Autore: rob

  • arrosticini e tormente di neve

    Cara Elisabetta,
      credo che quella di Chieti sia destinata a restare nella mia memoria come la tappa più avventurosa di questo mio girovagare letterario: qualcosa paragonabile al Gavia del Giro D’Italia di Hampsten, se capisci cosa intendo.
      Già il fatto di essere riusciti ad arrivare alla libreria (grazie alla guida di Paolo, prode compagno d’avventure di Vincenzo Di Pietro), mentre una tormenta di neve paralizzava letteralmente tutte le ripide vie d’accesso al paese, credo sia stato un mezzo miracolo. Il fatto che poi, mentre davamo già per scontato di dover annullare tutto, qualcuno sia stato così folle da uscire di casa e sfidare le strade palesemente impraticabili per venire a sentire gli sproloqui di due romantici rincoglioniti, è invece un miracolo completo.
      E’ stata una presentazione strana, estremamente confidenziale (ma, d’altra parte, visto il meteo, non poteva essere altrimenti) e, credo, con la mia peggiore performance personale in assoluto. Ma è stato un week-end molto piacevole, fra il mare in tempesta, una neve aggressiva, la proverbiale calorosissima ospitalità abruzzese e gli arrosticini di Montesilvano.
        Un abbraccio
          Rob
    p.s.: giovedì (27 gennaio), alle 22.00, tornerò a calcare il palco del Bloom con una piccola apparizione all’interno del concerto dei Pocket Chestnut.
    p.p.s.: sul webmagazine SuccoAcido è possibile leggere una mia lunga intervista. Ecco il link:  http://www.succoacido.net/showarticle.asp?id=841#ita

    arrosticini e tormente di neve
  • Intervista su Succo Acido

    E’ uscita una bella intervista su Succo Acido. Clicca qui per leggerla.

  • ventigennaioduemilauno

    Cara Elisabetta,
      te lo ricordi, vero, quel mio vecchissimo racconto intitolato “Come non dirsi addio”?
      Quante volte mi è capitato, quando ci eravamo appena conosciuti, di accennarti a tutto ciò che non ha mai smesso di respirare attorno a quelle righe? Quante volte, fin dall’uscita di “Tutto passa invano”, mi è capitato di concludere un reading con quel brano? E quante volte, introducendo quella lettura, mi è capitato di raccontare che quel frammento di vita si intitolava, in origine, “20-01-2001”, anche se poi decisi di pubblicarlo con un altro titolo? Tante. Troppe, forse.
      Lo so che tu non c’entri nulla con questa storia. Lo so che di queste cose abbiamo già parlato fino allo sfinimento. Lo so che è una storia vecchissima. E so anche come la pensi a riguardo. Quello che non so è che effetto potrà farmi, dopodomani, alzarmi dal letto e pensare che dagli istanti fotografati in quelle parole sono passati (“invano”) esattamente dieci anni.
      Dieci anni. Hai idea di quanti aeroplanini di carta si possano lanciare, in dieci anni?
      Forse è anche per esorcizzare il fantasma di questa personalissima ricorrenza che nelle prossime settimane tornerò a raccontare le mie storie in pubblico: prima con una data in Abruzzo poi, nel giro di un pugno di settimane, con un poker di appuntamenti lombardi in situazioni sempre diverse fra loro e con amici sempre diversi al mio fianco.
      Si parte sabato (22 gennaio), alle 17.30, con una presentazione di “In fondo ai suoi occhi” alla Libreria De Luca di Chieti. Per fortuna quel giorno avrò al mio fianco l’amico Vincenzo Di Pietro che modererà l’incontro e limiterà il mio inevitabile divagare in storie ormai troppo vecchie.
        Un abbraccio
          Rob
    p.s.: intanto quel racconto è, ormai da tempi immemorabili, in download sul mio sito.

    ventigennaioduemilauno
  • a perdifiato

    “e comunque, puoi correre quanto vuoi. non diventerai mai una stella.” (Mauro Covacich, da “A perdifiato”)

