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specialmente in gennaio
Un tempo mi veniva naturale sfruttare queste pagine per raccontare il mio personale modo di vivere ciò che mi accade attorno. Ultimamente invece mi rendo conto di avere pubblicato solo una serie di eventi e articoli. Sarà che ogni tanto c’è bisogno di un pochino di silenzio, o forse semplicemente di assimilare meglio le cose prima di poterle raccontare.
I prossimi giorni saranno comunque parecchio intensi, con due reading uno di seguito all’altro:Sabato (26 gennaio) sarò a Milano, allo Spazio Concept (via Vincenzo Forcella, 7), per aprire, in orario aperitivo, la Neverlab Night: un evento gratuito organizzato per celebrare la concomitanza del secondo compleanno di Neverlab con quello dello spazio che ci ospiterà. Il reading inizierà alle 19:00 e dopo di me, nel corso della serata, si susseguiranno sul palco l’ex Hogwash Enrico Ruggeri con l’affascinante progetto sperimentale “Musteri Hinna Föllnu Steina” e i Verbal.
Domenica (27 gennaio) sarò invece al circolo Arci Pintupi di Verderio Inferiore (LC – via A. Moro, 29 c\o campo sportivo) per una sorta di aperitivo-concerto-reading in cui le mie parole si alterneranno alle canzoni dei Pocket Chestnut. quartetto lombardo che propone un folk dalle tinte psichedeliche davvero piacevole e interessante. L’ingresso sarà gratuito con tessera Arci e anche in questo caso si inizierà verso le 19:00.
Ovviamente non ho idea di cosa racconterò e quali brani leggerò in queste due occasioni, però sono quasi certo che tornerò a portare con me sul palco qualche aeroplanino di carta che avevo accantonato durante le prime date di presentazione di “Suonando pezzi di vetro”.
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domani a San Vittore
Che giorno è lo so bene. Sull’anno invece mi piace avere ancora qualche dubbio.
In ogni domani mattina, su richiesta dei miei ragazzi di San Vittore, porterò in carcere le canzoni di Lucio Battisti. -
…ho cercato di estraniarmi da tutto
“[…] ho cercato di estraniarmi nuovamente da tutto perdendomi a fissare la locandina di un vecchio concerto di Cesare Basile proprio sulla parete di fronte a me. Ero quasi certo di esserci anche stato, a quel concerto, anche se non riuscivo a ricordare di preciso con chi ero né a mettere a fuoco i dettagli della serata. Però, pensandoci, ricordavo bene i brividi che mi erano corsi lungo la schiena mentre lui sul palco lasciava esplodere, inaspettato, il ritornello di “Bevi, stai su”: “Niente sarà come i fiori che volevi darle e che non ha avuto mai.” E ricordavo, per chissà quale motivo, la prima boccata d’aria fresca, uscendo dall’apnea asfissiante del locale senza riuscire a vedere le stelle fra i tetti dei palazzi e le luci dei lampioni. E ricordavo la nostalgia profonda di quelle stelle che avevo provato in quell’istante.”
(da Suonando pezzi di vetro) -
recensione su I-Libri
E’ un periodo decisamente denso e positivo per “Suonando pezzi di vetro”. Così, dopo GliAmantiDeiLibri e Libreriamo, anche il portale I-Libri ha appena pubblicato una recensione del mio nuovo romanzo.
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recensione su gliamantideilibri.it
“Riflessivo, intimo e passionale“: con questi aggettivi il portale GliAmantiDeiLibri ha definito “Suonando pezzi di vetro” in una recensione da poco pubblicata.
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intervista su Libreriamo
Il portale Libreriamo ha pubblicato oggi una mia intervista in cui racconto “Suonando pezzi di vetro” e ciò che gli ruota attorno.
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rinviata la presentazione a Fidenza
La presentazione di “Suonando pezzi di vetro” alla libreria La Vecchia Talpa di Fidenza (PR), inizialmente prevista per sabato 12 gennaio, è stata rinviata a data da destinarsi.
