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a proposito della mia tessera elettorale
Sabato mattina ho avuto un confronto con il sindaco del paesino in cui vivo.
Come qualcuno ricorderà, alla fine di gennaio ho restituito la mia tessera elettorale al Presidente della Repubblica. A seguito di questo fatto, all’inizio della scorsa settimana sono stato contattato dal mio comune con una lettera che diceva che la Presidenza della Repubblica aveva inoltrato a loro il documento in questione per restituirmelo ma che il sindaco era interessato anche a incontrarmi per capire le motivazioni del mio gesto.
Siccome sono sempre più convinto che il confronto civile sia fra le cose che più mancano in questo periodo, mi è sembrata un’occasione da non trascurare, anche se poi il tutto si è svolto telefonicamente anziché di persona proprio per la mancanza da parte mia del noto lasciapassare.
Le cose che ho detto al sindaco sono quelle che ripeto da mesi: ho fatto presente la mia preoccupazione per la violenza con cui da qualche tempo chi tira le fila del nostro Paese (e chiaramente mi riferisco all’Italia e non al mio paesino) esercita il proprio potere e per come si stiano continuamente mettendo dura prova le fondamenta del concetto stesso di stato di diritto, a partire dalle problematiche connesse al lasciapassare fino ai fatti più recenti.
Si è trattato di una telefonata molto serena, dunque mi sento di ringraziare il sindaco di Monguzzo per l’attenzione con cui ha ascoltato il mio punto di vista. Poi ovviamente non sarà di certo questo a smuovere di un millimetro la situazione assurda che tutti quanti stiamo vivendo, ma ho trovato confortante che, in questo periodo in cui il mondo sembra funzionare per schieramenti, possano esserci ancora momenti di dialogo fra persone civili anche a livello istituzionale. E questo forse non fa altro che confermare la mia storica convinzione che bisognerebbe dare molto più peso alle piccole comunità, anziché correre follemente verso un mondo sempre più globalizzato e lontano dal contatto fra esseri umani. -
fra Italia e Svizzera a pedali
Mentre dall’alto piovono violenza e divisioni, mi sono lanciato in un’avventura a due ruote fra due diverse nazioni: una pedalata di 124 km fra Svizzera e Italia, fra la sponda elvetica del lago di Lugano e il ramo comasco del Lario, che si è confermata l’occasione per riempirsi gli occhi di bellezza ma anche per abbandonarsi a qualche riflessione sul tempo presente. In questo video c’è un piccolo resoconto di come è andata.
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non in mio nome
Fa male vedere anche l’arte e lo sport diventare oggi megafoni di quella propaganda becera che non fa altro che alimentare odio e divisioni. Fa male vedere il mio Paese fomentare con atti concreti un conflitto e lasciare intuire di essere disposto persino a prendervi parte direttamente, nel silenzio accondiscendente anche di molti con l’arcobaleno alla finestra. Fa male vedere che, nonostante le miriadi di bugie ormai conclamate raccontate senza sosta, i pifferai magici di regime continuino ad avere tanto seguito. E più di tutto fa male vedere troppe persone non rendersi conto che il caos di oggi non è altro che il seguito naturale di quello dei mesi passati che è tutt’altro che terminato e che lo scopo è sempre lo stesso: renderci tutti sempre più manipolabili, poveri e ricattabili. Soprattutto quest’ultimo è il punto su cui dovremmo focalizzarci, se vogliamo davvero uscire dal caos o almeno limitarne i danni.
P.S.: Giusto per essere chiari, provo a spiegarlo come si potrebbe fare con dei bambini: se due persone si azzuffano, chi vuole la pace cerca di dividerle o di evitare lo scontro a priori. Chi provoca il più forte e al contempo fomenta il più debole ha invece un evidente interesse nel portare avanti un massacro. E non ci sono popoli buoni o popoli cattivi: ci sono solo persone di potere, da ogni parte, che cercano di difendere gli interessi dei loro padroni a discapito di tutti noi.