  • trentundodiciduemiladieci

    Cara Elisabetta,
      è inutile nasconderlo: per quanto ci si sforzi di fare i cinici e affermare che il 31 dicembre è solo una data come un’altra, quando arriva questo periodo dell’anno viene naturale trovarsi a fare qualche bilancio dei dodici mesi appena trascorsi.
      Per quanto mi riguarda, credo che questo 2010 sia stato l’anno più intenso e girovago della mia vita. Un anno di continui viaggi su e giù per l’Italia, di promesse mantenute e di splendidi sorrisi di passaggio. Un anno ricco di momenti da non dimenticare ed impreziosito da un paio di nottate da raccontare (“ai figli che non avremo”, direbbe qualcuno): soprattutto una, a fine maggio, aspettando l’alba su una gradinata con l’impressione netta che, per una volta, tutto potesse essere assolutamente perfetto.
      Visto che da troppo tempo non ho modo di ammorbardi con la musica che ascolto, provo ad improvvisare una play-list delle canzoni che hanno segnato questo mio anno:
    1- Le Luci Della Centrale Elettrica – “Quando tornerai dall’estero”
    2- Massimo Volume – “Le nostre ore contate”
    3- Virginiama Miller – “La carezza del Papa”
    4- Non Voglio Che Clara – “L’estate”
    5- Baustelle – “Le rane”
    Mi fermo a 5, come insegnava il buon Hornby, per non deprimerti troppo… ma ci sarebbero da citare anche “Settembre” dei Dilaila, “Legno Bianco” di Andrea Cola, “De Pedis” degil Amor Fou, “I superstiti” di Iosonouncane e forse anche qualcos’altro. Ma per ora basta così.
        Buon anno, ragazza.
          Rob

    trentundodiciduemiladieci
  • buon Natale 2010!

    Cara Elisabetta,
      buon Natale! Solo questo: buon Natale.
      In realtà volevo parlarti anche di altre cose, ma è (quasi) Natale ed a Natale è giusto non pensare a nulla. A Natale, forse, è davvero giusto fermarsi a guardare le luci dell’albero e pensare soltanto che è Natale, che fuori c’è la neve e che, almeno per questi pochi istanti, va tutto bene così.
      Cerca di passare delle feste serene, amica mia.
        Un abbraccio
          Rob

    buon Natale 2010!
  • …ad aspettare che qualcuno declami un tuo verso

    “ti pensavo in un’isola greca a dipingere marine assolate prive di figure umane. invece sei ancora lì, davanti a una cabina telefonica, ad aspettare che qualcuno declami un tuo verso a squarciagola. mentre il mondo va in fiamme” (m.v.)

  • the story of a confused girl

    Cara Elisabetta,
      alla fiera di Roma capita sempre di incrociare personaggi stravaganti. La palma dell’incontro più simpatico, quest’anno, va sicuramente a una signora americana che, durante l’aperitivo allo stand di Falzea, è rimasta a lungo a farmi domande in inglese sui miei libri e il mio lavoro (il mio editore va dicendo in giro che, alla prima domanda, io mi sarei girato verso di lui chiedendogli laconico: “ma che cazzo sta dicendo questa?”. Ma ovviamente io smentisco categoricamente questa indiscrezione. Eh eh eh). Certo però è stato divertente cercare di arrampicarmi sul mio inglese pressoché inesistente per cercare di spiegare le mie storie.
      In generale è stata una trasferta tranquilla e molto rilassata sotto ogni punto di vista. Chissà… forse anche l’universo attorno a me ha capito che, dopo un mese così intenso, iniziavo ad avere bisogno di rallentare un po’ i ritmi. Comunque ho portato anche i tuoi saluti al tuo amico della seconda finestra.
      Un abbraccio
        Rob
    p.s. mentre inizio a godermi qualche settimana di relax, sabato (11 dicembre), al Castello di Solza (BG), farò da moderatore alla presentazione di un bel libro di Alberto Caprara intitolato “Pirata, mammuth e cecchino”.

    the story of a confused girl
  • la prima neve

    Cara Elisabetta,
       ci voleva proprio, questa nevicata, per rallentare un po’ i pensieri caotici di questo periodo convulso. O forse per rendere tutto ancora più irreale. D’altra parte a me la neve ha sempre dato questa senso surreale di serenità ovattata, come quella sera di non molti anni fa in cui, per puro caso, ci ritrovammo insieme a guardare i primissimi fiocchi bianchi fare timidamente capolino fra le luci dei lampioni. Ti ricordi?
      Prima di iniziare a calarmi nell’atmosfera natalizia, mi attende un ultimo viaggio: sabato sarò nuovamente a Roma dove, alle 19.00, sarò ospite dello stand di Falzea alla fiera “Più Libri più Liberi” (al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Stand D09) per un aperitivo\incontro molto informale con i lettori. Sarà l’ultimo impegno semi-ufficiale di questo intenso 2010, anche se l’apertura del nuovo anno si preannuncia altrettanto interessante e c’è già qualche appuntamento in agenda.
      Ti terrò come sempre aggiornata.
        Un abbraccio
          Rob

