e getta
    Non toccare la meta gli dà sicurezza
    Sia mai che un approdo deluda le attese

    Era il ragazzo che amava le fiabe
    ma non ha saputo mai scriver la sua
    Non ci crede più ma continua a cullarla
    La realtà è il tempo morto fra un verso ed un altro

    cinque anni dopo
  • sono ancora vivo

    Ok. Sono ancora vivo. O almeno credo.
    Sono stati mesi intensi, questi ultimi. Mesi emotivamente impegnativi che, sotto certi aspetti, mi sembra siano durati anni. Cose da raccontare ce ne sarebbero fin troppe, ma per fortuna ci sarà tutto il tempo per dire tutto ciò che c’è da dire e continuare a tacere ciò che c’è da tacere. Anche se domani è già l’ultimo giorno d’estate.
    Intanto iniziamo a riaprire una finestra sul mondo con questo nuovo sito la cui veste grafica è, fra le altre cose, impreziosita da uno sfondo che trovo molto bello e significativo.

    sono ancora vivo
  • …e non si scioglie mai

    Cara Elisabetta,
    solo una manciata di giorni fa ho fatto il reading più intenso, privato e significativo della mia vita. Avrei davvero tantissime cose da dire a riguardo, ma forse è bene che certi pensieri e certi ricordi restino semplicemente un dono per chi c’era e ha voluto vivere con me una splendida nevicata attesa per troppo tempo. In questi giorni, a dire il vero, non mi va nemmeno di scrivere: vorrei solo continuare a vivere quella meravigliosa tormenta di neve e sperare che non debba mai finire.
    Ciò che invece ti posso raccontare, tornando ad argomenti più terreni, è che il 15 marzo e il 12 aprile, su richiesta dei miei ragazzi di San Vittore che si mostrano sempre più interessati ai miei lavori, tornerò da loro per presentargli “In fondo ai suoi occhi”. Penso che sarà divertente, tornare a parlare di te. Anche se molto probabilmente il discorso finirà col volgere anche altrove.
    A proposito di San Vittore: il progetto sulla riscoperta dei cantautori continua a procedere a gonfie vele, tanto che nell’appuntamento di fine marzo avrò il piacere di ospitare il professor Roberto Vecchioni in carne e ossa, che verrà a strimpellare qualche canzone e raccontare ai ragazzi qualcosa di sé.
    Dio t’bendessa, ragazza
    Rob

    …e non si scioglie mai
  • manca la neve

    Cara Elisabetta,
      ci vorrebbe una bella nevicata, per cambiare il panorama di questi ultimi giorni dell’anno e scombinare davvero le carte. Ne avverto più che mai il bisogno, in questo periodo.
      Se devo dirla tutta, non mi sembra possibile che il 2011 sia già giunto alla fine: questi ultimi trecentosessantacinque giorni mi sono scivolati fra le dita così velocemente da non riuscire proprio a coglierne il significato o tracciarne uno straccio di bilancio, per cui evito i classici discorsi da fine anno, i resoconti e i buoni propositi da dimenticare prima dell’Epifania. Forse avrei giusto un paio di piccoli desideri per l’anno nuovo, ma ovviamente non li dirò altrimenti, come insegna la tradizione, non si realizzeranno mai.
        Un abbraccio e soprattutto, come diceva Lindo: buon anno, ragazza.
          Rob
    p.s.: giusto per tornare a parlare di noi, qualche giorno fa sul webmagazine Fucine Mute è uscita una mia intervista. Se ti capita, la puoi leggere a questo link:
    http://www.fucinemute.it/2011/12/roberto-bonfanti-breve-viaggio-sentimentale/

