Categoria: diario

  • e tutto sta in quel niente

    “Verrà il giorno in cui ci spiegheranno le regole del caos”, ha scritto Vincenzo Di Pietro nella dedica sulla mia copia di “Dal margine“.
    Come dicevo nei giorni scorsi, “Dal margine” è un romanzo che ho visto nascere e ho amato fin dalla lettura delle primissime bozze per cui, dopo averne seguito tutta la lunghissima e tormentata gestazione, è stato un piacere poterlo tenere a battesimo insieme al suo autore nella bellissima serata di sabato al Baretto di Biassono e, in un clima meravigliosamente familiare, mantenere la promessa che io e Vincenzo c’eravamo fatti ormai qualche anno fa.
    Personalmente ho sempre visto “Dal margine” e il mio “Alice” come due fratelli illegittimi partoriti per puro caso da due menti diverse: si tratta ovviamente di due storie senza alcun reale punto di contatto, ma mi sembra abbiano dentro delle sensazioni di fondo che li rendono complementari e che i protagonisti respirino un caos purissimo e fragile che, in qualche modo, li avvicina.
    Nella serata al Baretto credo di avere messo chiaramente a fuoco quella che è la grande differenza fra i due romanzi, che è poi la differenza la mia scrittura e quella di Vincenzo: il mio Francesco si ostina in ogni modo a voler dare un senso a ogni istante, a cercare il bandolo della matassa del caos e, in qualche modo, a provare ad addomesticarlo e uscirne vincitore. Il Valerio di “Dal margine” invece ha la forza di fregarsene di tutto, di lasciarsi travolgere senza remore dal caos e di gettarvisi dentro a perdifiato sforzandosi di non pensare minimamente a cosa ci potrà essere in fondo al tunnel. Ci sono momenti in cui provo una certa invidia per questa sana incoscienza, e ce ne sono moltissimi altri in cui penso che, il giorno in cui riusciremo a trovare un equilibrio fra le due cose, le regole del caos non le avremo solo comprese ma potremo iniziare a dettarle.

    e tutto sta in quel niente
  • a Biassono (MB) con Vincenzo Di Pietro

    Ecco qui tutti i dettagli sull’evento di sabato al Baretto di Biassono (MB) in cui avrò il piacere di affiancare Vincenzo Di Pietro nella primissima presentazione di “Dal margine”, il suo nuovo romanzo: un libro che merita assolutamente di essere scoperto.
    Il tutto inizierà alle 19.00 e, per accompagnare le nostre parole, la cucina del Baretto proporrà un gustoso aperitivo arricchito, fra le altre cose, da un ottimo risotto ai pizzoccheri.
    Il Baretto è a Biassono (MB) in piazza San Francesco, 43.

    a Biassono (MB) con Vincenzo Di Pietro
  • “In non mi faccio mai male” – singolo

    “Io non mi faccio mai male”, il secondo singolo estratto da “Ogni sorso un ricordo” (l’album nato dall’incontro fra le mie parole, la mia voce e le musiche di Miky Marrocco), sarà in radio a partire dal 21 ottobre.
    Ecco come viene presentato il brano nel comunicato stampa diffuso dall’ufficio stampa Divinazione:
    “Io non mi faccio mai male” è un brano emblematico di un percorso fuori dagli schemi che frantuma i confini fra musica, teatro e letteratura.
    Un bambino in bicicletta cade violentemente a terra e si rialza urlando con rabbia di non essersi fatto niente. Una minuscola scena di vita che diventa quasi iconica, con la frase gridata dal bambino che si trasforma in una sorta di mantra che sembra volerci ricordare quanto sia proprio nei momenti in cui ci si sente più fragili che diventa indispensabile aggrapparsi all’illusione di essere invulnerabili.

  • a proposito di “Dal margine” di Vincenzo Di Pietro

    Vorrei dire molte cose su “Dal margine” di Vincenzo Di Pietro. Considerato però che il libro uscirà solo fra una decina di giorni, forse è meglio aspettare almeno il 22 ottobre, quando avrò il piacere di affiancare Vincenzo nella prima presentazione che farà in anteprima al Baretto di Biassono (MB).
    Nell’attesa, per iniziare a capire di cosa si parla, ecco qui il booktraler ufficiale del romanzo e la trama diffusa dall’editore:
    “Valerio Righi è un giovane artista estirpato dalle tranquille langhe piemontesi e precipitato, in meno di dodici ore, a Roma. La città appare peccaminosa e volgare, un asfittico luogo di speranze e alcoliche strette di mano nottambule. L’equilibrio, la razionalità, l’amore incondizionato verso Laura (che presto – anzi, prestissimo – diventerà sua moglie) sono punti fermi per riuscire ad andare avanti e raggiungere la fama. Ma a mettersi in mezzo ci penseranno la vacuità della metropoli e l’incontro con Giulia, una ragazza che cancellerà in un istante ogni suo premeditato piano di salvezza. La donna, con il selvatico ondeggiare dei suoi capelli umidi, innescherà una deflagrazione imprevista e apocalittica che modificherà tanto l’animo del protagonista quanto la sua arte.”