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gli ascolti di marzo 2022
Poco meno di 26 miliardi (sottolineo: miliardi, non milioni) di Euro: è questa la cifra (a cui si sommeranno poi anche le erogazioni aggiuntive non preventivate, come i 174 milioni di cui si è da poco deliberato) che, a dispetto di tutte le bandierine multicolore, il nostro Paese ha stanziato anche nel 2022 per le spese militari per continuare a fare parte di un’alleanza anacronistica guidata da nazioni le cui smanie sono da settant’anni quanto meno la concausa profonda della gran parte dei conflitti, incluso quello che oggi è sulla bocca di tutti e altri comunque ancora in atto. Forse occorrerebbe riflettere su questo dato (e sul fatto che questa cifra aumenta ogni anno, a dispetto dei continui tagli a sanità e istruzione), mentre ci prepariamo alle drammatiche ricadute dell’inevitabile aggravamento di quella crisi energetica già da tempo spinta e agognata da chi tiene le redini di un potere che si regge ormai solo sul vessare le fasce deboli delle popolazioni in favore delle élite. Ma, in attesa di vedere come tutto questo si evolverà, anche in questo marzo dal sapore così anni ’80, torno a parlare di musica e, nella mia abituale rubrica dedicata agli ascolti del mese sul sito di Rock Targato Italia, racconto i nuovi album di gIANMARIA, Gomma e Massimo Zamboni.
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riflessioni invernali sulla libertà
Quest’epoca ci sta costringendo a fare i conti con una serie di concetti importanti. Per esempio, in questi giorni riflettevo sul fatto che il primo passo per poter vivere sereni sia smettere di considerare la morte come il male supremo. Anche perché si tratta di qualcosa a cui nessuno di noi sfuggirà, per cui tanto vale concentrarsi sul vivere nel modo migliore il tempo che abbiamo piuttosto che avvelenare quel tempo per il terrore di qualcosa di inevitabile.
Allo stesso modo ultimamente mi sono trovato spesso a interrogarmi su cosa sia davvero la libertà, convincendomi sempre di più del fatto che si tratti di qualcosa che ha a che vedere con la coscienza di sé e con la consapevolezza delle proprie scelte più che con la possibilità di fare o meno determinate cose. Si può essere liberi anche chiusi in una cella e si può non esserlo pur facendo tutto ciò che si desidera. “Io sono libero”, si scandiva non a caso qualche mese fa nelle piazze, e non era una rivendicazione ma un’affermazione.
Credo che uno dei grandi problemi dell’essere umano sia la tendenza naturale ad abituarsi anche alle situazioni peggiori e a trovare sempre il modo di adattarsi e sopravvivere, il più delle volte rassegnandosi o aggrappandosi a qualche brandello di positivismo illusorio. Il che è un bene ma anche un male, perché è giusto trovare il modo per sopravvivere anche ai momenti peggiori ma a determinate cose è importante non abituarsi mai. -
gli ascolti di febbraio 2022
“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” diceva uno dei personaggi de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Nell’Italia di oggi sembra che si sia arrivati invece a una totale inversione di tendenza: ci si trincera dietro a una facciata di immobilismo mentre tutto corre all’impazzata verso il baratro.
Almeno una volta al mese però è necessario per me tornare a parlare di musica così, in questo febbraio surreale, nella mia abituale rubrica sul sito di Rock Targato Italia parlo dei nuovi dischi di Mario Pigozzo Favero, Murubutu, Circus Punk e Barabba. -
restituisco la mia tessera elettorale al Presidente della Repubblica
Proprio nelle ultime ore in cui è possibile accedere agli uffici postali senza strane tessere, ho scelto di compiere un gesto dal valore simbolico importante: spedire una raccomandata al Presidente della Repubblica per restituirgli la mia tessera elettorale.
I motivi della mia decisione sono facili da intuire e sono comunque sempre legati alla mia urgenza di prendere in ogni modo le distanze dal modello di società verso cui chi tira oggi le fila del potere nel nostro Paese ci sta spingendo.
In questo video c’è una piccola testimonianza di questa scelta insieme al contenuto della lettera inviata al presidente per accompagnare il documento e spiegare anche a lui il significato del mio gesto. -
due chiacchiere con i Circus Punk
Qualche giorno fa ho avuto modo di intervistare i Circus Punk, vincitori dell’ultima edizione di Rock Targato Italia, e devo dire che ciò che più mi ha fatto piacere è stato riscontrare una grande coerenza fra il loro approccio musicale sfacciatamente rock’n’roll e ciò che dimostrano di essere anche fuori dal palco, con un enorme senso di libertà che traspare da ogni loro parola. Un aspetto che, a mio avviso, non è per nulla scontato e mi fa apprezzare ancora di più l’essenza della band.