    manca la neve
  • rum e cioccolato

    Cara Elisabetta,
      esattamente un anno e tre giorni fa “In fondo ai suoi occhi” arrivava sugli scaffali delle librerie. Un anno. Un anno soltanto. Sembra incredibile: a me sembra tutto molto più lontano, come se in questi dodici mesi sia stato condensato un tempo decisamente più lungo. Tante cose mi sembrano diverse, oggi, rispetto alla realtà emotiva di quel romanzo. E probabilmente è giusto così.
      Il reading della scorsa settimana a Roma, insieme a Vincenzo Di Pietro e Raffaella Stacciarini, è stato per me l’occasioni di provare ad esplodere uno dei microcosmi de “L’uomo a pedali” e rendere omaggio a un personaggio a cui devo molto. E’ stato molto bello e l’intreccio della mia storia con quelle di Raffaella e Vincenzo ha creato qualcosa di davvero particolare e, per quanto mi riguarda, interessante. Oltretutto ci siamo anche divertiti parecchio, fra short di rum, bicchierini di cioccolato, buon vino e tante risate.
      Anche il progetto con i ragazzi di San Vittore continua a crescere. Dopo i piacevoli incontri dedicati ai testi Fabrizio De André e Roberto Vecchioni, nei prossimi appuntamenti, in cui parleremo di Francesco De Gregori (il 28 novembre) e Giorgio Gaber (a dicembre), proporrò ai ragazzi anche l’ascolto di qualche canzone.
        Un abbraccio
          Rob

    rum e cioccolato
  • il cielo capovolto

    Cara Elisabetta,
      fra i brani più recenti di Roberto Vecchioni c’è una frase che recita: “Non lo so se è meglio vivere che scrivere. So che scrivo perché forse non so vivere”.
      Quella frase mi ha folgorato mentre preparavo i brani da proporre lunedì mattina (24 ottobre) ai ragazzi detenuti a San Vittore durante l’appuntamento mensile con loro per il progetto “Nella mia ora di libertà”, che in questa occasione, dopo l’entusiasmo raccolto il mese scorso con il reading su De André, sarà dedicato proprio ai testi di Vecchioni.
      Questa volta, appena uscito dal carcere, salterò su un treno per Roma dove martedì sera (25 ottobre, alle 21.00) avrò il piacere di condividere ancora il palco con Vincenzo Di Pietro e Raffalla Stacciarini. Per la data romana di presentazione di “Senza te” di Vincenzo, organizzata dall’Arci Lesbica al Cheese and Cheers Bistrot (via Paola Falconieri, 47/b), abbiamo preparato tutti insieme uno spettacolo molto particolare in cui le nostre storie si intrecceranno diventando un corpo unico. Penso che ci si divertirà, anche perché, ad accompagnare le nostre parole, ci saranno cioccolato e rum.
      Mentre ti racconto queste cose però mi sta venendo un dubbio: e se fosse che invece si scrive PER vivere? Se vivere e scrivere si rincorressero a vicenda? Ci hai mai pensato? Per me, in fondo, è sempre stato così.
        Un abbraccio
          Rob

    il cielo capovolto
  • canzoni senza musica

    Cara Elisabetta,
      lunedì (26 settembre) tornerò ancora una volta a San Vittore, ma questa volta non sarà per raccontare le mie storie bensì per una sorta di incontro-reading dedicato alla figura di Fabrizio De André e alle sue parole. Racconterò De André ai detenuti, leggerò alcuni dei suoi testi e mi confronterò poi con i ragazzi sulle sensazioni e le impressioni generate da quelle parole. Insomma, non sarà una lezione né un reading canonico o un semplice tributo: sarà soprattutto una nuova importante occasione di confronto.
      Questo appuntamento sarà anche l’inizio di una mini-rassegna carceraria intitolata “Nella mia ora di libertà – storie di cantautori e canzoni senza musica” che mi porterà, almeno fino a fine anno, a varcare una volta al mese i cancelli di San Vittore per leggere e raccontare ai detenuti le storie dei nostri più importanti cantautori con una serie di incontri “monografici”.
      E’ un progetto nato quasi per caso dopo i due reading che ho tenuto in carcere prima dell’estate, ma credo sia qualcosa ci molto molto importante e significativo. E non ti nascondo che l’idea di leggere De André, soprattutto in un ambiente come San Vittore, mi emoziona parecchio.
      Un abbraccio
        Rob
    p.s.: Scrivendo queste righe mi è tornato in mente che nel gennaio del 2005 organizzai, insieme a Kronic, un tributo a De André e alla canzone d’autore in un locale di Milano che si chiamava Pow Wow. Ci suonarono diversi musicisti e venne a trovarci davvero parecchia gente. Certo, si tratta di due contesti e due progetti completamente diversi, ma non posso non pensare a quante cose sono cambiate da allora… e al fatto che evidentemente è proprio vero che quelle davvero importanti sono destinate, in un modo o nell’altro, a rimanere sempre con noi. Come le parole che avrò l’onore di poter leggere lunedì, appunto.

    canzoni senza musica

Archivio:

I miei libri:

Contattami: