-
a proposito di donne e femministe
Una riflessione che mi sento di condividere: https://malafemmina.wordpress.com/2011/09/18/quanto-mi-fanno-male-le-donne-a-cosce-chiuse/
-
lo sai che non mi va
Cara Elisabetta,
“l’estate sta finendo e un anno se ne va”, cantavano nel juke box i Righeira quando noi eravamo bambini. E, per quanto mi riguarda, questa è stata un’estate serena, girovaga, significativa e rilassante al punto giusto. Un’estate in cui c’è stato un po’ di tutto: colline, mare, incontri, chilometri d’asfalto, musica, silenzi, risate, animali, luoghi misteriosi, abbracci e parole.
Agosto è iniziato con la presentazione del romanzo a Frigento (AV), spostata all’ultimo secondo da Palazzo De Leo al campeggio di People Involvement e circondata dai sorrisi della sempre calorosa accoglienza del Sud, per poi proseguire con una settimana di “ritiro creativo” in cui ho iniziato timidamente ad abbozzare qualche schizzo su cui costruire un futuro ancora lontano, e concludersi con una piccola parentesi di relax assoluto, in un angolino di paradiso che anni fa ispirò una splendida canzone di Vecchioni, per scrollarmi definitivamente di dosso le tossine emotive del caos primaverile.
Credo che l’appuntamento di Frigento abbia chiuso il capitolo del mio percorso dedicato alla promozione di “In fondo ai suoi occhi”. Il futuro, come diceva Joe Strummer, è ancora da scrivere (nel senso più letterale della parola). Vedremo…
Un abbraccio
Rob -
ho incontrato donne…
“Ho incontrato donne che, son convinto, si sarebbero volentieri maritate a un poema, e date per un romanzo.” (J.Keats)
-
Genova per noi…
Ritornato. “Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi che abbiamo visto Genova.”
-
-
lezioni di dignità
Cara Elisabetta,
avere avuto la possibilità di respirare l’aria di San Vittore e confrontarmi con le persone che abitano quelle mura, raccontandogli le mie storie, rispondendo alle loro domande e raccogliendo le loro osservazioni, i loro ricordi e le loro sensazioni, è stata un’esperienza incredibile: qualcosa che qualunque cittadino di questo Paese dovrebbe avere la possibilità di provare sulla propria pelle, per poter capire un po’ meglio la propria esistenza e il mondo in cui viviamo.
Questo secondo incontro ha ben presto rotto gli schemi e si è trasformato in una lunghissima chiacchierata che ha riempito l’intera mattinata. Abbiamo parlato di me e delle storie che, di volta in volta, senza una scaletta prestabilita, mi veniva spontaneo leggere. Abbiamo riso. Abbiamo discusso di calcio, di musica o di attualità. Abbiamo affrontato argomenti leggeri e temi pesantissimi. E, fra una cosa e l’altra, i ragazzi mi hanno raccontato un po’ delle loro vite, di quello che hanno attraversato, di ciò che stanno vivendo ora e della loro visione del mondo, mettendo in mostra una sensibilità e una lucidità (e spesso anche un’autoironia) davvero invidiabili.
“Nella vita, qualunque situazione ti trovi ad affrontare, compreso il carcere, devi affrontarla sempre con dignità: questa è la cosa più importante”, mi ha detto una persona verso la fine dell’incontro. Un altro ragazzo mi ha invece illuminato con una riflessione sul fatto che, indipendentemente dall’essere “dentro” o “fuori”, ciò che conta è saper prendere coscienza dei propri errori e imparare da essi, e che, in questo senso, chi è “dentro”, non avendo più alibi a cui aggrapparsi, ha parecchi punti di vantaggio rispetto a noi che ci crediamo innocenti solo perché non abbiamo sbarre alle finestre. Quella riflessione mi ha fatto ripensare all’ultima strofa di “Nella mia ora di libertà” di De André che, rivolgendosi a noi uomini liberi, dice: “venite adesso alla prigione e state a sentire, sulla porta, la nostra ultima canzone, che vi ripete un’altra volta che, per quanto voi vi sentiate assolti, siete per sempre coinvolti”
Non posso che ringraziare di cuore chi ha reso possibile questo incontro e tutti i detenuti che mi hanno accolto nel loro mondo con tanto entusiasmo e tanta attenzione.