“Stiamo andando via via verso una società sempre meno a misura d’uomo, con tutte le conseguenze del caso. Potrebbe mai l’uomo perdere l’umanità? Che genere di individuo sarebbe? E che tipo di realtà si verrebbe a creare?” hanno detto fra le altre cose nella nostra chiacchierata. Un abbraccio a loro -
“Il nodo” di Pieralberto Valli
Da tempo sono convinto che Pieralberto Valli sia un artista prezioso e il suo nuovo libro intitolato “Il nodo”, che ho avuto modo di leggere in questi giorni, è una bella conferma di questo pensiero. Si tratta di un romanzo, ambientato in un futuro distopico fortemente venato di transumanesimo, che richiama gli insegnamenti di Orwell, Huxley, P.K.Dick o Bradbury ma li declina in modo ancora più introspettivo e filosofico. Non è un libro facile, anche per via della narrazione profonda e lenta, ed è un lavoro che ti porta per forza di cose a farti domande importanti sul significato del dolore, sul senso della società e sulla natura stessa dell’essere umano. Merita assolutamente di essere letto con la giusta attenzione.
Oggi è uscito anche un mio articolo sul sito di Rock Targato Italia in cui ne parlo in modo leggermente più approfondito. -
Milano a pedali
Negli ultimi mesi, per svariate ragioni, ho usato pochissimo la bicicletta. Con l’inizio del 2022 però avevo voglia di regalarmi un bel giro su un itinerario che avevo in mente da un po’: attraverso tutta la Brianza con destinazione Milano e successivamente fra le vie del capoluogo. Una pedalata costeggiando la statale Valassina e attraversando piazza Fontana, il Duomo, San Vittore, la stazione Centrale e altri luoghi significativi, fra qualche pensiero sparso e un paio di ricordi personali. Questo video è il resoconto di come è andata.
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gli ascolti di gennaio 2022
“Consapevoli sterminatori, accorti nel distruggere, attenti nell’arricchire. […] Siccome sanno quello che fanno, non li perdono, non li perdonerò.” cantava un quarto di secolo fa il sempre lungimirante Giovanni Lindo Ferretti in una canzone intitolata “Buon anno, ragazzi” che, riascoltata oggi, suona come la colonna sonora ideale per il capodanno spettrale appena passato. Prima di gettarci a capofitto nel caos di questa notte senza fine, però, mi sembra giusto iniziare il nuovo anno parlando di cose belle. Così sul sito di Rock Targato Italia è uscito il mio abituale articolo mensile dedicato ai consigli musicali. Questa volta parlo de nuovi lavori di Andrea Chimenti, Carver, Max Manfredi e Babalot con Pootsie.
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aspettando il 2022
Il 2021 mi sembra essere durato almeno un decennio, probabilmente anche per via del fatto che, come ampiamente previsto, il mondo che abitiamo oggi è davvero distante da quello in cui vivevamo a gennaio e molte cose che a inizio anno sarebbero parse a chiunque inaccettabili sono ormai entrate serenamente nell’uso comune della maggior parte di noi.
È stato un anno tragico in cui le fondamenta del nostro vivere civile e del nostro poterci definire esseri umani sono state scosse nel profondo, anche se personalmente so di essere stato un privilegiato e avere vissuto una serie di colpi di fortuna che mi hanno permesso finora di galleggiare sul caos generale in modo meno ostico rispetto alla gran parte dei miei connazionali. Ma forse questa consapevolezza mi ha fatto sentire ancora di più la responsabilità di dover dire ostinatamente “no” alla deriva imboccata e, anche per questo motivo, è stato un anno di piazze, di urla a squarciagola e di lotte che sono ben lontane dal concludersi.
Il grigio piovuto dall’alto, poi, non deve farmi dimenticare i momenti belli vissuti grazie alla ripubblicazione de “L’uomo a pedali”, anche se resterà il piccolo rimpianto di non avere potuto portare quel percorso fin dove mi ero promesso. Ma è stato giusto così: non c’erano più i presupposti per continuare serenamente quella strada.