    la prima neve
  • mare d’autunno

    Cara Elisabetta,
      ormai mi sto affezionando ai ritmi serrati di questo periodo girovago e confuso. Mi piace il senso di straniamento che provi nella frazione di secondo in cui apri gli occhi in albergo e, con i pensieri ancora completamente intorpiditi, cerchi di ricordarti dove sei. Ed è bello incontrare di continuo nuovi sorrisi, incrociare nuovi sguardi, stringere nuove mani e scoprire nuovi angoli di mondo.
      Anche il mare d’inverno mi ha riservato delle piacevolissime sorprese: il Caffé Assenzio è davvero un luogo magico, con un’atmosfera magnificamente distesa ed un pubblico cordiale ed attento. Credo sia il localino prezioso che ognuno sogna di avere sotto casa. Sono stato proprio bene, anche a dispetto del dedalo di sensi unici che rendono la viabilità di Rimini una delle cose più contorte in cui mi sia mai imbattuto.
      Sto capendo sempre meno di ciò che sta concretamente accadendo attorno a me nel caos di queste settimane, ma credo sia bello che, da un libro come “In fondo ai suoi occhi”, stiano scaturendo tanti momenti e tante sensazioni. E’ uno scambio continuo fra vita e parole. Sensazioni che generano altre sensazioni. Ed è solo l’inizio (o almeno spero).
        Un abbraccio
          Rob

    mare d’autunno
  • sampietrini

    Cara Elisabetta,
      Roma riesce sempre a sorprendermi ed affascinarmi: non so se sia merito dei molti sampietrini in mezzo ai quali, come tu mi insegni, mentre cammini rimangono incastrati i pensieri (tra l’altro, chissà che non ci sia un collegamento fra i sampietrini romani e il pavé delle Fiandre. Ammesso che questo pensiero possa avere senso), però è così.
      Di certo, dopo questo week-end, dovrei fare un monumento a Vincenzo Di Pietro che, oltre ad essere stato un magnifico compagno con cui dividere il palco, si è prodigato parecchio perché il mio soggiorno romano risultasse piacevole e tutto funzionasse per il meglio. Sono stati davvero due bei giorni, pregni di sensazioni positive e sorprese, culminati con un reading ben riuscito, con un’atmosfera decisamente colloquiale e serena come piace a me.
      Ora tocca a Rimini: sabato, alle 21.30, porterò “In fondo ai suoi occhi” al Caffè Assenzio (via Bilancioni 14. Un localino di cui mi hanno parlato molto bene). Chissà se anche il mare d’inverno saprà sorprendermi come i sampietrini…
        un abbraccio
          Rob
      p.s.: rientrando a casa ho trovato una mail del mio editore che mi segnala una bella recensione del romanzo uscita pochi giorni fa sul portale I-libri.com. Casomai ti interessi, puoi leggerla qui: http://www.i-libri.com/in-fondo-ai-suoi-occhi-di-roberto-bonfanti.html

    sampietrini
  • recensione su I-Libri

    Di ritorno da due splendide giornate romane, trovo una bella recensione di “In fondo ai suoi occhi” pubblicata dal portale i-libri.com. Clicca qui per leggerla.

  • domande sbagliate

    Cara Elisabetta,
      certo che l’universo è proprio bizzarro, eh? Ho visto segnali curiosi, in giro, in questi giorni. Mi sto ancora domandando se sia il caso di approfondire o se sia meglio lasciare tutto così com’è. E, proprio mentre rifletto su questa cosa, mi trovo a fare spesso i conti con la domanda che, più di ogni altra, sembra incuriosire i primi lettori del romanzo: “ma Elisabetta esiste realmente? Chi è?”. Come se questo dettaglio possa cambiare qualcosa o avere la benché minima importanza. Allora sorrido, scrollo le spalle e do risposte evasive. Mi torna in mente quella frase di Vecchioni: “tanto che imposta, a chi ti ascolta, se lei c’è stata o non c’è stata e lei chi è?”.
      Intanto venerdì sarò a Roma, per un reading alla Libreria Flexi (via Clementina 9 – rione Monti. Praticamente a pochi passi dal Colosseo) alle 21.30. Questa volta, all’interno della presentazione, avrò il piacere di ospitare anche Vincenzo Di Pietro, un amico e scrittore di talento (se ti capita, leggi il suo “Zona di guerra”) con cui ho avuto già occasione di dividere il palco in un paio di occasioni. Un personaggio che dovresti conoscere. Penso proprio che ci divertiremo anche questa volta.
        Un abbraccio
          Rob
      p.s.: grazie allo staff del Bloom, sono riuscito a entrare in possesso di qualche foto delle presentazione di mercoledì scorso fatta da uno spettatore. Te ne mando qualcuna.