Un abbraccio
Rob
p.s.: quello che vedi nella foto è l’ultimo numero di “Realtà nascoste”, il giornalino interno che un gruppo di detenuti, con un’enorme dose di buona volontà, cura, stampa e rilega in modo completamente autonomo e artigianale.
p.p.s.: ora farò finalmente rotta verso Sud. L’unico mio appuntamento dell’estate, come ti accennavo, sarà mercoledì 10 agosto, alle 11.30 (di mattina) a Frigento (AV), presso Palazzo De Leo. Proprio nei giorni in cui a Frigento si terrà anche il People Involvement Festival (che vedrà sul palco i Massimo Volume, Virginiana Miller e molti altri). -
i poeti di San Vittore
Cara Elisabetta,
Alda Merini diceva che essere un poeta non significa scrivere poesie ma saper guardare la vita con un occhio speciale, capace di cogliere le sfumature che i comuni mortali ignorano, e che, per questo, molti dei più grandi poeti che lei avesse mai incontrato erano in realtà persone semplici, lontanissime dal mondo della “cultura” e magari incapaci anche di scrivere una sola riga.
L’incontro con i ragazzi di San Vittore non ha potuto non riportarmi alla mente questa riflessione. Quell’incontro, vissuto in un clima così disteso e inaspettatamente familiare, è stato una delle esperienze più dense e significative della mia vita: dagli sguardi, dai sorrisi e dalle parole di questi ragazzi ho sicuramente ricevuto molto più di quanto io, con un semplice romanzo, posso pensare di avergli dato in cambio. Fra quelle mura ho trovato persone fantastiche e genuine, a dispetto delle storie difficili che ognuno di loro ha alle spalle, pervase da un desiderio incredibilmente profondo di ascoltare e confrontarsi con ciò che gli raccontavo, facendo anche domande “scomode” e intervenendo di continuo per arricchire l’incontro con le loro impressioni e le loro esperienze di vita.
Su una parete della saletta in cui si è tenuto l’incontro c’era un ritratto a matita (o a carboncino?) di Gaber che sorrideva con la sua espressione inconfondibile. Credo che anche lui sarebbe rimasto ammaliato da quell’atmosfera e da quella voglia di comunicare abbattendo qualunque barriera.
Ora aspetto con ancora maggiore entusiasmo e curiosità martedì (2 agosto), per ritornare a San Vittore per la seconda parte dell’incontro.
Un abbraccio
Rob -
nella mia ora di libertà
Cara Elisabetta,
martedì (26 luglio), a Milano, farò visita ai detenuti del carcere di San Vittore. E’ un appuntamento programmato da tempo che attendo con grandissimo entusiasmo e curiosità fin dal momento in cui mi è stato proposto: credo che, sul piano umano, confrontarmi per qualche ora con una realtà simile sarà, per me, un’opportunità enorme.
Si tratterà in realtà di un doppio incontro, organizzato nell’ambito di un progetto che ha l’obiettivo di incoraggiare i detenuti alla lettura: durante questo primo appuntamento (martedì, appunto) mi presenterò con uno dei miei reading, introdurrò il romanzo e lascerò ai ragazzi alcune copie del libro messe a disposizione da Falzea. Nel secondo incontro, che si terrà la settimana successiva (martedì 2 agosto), saranno invece i ragazzi a raccontarmi le loro impressioni dopo aver letto il romanzo e instaurare un vero e proprio confronto.
Per l’occasione, lascerò per un attimo da parte “In fondo ai suoi occhi” e rispolvererò “L’uomo a pedali”. E’ un suggerimento nato dalla persona che ha organizzato l’incontro, che ritiene i temi di quel romanzo molto vicini alla sensibilità di chi mi ascolterà, ma piace molto anche a me l’idea di presentarmi in luogo simile con il lavoro che forse rappresenta meglio ciò che sono. Sarà un bel modo per mettersi a nudo nel contesto più delicato e difficile.