Cosa posso aspettarmi dal 2022? Sicuramente ancora tantissimo grigio che non smetterà di piovere dal cielo fino forse a diventare nero, ma spero anche la stessa voglia di continuare a non chinare il capo. Per questo, se devo esprimere un desiderio per il nuovo anno, voglio pensare in grande: vorrei arrivare al prossimo trentuno dicembre ancora pienamente in pace con me stesso, con la mia coscienza e con tutto ciò che sono. -
buon Natale 2021!
A Natale si ricorda la nascita di un uomo che andava senza alcun timore ad abbracciare i lebbrosi e che ha sempre difeso prima di tutto la dignità di ogni singolo essere umano indipendentemente da qualsiasi tipo di condizione. Un uomo che oltretutto diceva di volerci liberare proprio dalla nostra paura più profonda e irrazionale.
Un Natale basato sul diffondere terrore, sul predicare divisioni o sul voler isolare chicchessia per qualsivoglia ragione, semplicemente non è Natale.
Buon Natale a chi, nel proprio intimo, non cede alla decadenza inumana di questi tempi che vogliono toglierci anche il Natale. -
a proposito di “Nel blu”
Qualche settimana fa qualcuno mi ha raccomandato di non dimenticarmi di essere prima di tutto uno scrittore perché, qualunque cosa possa accadermi attorno, la mia indole resterà inevitabilmente comunque sempre quella. Credo sia nata lì l’idea di pubblicare “Nel blu”: un racconto che ha avuto una genesi piuttosto lunga, tanto che già tre anni e mezzo fa ne avevo portato sul palco una versione embrionale in un paio di occasioni, e che ha faticato a trovare una forma definitiva.
Penso sia un racconto che si può leggere in tanti modi diversi, ma a me piace pensarlo soprattutto come la fotografia di uno di quei momenti in cui, sotto una parvenza di calma assoluta, si consumano le lotte interiori più spietate, prima fra tutte quella con l’eterna tentazione di arrendersi alla vacuità delle cose del mondo.
Il fatto che lo abbia pubblicato in pieno dicembre è un caso, però in fondo mi piace l’idea che qualcuno lo possa prendere come una sorta di regalo di Natale e soprattutto credo abbia molto più senso leggere questa storia durante i mesi più freddi piuttosto che in piena estate quando probabilmente avrebbe un sapore diverso. -
“Nel blu”: un nuovo racconto
C’è un nuovo racconto inedito che da oggi si può leggere e scaricare gratis dal mio sito. S’intitola “Nel blu”. Chi vuole lo consideri pure una specie di regalo di Natale completamente fuori tema per i miei pochi lettori, anche se in realtà è solo una cosa che mi andava di pubblicare.
Parla di un uomo che nuota da solo in mare aperto trovando un frangente di pace inattesa proprio mentre dentro di lui il mondo intero sembra essere nel pieno di un naufragio. Pochissime pagine che non danno risposte ma provano a tracciare i contorni di un momento di lotta intima e silenziosa fra la tentazione irrazionale di abbandonarsi alla deriva e l’istinto animale di continuare invece a nuotare. -
le stelle di Rock Targato Italia 2021
Dopo avere annunciato un paio di settimane fa i vincitori di quest’edizione del concorso dedicato ai musicisti emergenti, ieri i ragazzi di Rock Targato Italia hanno comunicato anche gli artisti a cui sono state assegnate le targhe speciali, che da qualche anno vengono assegnate ai protagonisti più interessanti della musica italiana.
Il riconoscimento per il miglior album dell’anno è andato a “Reset” dei Bachi da Pietra, un disco caustico e spigoloso che risponde bene per le rime all’asprezza di questa strana epoca, mentre quello come artista rivelazione è stato assegnato a I Fasti, che con la loro ironia pungente e la loro elettronica distorta hanno saputo reinventare il teatro canzone in chiave postmoderna. A questi si aggiunge la targa, già annunciata qualche tempo fa, a I Dischi Del Minollo come migliore etichetta dell’anno, che credo sia il meritato riconoscimento anche a tanti anni di coraggioso lavoro nell’underground più polveroso.
