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cinque anni a pedali
Esattamente cinque anni fa usciva “L’uomo a pedali”: il mio primo romanzo completo, dopo i racconti di “Tutto passa invano”, e la prima esperienza con un vero editore e con una grandissima distribuzione, ma soprattutto, per quanto mi riguarda, il mio lavoro a cui continuo a essere più legato e in cui sento di essere riuscito a condensare tutta una serie di cose che avevo dentro da una vita.
Ogni volta che mi capita di riparlare di quel libro mi rendo conto che c’è ancora molto di me, del mio mondo e del mio immaginario, nella storia di Sergio, nella sua lunga pedalata notturna, nei suoi tentativi di fuga da se stesso o dal mondo intero, nei suoi sogni, nelle sue disillusioni, nei suoi ricordi, nelle sue malinconie e nei suoi amori eternamente incompiuti.
Mi piacerebbe, prima o poi, una volta scaduti i vari vincoli contrattuali che lo legano, riprendere in mano quella storia e dargli, in qualche modo, una nuova vita. Anche se per poterlo fare davvero bisognerà aspettare ancora qualche anno. -
Nicovid in video
Come ho già avuto modo di dire, è stato davvero un piacere, dare il mio piccolo contributo, insieme al resto della combriccola di Neverlab, al reading-concerto ispirato a “Nicovid” di Miky Marrocco. Il tour si è rivelato un insieme di esperienze umane davvero interessanti, e credo che lo spettacolo sia stato qualcosa di suggestivo e fuori dagli schemi, anche grazie alla partecipazione di ospiti musicali sempre diversi.
Il bravo Andrea Bonfanti ha realizzato un video con alcuni estratti della data del 27 marzo al Bloom di Mezzago. E’ possibile vederlo qui sotto (oltre a me, ci sono un Luca Barachetti in gran forma, Alexandra Lagorio e ovviamente l’autore Miky Marrocco). -
1 maggio 1994
E’ difficile non pensarci, al primo maggio di vent’anni fa.
Credo sia una delle poche giornate di cui ho scolpito nella memoria ogni singolo istante.
Facevo la terza media, quell’anno, e in quei tempi, nella mia scuola, ciò che identificava davvero quello che eri, più che la fede calcistica o la musica che ascoltavi, era una semplice scelta: o ti mischiavi alla massa dei ferraristi, oppure tifavi Ayrton. Era lì che nascevano le vere discussioni e, col senno di poi, scegliere di stare da una parte o dall’altra non era per nulla un fatto casuale, specie per me che all’epoca avevo due punti di riferimento abbastanza emblematici: Senna e Gianni Bugno.
Ricordo davvero tutto di quella domanica, e ricordo in modo incredibilmente nitido anche l’ingresso a scuola il giorno dopo, con tanti occhi increduli che non osavano nemmeno guardarsi e tutto l’istituto avvolto in un silenzio assoluto e straziante.
Da quel giorno non ho più guardato una gara di Formula 1, fedele già allora alla mia particolare “monogamia emotiva”. Ma non è questo il punto. E’ che ci sono delle date che, in un modo o nell’altro, segnano dei momenti di svolta fondamentali nella vita di una persona e per me il primo maggio di vent’anni fa è stato uno di quei momenti: il primo brusco impatto con una realtà in cui anche gli eroi possono morire. Una sorta di prima perdita dell’innocenza e dell’illusione, se vogliamo fare gli psicologi della mutua. -
i miei ascolti di aprile 2014
I dischi più ascoltati a casa mia in questo aprile di sorprese inaspettate e guerre sospese:
1. Le Luci Della Centrale Elettrica – “Costellazioni”
2. 3 Fingers Guitar – “Rinuncia all’eredità”
3. Giuliano Dottori – “L’arte della guerra vol.1” -
mentre gli angeli si accordano su dime
“…mentre gli angeli si accordano su di me, su come darmi un senso…” (l.m.)
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“IUS” di Enrico Ruggeri
C’è stato un periodo, qualche anno fa, in cui ero molto affascinato dalla musica sperimentale, dalle uscite Wallace, dai Tasaday e cose simili.
“IUS” di Enrico Ruggeri mi ha riportato a quel periodo e mi ha riconciliato con un certo tipo di approccio sonoro molto onirico, cupo e atipico. -
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viaggi temporali
“ho visto il futuro…”
Estra live al Tunnel.
Stanotte è il 1999. O forse il 1997.
Stanotte ho 19 anni. O forse 17.
Speriamo solo che domani non interroghino. E che a Liegi vinca Bugno. -
in questo naufragio che sembra sospeso
“…ma spingerò ancora più vita nell’aria, in questo naufragio che sembra sospeso…” (g.d.)
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le foto di Giordana Parizzi
Ecco qualche assaggio delle opere di Giordana Parizzi (Missofa), un’artista dalla creatività molto fuori dagli schemi.
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la parola “laico”
Ci sono cose che mi annoiano. Tipo quelli che infilano la parola “laico” assolutamente a caso in qualunque contesto. Anche quando avrebbero potuto usare allo stesso modo “supercalifragilistichespiralidoso”. Così, perchè tanto fa sempre figo.
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vent’anni fa…
Gironzolando per la rete, ritrovo questa chicca dell’aprile di vent’anni fa.
“La corsa più bella del mondo”, come diceva qualcuno. Edizione 1994. Forse una delle più belle, per quanto mi riguarda, con quegli ultimi 200 su cui credo di aver lasciato qualche anno di vita. -
“lei”
“Lei” l’ho visto ormai da qualche giorno, eppure mi capita di continuo di ripensarci e di parlarne. E’ un film molto carino, ma è soprattutto una miniera sconfinata di spunti di riflessione che sarebbe troppo complesso sintetizzare in queste poche righe, con alcuni momenti che ho sentito davvero vicini e tanti sassolini che mi si sono infilati nelle scarpe e mi si ripropongono di continuo. Da guardare.
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un racconto di Letizia Merello
Letizia Merello è una donna dall’animo irrequieto e la mente piena di idee.
Qui c’è un suo racconto nuovo nuovo su cui si potrebbe riflettere per giorni. Merita di essere letto. -
3 fingers guitar
Da oggi è possiblle ascoltare “Rinuncia all’eredità”, il nuovo album di 3 fingers guitar, in streaming su SentireAscoltare.
Io ho avuto la fortuna di ascoltarne il master già qualche mese fa e posso dire di esserne rimasto decisamente colpito. E’ un bel pugno dritto in faccia. Non è facile da gestire, ma ha una visceralità rara. -
i miei ascolti di marzo 2014
I dischi più ascoltati a casa mia in questo interlocutorio mese di marzo:
1. Riccardo Sinigallia – “Per tutti”
2. Le Luci Della Centrale Elettrica – “Costellazioni”
3. Una – “Una nessuna centomila” -
l’ingenuità di credere
“Avevamo l’ingenuità di credere che sentimenti belli e puri potessero annullare la frontiera tra sogno e realtà. Un po’ come un lettore finisce per credere che i personaggi del suo romanzo esistano davvero. Perché non può essere altrimenti. Perché, in caso contrario, il mondo diventerebbe un insulto alla sensibilità.” (T.Cohen)