Chiedo scusa agli amici emiliani e spero di poter comunicare quanto prima la nuova data. -
‘fanculo John Cusack (il video)
“‘fanculo John Cusack“: uno dei brani che ha maggiormente segnato i reading di presentazione di “Suonando pezzi di vetro”.
In realtà questo video avrebbe dovuto essere una specie di pensierino natalizio, ma si sa che arrivo sempre in ritardo: poco importa che sia di dieci minuti, di qualche giorno o di tre anni. -
“dire qualcosa…”
“Lei è arrossita leggermente e io, sorridendo distratto, ho continuato per qualche altro istante a pensare al cd che avevo dimenticato sulla macchina di Valeria o forse, per non so quale ragione, a quel brano in cui Emidio Clementi urla: «dire qualcosa mentre si è rapiti dall’uragano: ecco l’unico fatto che possa compensarmi di non essere io l’uragano». In fondo forse la musica per me non è stata mai nient’altro che quello: un modo come un altro per lasciarmi travolgere dall’uragano dei miei pensieri più incontrollabili, delle mie malinconie più profonde e di tutte le cose che non sono mai riuscito a fermare, sperando forse così di poter saldare i conti con il rimpianto per non averlo mai saputo essere in prima persona, quel cazzo di uragano capace di sconvolgere davvero la vita e le cose.”
(da Suonando pezzi di vetro – pag. 138) -
catalizzando
I tre giorni a Roma erano necessari. Nemmeno io mi rendevo conto di quandolo fossero, ma ne avevo decisamente bisogno.
Sono stati giorni intensi, quelli vissuti nella Capitale, fra il reading negli spazi splendidamente accoglienti Cheese and Cheers, il caos frenetico di “Più libri più liberi”, le pochissime ore di sonno, le copie del libro firmate, lo spirito da gita scolastica, gli sguardi incrociati, i sorrisi di passaggio, gli amici rivisti, le confidenze fragili e stanche, i bicchieri di whisky, i progetti lavorativi, le risate poco lucide, le strade sbagliate e molto altro. Sono stati giorni necessari.
Mi sono sempre ripromesso di non fare ringraziamenti pubblici per evitare lo sgradevole retrogusto retorico che lasciano sempre, però questa volta devo davvero ringraziare Vincenzo Di Pietro, fedele compagno di ormai tante avventure, che ancora una volta ha voluto mischiare le sue storie con le mie dentro e fuori la scena portando molta sincerità e parecchie energie.
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Fabrizio Coppola e San Vittore
Fabrizio Coppola racconta sul suo blog l’incontro di un paio di settimane fa con i ragazzi di San Vittore per il progetto “Nella mia ora di libertà”.
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tutte queste parole…
Sono giorni che mi interrogo sul senso reale di tutto questo scrivere, e trovare risposte non aleatorie sembra sempre più complesso. Probabilmente aveva ragione il professor Vecchioni. Ma forse questo non è il momento per abbandonarsi a queste riflessioni.
L’incontro con i ragazzi di San Vittore è stato, come sempre, una grande emozione. Varcare il portone del carcere e confrontarsi direttamente con le persone che lo popolano è un’esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita: non solo perché quei ragazzi sono la platea più attenta, schietta e vera che si possa incontrare, ma anche perché parlare con loro è sempre un bel modo per arricchirsi umanamente e vedere le cose in una prospettiva completamente diversa e magnificamente concreta.
Questa prima fase della promozione di “Suonando pezzi di vetro” si chiuderà nei prossimi giorni con una doppia trasferta a Roma: giovedì (6 dicembre), verso le 22.00, farò un reading al Cheese and Cheese Bistrot (via Paola Falconieri, 47b – quartiere Monteverde) all’interno del quale avrò il piacere di ospitare l’amico Vincenzo Di Pietro (che per l’occasione presenterà il suo “Baraonda!”) creando con lui un intreccio molto particolare ed intenso di storie e di pensieri.