Come ha giustamente scritto Francesco Caprini nel comunicato stampa ufficiale: “La nostra curiosità è complicata, viaggia su strade poetiche con musiche personali e panorami illuminati da finestre aperte all’universo intero.” -
“L’uomo a pedali” secondo Demy Sessa
Siamo a un passo dall’inverno, il gelo la mattina inizia a farsi sentire e qua e là può capitare di imbattersi persino nei primi fiocchi di neve. Anche le strade ghiacciate e costellate di luminarie natalizie però portano spesso a mete inattese, così ogni tanto capita che qualcuno si imbatta ne “L’uomo a pedali” e decida di parlarne.
Ieri è successo alla blogger Demy Sessa, che ha dato spazio al libro sui suoi social definendolo come “un romanzo molto bello e soprattutto ben scritto”.
Per quanti hanno iniziato da poco a seguirmi, ricordo che il romanzo è pubblicato da Edizioni Del Faro ed è disponibile ovunque sia in formato cartaceo che in ebook. È una storia dai toni introspettivi in cui si parla di chilometri d’asfalto e di vita quotidiana: di grandi passioni e profondi di senso di smarrimento. -
dodici dicembre duemilaventuno
Cinquantadue anni fa si consumava la strage di piazza Fontana.
12 dicembre 1969. Credo sia vitale ricordarla, questa data. Credo sia importante non dimenticarlo, cos’è successo cinquantadue anni fa in Piazza Fontana, ma anche tre giorni dopo in questura, e sotto quanto fango le istituzioni hanno sepolto per decenni ogni spiraglio di verità. Credo sia bene tenerlo presente in ogni istante, di quante bugie, crimini e schifezze è stato capace il nostro Stato e quanti pochi scrupoli si sono fatti in più occasioni gli ingranaggi del potere nel sacrificare le vite dei cittadini o nel proteggere chi le ha spezzate. Credo sia importante ricordarlo sempre. Oggi più che mai.
Chi ha frequentato le proteste milanesi di quest’anno, poi, sa che quella piazza è stata per mesi il punto di ritrovo di ogni iniziativa. E credo sia stato bello provare a trasformare quel luogo in un tentativo di rinascita, ma soprattutto è stato importante ritrovarci così spesso lì per rinfrescarci ogni volta la memoria. Per non dimenticarci che tipo di Stato abbiamo di fronte, che valore irrisorio ha la nostra vita per chi tira le fila del potere e con quanta sprezzante ferocia è sempre stato trattato dalle nostre istituzioni chi chiede libertà e verità. E, nelle settimane più recenti, anche vedere proprio quella piazza militarizzata come non mai dai servitori dei potenti nel tentativo di reprimere ancora una volta con la forza ogni dissenso è stato parecchio significativo. -
Rock Targato Italia 2021
La scorsa settimana i ragazzi di Rock Targato Italia hanno annunciato i vincitori della nuova edizione del concorso. È stata inevitabilmente un’annata anomala, svolta interamente on line, a cui è mancato il contatto umano che è da più di trent’anni la vera anima della manifestazione, ma credo sia stato comunque bello e importante non fermarsi e soprattutto riuscire ad arrivare in fondo garantendo il rispetto di ogni tipo di scelta personale.
Sul piano musicale non sono mancate le note positive, dunque c’è di che essere soddisfatti, e personalmente ho apprezzato molto la scrittura sensibile e intelligente di Logan Laugelli (vincitore del premio Ronzani) e la carica rock’n’roll dei Circus Punk (vincitori del premio finale), ma anche l’approccio anni ’90 dei Velaska, la genuinità surreale de La Forma Delle Nuvole e l’energia dei Capatosta.
A conti fatti, sono passati vent’anni dalla prima volta in cui mi sono seduto al tavolo della giuria del concorso e in questi vent’anni il mondo della musica ha subito uno stravolgimento inimmaginabile però, anche se in queste ultime due edizioni è venuta a mancare tutta la ritualità del palco e delle finali dal vivo, è sempre bello continuare a fare parte di questa grande famiglia e mantenere vivo lo spirito che la anima da ormai 34 anni e da cui ho imparato moltissimo. -
gli ascolti di dicembre 2021
Sul sito di Rock Targato Italia è uscito il mio abituale articolo dedicato ai consigli musicali del mese. In questo caldissimo dicembre spazio dalla musica sacra al rap e dal pop al rock raccontando i nuovi lavori di Juri Camisasca, Marracash, Ognibene, Rota Carnivora e Giorgieness, ma anche il singolo di Theft Giacomo Grasso che è una bella e amara riflessione sul senso più intimo della libertà.