    domande sbagliate
  • vodka, soda e anima nera

    Cara Elisabetta,
      è andata molto bene. O almeno credo. O, meglio, così mi hanno detto.
      In realtà io sono entrato in totale “trance da palco” cinque minuti prima di iniziare e, da allora, ho capito ben poco di ciò che mi accadeva intorno, limitandomi lasciare che fosse il flusso dei pensieri e delle parole a portarmi dove voleva. Ed evidente mi ha postato nei luoghi giusti, anche se forse -detto fra noi- alcuni di questi posti devo ancora imparare a gestirli al meglio.
      E’ stato bello. E’ stata una serata molto informale, con un’atmosfera estremamente rilassata, tanta gente e il bar del Bloom pieno di sorrisi e di aeroplanini di carta. Più una festa con tanti amici, insomma, che una presentazione canonica. Ma così doveva essere.
      Credo di dovere un ringraziamento enorme a Paola P. e Genny che mi hanno prestato le foto (davvero belle!) proiettate durante il reading. E soprattutto a Valeria, la responsabile della rassegna “Attenzione! Scrittura fresca”, che, oltre ad essere stata un vero vulcano di idee, ha fatto un lavoro enorme per allestire al meglio lo spazio, gestire le mie paranoie e far sì che tutto funzionasse come doveva.
      Ora ho qualche giorno di relax, poi, il 12, si torna in scena a Roma.
        un abbraccio
          Rob
      p.s.: dimenticavo… tempo fa, Valeria mi aveva proposto di usare le immagini di un film per fare da “sottofondo visivo” alla serata. Io avevo pensato di scegliere “2046” Wong Kar-Wai, anche se l’idea è stata poi abbandonata preferendo le foto di Paola e Genny. Ieri, mentre mi rilassavo prima di andare al Bloom, ho acceso un canale a caso di Sky e… indovina un po’ che film c’era? Curiosa coincidenza, no? Tra l’altro era parecchio che non rivedevo quel film.
     p.p.s: la ricetta del cocktail che lo staff del bar del Bloom ha dedicato al libro è: 1/3 vodka; 1/3 soda; 1/3 anima nera.

    vodka, soda e anima nera
  • stasera al Bloom

    Vi aspetto stasera, alle 21.30, al Bloom, per la presentazione ufficiale di “In fondo ai suoi occhi”

  • una panchina e 319 aeroplanini di carta

    Cara Elisabetta,
      è andata molto bene. O almeno credo. O, meglio, così mi hanno detto.
      In realtà io sono entrato in totale “trance da palco” cinque minuti prima di iniziare e, da allora, ho capito ben poco di ciò che mi accadeva intorno, limitandomi lasciare che fosse il flusso dei pensieri e delle parole a portarmi dove voleva. Ed evidente mi ha postato nei luoghi giusti, anche se forse -detto fra noi- alcuni di questi posti devo ancora imparare a gestirli al meglio.
      E’ stato bello. E’ stata una serata molto informale, con un’atmosfera estremamente rilassata, tanta gente e il bar del Bloom pieno di sorrisi e di aeroplanini di carta. Più una festa con tanti amici, insomma, che una presentazione canonica. Ma così doveva essere.
      Credo di dovere un ringraziamento enorme a Paola P. e Genny che mi hanno prestato le foto (davvero belle!) proiettate durante il reading. E soprattutto a Valeria, la responsabile della rassegna “Attenzione! Scrittura fresca”, che, oltre ad essere stata un vero vulcano di idee, ha fatto un lavoro enorme per allestire al meglio lo spazio, gestire le mie paranoie e far sì che tutto funzionasse come doveva.
      Ora ho qualche giorno di relax, poi, il 12, si torna in scena a Roma.
        un abbraccio
          Rob
      p.s.: dimenticavo… tempo fa, Valeria mi aveva proposto di usare le immagini di un film per fare da “sottofondo visivo” alla serata. Io avevo pensato di scegliere “2046” Wong Kar-Wai, anche se l’idea è stata poi abbandonata preferendo le foto di Paola e Genny. Ieri, mentre mi rilassavo prima di andare al Bloom, ho acceso un canale a caso di Sky e… indovina un po’ che film c’era? Curiosa coincidenza, no? Tra l’altro era parecchio che non rivedevo quel film.
      p.p.s.: purtroppo, per una serie di vicissitudini, non ho foto dell’evento… però ti mando in allegato una delle foto di Paola che abbiamo proiettato.
      p.p.p.s: la ricetta del cocktail che lo staff del bar del Bloom ha dedicato al libro è: 1/3 vodka; 1/3 soda; 1/3 anima nera.

    una panchina e 319 aeroplanini di carta

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