Venerdì (7 dicembre) invece, alle 18.00, passerò a trovare lo staff di Edizioni Del Faro alla fiera “Più libri più liberi” (palazzo dei Congressi – EUR) e sarò loro ospite (stand B20) per un paio d’ore per fare due chiacchiere informali con i passanti. -
‘fanculo John Cusack
“‘Fanculo John Cusack e la sua inglesina”: sarebbe questo il titolo ideale per questo giro di presentazioni del nuovo romanzo, visto che l’unico punto fermo dei miei reading è da subito diventato il monologo semi improvvisato su “Serendipity” (?) che si arricchisce ogni volta di nuove sfumature e nuovi significati.
La serata a Rimini è scivolata via piacevole, con un’atmosfera molto distesa e le giuste dosi di malinconia e leggerezza. Ora (martedì mattina) tocca San Vittore: forse l’appuntamento che più mi sta a cuore. O quanto meno quello di cui credo di avere più bisogno in questo momento a livello personale.
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venerdì al Polaresco
Per chiudere bene la settimana, venerdì (23 novembre) Neverlab ospiterà a Bergamo il reading di Giovanna Astori con il suo romanzo d’esordio “Storie dentro storie”.
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a proposito di Neverlab
Fra una cosa e l’altra, non ho ancora avuto modo di dire due parole su Neverlab Libri e spiegare cosa rappresenta quel marchio sulla quarta copertina del libro.
Si tratta di un progetto anomalo, nato dall’incrocio non casuale fra la curiosità dei ragazzi di Neverlab -da tempo attivissimi nel mondo della musica- di provare ad ampliare i loro confini cimentandosi con altre esperienze e la mia esigenza personale, dovuta a diversi fattori, di staccarmi dalle dinamiche dell’editoria tradizionale per cercare nuovi stimoli riappropriandomi di un modo di lavorare più “mio”, confrontandomi con persone che mi conoscono da tempo e provengono da un percorso umano molto vicino a me.“Suonando pezzi di vetro” è stato il primo passo: quello che riserverà il futuro credo sia assolutamente impossibile da prevedere. Di certo nei prossimi mesi, con lo stesso marchio, si organizzeranno anche alcuni reading di altri autori, editi da altre realtà, all’interno delle serate musicali firmate dalla stessa Neverlab, come per esempio la presentazione di “Storie dentro storie” (L’erudita Editrice) di Giovanna Astori che si terrà venerdì (23 novembre) a Bergamo, al Polaresco.
Intanto giovedì (22 novembre), alle ore 21.30, sarò a Rimini per raccontare “Suonando pezzi di vetro” al Circolo Milleluci (via Isotta degli Atti, 8). Vedremo cosa mi riserverà questa volta la costa adriatica…
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con Fabrizio Coppola a San Vittore
Domani mattina accompagnerò Fabrizio Coppola a far visita ai miei ragazzi di San Vittore.
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in prospettiva…
“Ho acceso l’autoradio e ho alzato il volume. -In prospettiva ci si abitua a tutto, anche alla normalità. Non sei così speciale, credimi. I danni in superficie sono incalcolabili. Qui nessuno sanguina- urlava la voce di Mario Pigozzo Favero dei Valentina Dorme. Ho alzato ancora. Ho alzato finché non ho sentito la plastica dei rivestimenti interni delle portiere sobbalzare al ritmo dei bassi e i cristalli dei finestrini vibrare. Ho alzato finché lo stridore distorto delle chitarre elettriche non mi è penetrato dritto nel cervello fino a farmi male. E allora anche io ho iniziato a urlare, seguendo la musica. -Alla lunga ci si arrende a tutto, anche alla mediocrità. Non fa poi così male, credimi. I danni in superficie sono trascurabili. Qui nessuno sanguina-.”
(da Suonando pezzi di vetro – pag. 89)