Ti farò sapere come andrà…
Un abbraccio
Rob
p.s.: dopo questo doppio incontro, l’unico appuntamento pubblico dell’estate sarà il 10 agosto, a Frigento (AV), con un reading di contorno a People Involvement (festival in cui suoneranno, fra gli altri, i Massimo Volume, i Virginiana Miller e tanti altri). Ma di questo ti racconterò prossimamente. -
-
il garage ermetico
“…che se dobbiamo parlare, gridare o restare in silenzio, almeno facciamolo bene…”
-
forti e tenaci senza te
Cara Elisabetta,
per poterti raccontare tutte le sfumature della settimana sospesa fra il reading a Roma e quello a Pescara, credo che sarebbe necessario almeno un romanzo (e non è detto che prima o poi non possa pensare di scriverlo). Sono stati giorni estremamente densi, ricchi di incontri più o meno inaspettati, di sorrisi ritrovati… e anche di mare e ore di treno. Una settimana decisamente “rock’n’roll” ma al tempo stesso estremamente serena.
A Roma, dove, insieme alla vulcanica Raffaella Stacciarini, ero ospite della presentazione del romanzo d’esordio di Emanuele Di Tullio intitolato “Forti e tenaci” (una storia molto genuina e scorrevole che racconta i dubbi di un’adolescenza vissuta in un campo da calcio di periferia), ho letto anche “Filo Alto”, il racconto che avevo scritto qualche tempo fa per i Nuju (che, oltretutto, proprio poche settimane fa sono usciti con un nuovo interessante cd). A Pescara invece, per festeggiare, insieme a Matteo Grimaldi ed Emanuele Di Tullio, l’uscita di “Senza Te” del sempre presente Vincenzo Di Pietro, mi sono divertito a provocare un po’ Vincenzo e il suo pubblico parlando (forse) d’amore.
Tra l’altro, “Senza te” è proprio un bellissimo romanzo che credo piacerebbe molto anche a te, con il suo intreccio affascinante di sentimenti poco convenzionali. Se ti capita l’occasione, non posso che consigliartelo. E ti assicuro che non lo dico solo perché Vincenzo è un amico con cui, oltretutto, ho condiviso palco e pensieri in un numero di occasioni che ormai inizio a fare fatica a contare.
Un abbraccio
Rob -
come in un libro scritto male
Cara Elisabetta,
cosa posso dire? Non so se riuscirei davvero a spiegare che effetto possa fare, tornare ad incrociare, anche solo per una sera, dopo due anni e mezzo, quegli occhi che ero ormai certo di non rivedere mai più. Non so nemmeno se sia il caso di provarci, a spiegarlo. Probabilmente, come suggeriresti tu, certe cose vanno semplicemente vissute per quello che sono, senza alcun bisogno di rimuginarci poi sopra. Però quella piccola parentesi fugace ed estemporanea di serenità agrodolce mi ha fatto davvero bene. Grazie!
Tornando a guardare avanti, giugno si preannuncia come un mese ricco di incontri e di viaggi: mercoledì 8, alle 20.00, sarò a Roma, al teatro San Luca, per un breve reading ospite, insieme ad altri autori, della presentazione del romanzo d’esordio di Emanuele Di Tullio. Sabato 11, alle 17.00, sarò invece a Pescara, all’auditorium Petruzzi, per un nuovo mini reading, questa volta ospite della presentazione ufficiale di un bel romanzo di Vincenzo Di Pietro intitolato “Senza te”. In mezzo a queste due date ci sarà, credo, un po’ di mare e di necessario relax.
Un abbraccio
Rob
p.s.: La “cultura” è un valore sopravvalutato. Sono stanco di chi si pavoneggia della propria cultura accademica ma finisce, nella vita vera, col dimostrare la sensibilità e l’intelligenza di un ferro da stiro. Ovviamente quest’ultima riflessione non c’entra assolutamente nulla con te e con tutto il resto, ma la scrivo giusto per togliermi un sassolino dalla scarpa quando copierò questa cosa sul blog.