  • autunno primaverile

    Questo ottobre dal sapore stranamente primaverile porta con sé con due piccole novità:
    Entro la metà del mese, grazie al lavoro sempre appassionato dell’ufficio stampa Divinazione Milano, sarà possibile ascoltare in qualche piccola e coraggiosa radio “Io non mi faccio mai male“, il secondo singolo estratto da “Ogni sorso un ricordo“, il progetto che ho realizzato insieme a Miky Marrocco mischiando le mie storie e le sue musiche. Ovviamente non puntiamo alla hit-parade ma sarà un’altra piccola avventura per tornare a parlare di “Alice” e lasciare correre le mie parole lungo nuovi percorsi.
    Nell’ultima settimana del mese uscirà invece il nuovo libro del mio carissimo amico Vincenzo Di Pietro. S’intitola “Dal margine” e si tratta di un romanzo che ho visto nascere e che ho amato molto fin dalla lettura delle primissime bozze, per questo sono particolarmente felice di festeggiarne la pubblicazione accompagnando Vincenzo nella primissima presentazione che farà in anteprima sabato 22 ottobre al Baretto di Biassono (MB).

    autunno primaverile
  • nuove scoperte musicali

    In queste settimane sto ascoltando tantissimo l’album dei Merovingi. Fra la molta musica “nuova” ascoltata di recente, questi ragazzi di Parma sono la cosa che più mi ha colpito per la profondità e il coraggio della loro ricerca musicale, letteraria e spirituale. Si tratta di un progetto decisamente affascinante che merita un ascolto attento.

  • giuria Rock Targato Italia 2016

    Non ho mai avuto un buon rapporto con la freddezza dei numeri e, a maggior ragione, dover sintetizzare in una serie di voti il significato di un’esibizione artistica mi crea sempre qualche imbarazzo. Nonostante questo far parte della giuria di Rock Targato Italia è sempre un’esperienza estremamente interessante e significativa, oltre all’occasione per incontrare amici vecchi e nuovi.
    Anche quest’anno al Legend ho sentito diverse band interessanti e tante proposte che cercano coraggiosamente di farsi largo fuori dai percorsi sovraffollati dei media mainstream o delle webzine modaiole. Tanta energia e tanta buona musica, con un buon livello qualitativo e alcune sorprese davvero notevoli.

    I risultati del concorso sono disponibili sul sito www.rocktargatoitalia.eu

    giuria Rock Targato Italia 2016
  • Rock Targato Italia 2016

    Forse l’ho già detto ma mi fa piacere ripeterlo: Rock Targato Italia è una realtà verso cui sarò sempre in debito. Anche per questo motivo sarà un onore e un piacere fare parte anche quest’anno della giuria delle finali nazionali del concorso che si terranno nei prossimi giorni (19, 20 e 21 settembre) al Legend Club di Milano. Ho già avuto modo di ascoltare, in un modo o nell’altro, tutti gli artisti finalisti e ci sono alcune realtà da cui mi aspetto molto.

  • fine vacanze

    Eccomi qua. Il rientro dopo la pausa estiva ha sempre il sapore del primo giorno di scuola.
    Nelle ultime tre settimane sono riuscito a staccare la spina da tutto quanto, senza perdermi a inseguire nessuna idea, senza pensare a nulla e senza scrivere nemmeno mezza riga. Mi è capitato pochissime volte, in tutta la vita, un periodo di relax così assoluto.
    Ora però, ricaricate le batterie, la voglia di ripartire e ributtarsi nel lavoro e nella vita è tanta. Non ho ancora ben chiaro tutto ciò che succederà nei prossimi mesi, ma un paio di cose in cantiere già ci sono e l’intento sarà sicuramente quello di proseguire il bel percorso iniziato con “Alice”. Credo ci sia ancora della strada da fare.

    fine vacanze
  • Giovalli Lindo Ferretti e il teatro barbarico

    Non è un segreto il fatto che Giovanni Lindo Ferretti sia un artista verso cui ho sempre nutrito una venerazione particolare. Ovvio, di conseguenza, che vederlo transitare per due giorni di fila sulle sponde del lago di Como (sabato con la proiezione del film “Bar bar – Tracce di un teatro barbarico” seguita da un’esibizione live molto particolare, e domenica con una nuova versione del suo magnifico spettacolo equestre), a pochi chilometri dai luoghi in cui sono cresciuto, non poteva che essere per me un evento unico.
    Mi affascina sempre di più la figura del Ferretti di oggi: un uomo pacificato con se stesso, con la propria storia e con le proprie radici ma dallo sguardo sempre vigile e l’animo più che mai in conflitto con le derive materialiste e utilitariste del mondo moderno. Mi piace molto il suo essersi eretto a custode e cantore di un mondo in estinzione e il teatro barbarico, che pure avevo già avuto modo di scoprire lo scorso anno a Reggio Emilia nella sua forma più completa, è un’esperienza che va assolutamente vissuta, studiata e assaporata. Uno spettacolo profondo ed emozionante dai mille livelli di lettura, fuori dal tempo eppure tremendamente attuale.
    “Sembra sole nascente, il sole d’occidente…”

    Complimenti alla Fondazione Giovanni Lindo Ferretti e alla Corte Transumante di Nasseta per come stanno portando avanti con Lindo questo spettacolo, e grazie all’acqua Chiarella per avere ideato e reso possibile queste due giornate.

    Giovalli Lindo Ferretti e il teatro barbarico
  • Il Giornale Off

    Un’ultima bella notizia prima del relax estivo: qualche giorno fa Il Giornale OFF, inserto on line del quotidiano Il Giornale, ha dedicato un bell’articolo a “Ogni sorso un ricordo” definendolo come “un album suggestivo e fuori da ogni schema.”

    clicca qui per leggere l’articolo

    Il Giornale Off
  • estate 2016

    Se è vero che, come diceva John Lennon, la vita è quella cosa che ti accade mentre sei impegnato a fare altri programmi, negli ultimi mesi devo aver vissuto parecchio, considerato che anche l’estate quest’anno mi è piombata addosso senza nemmeno che mi rendessi conto che si stava avvicinando.
    Finalmente, chiusi anche gli ultimi lavoretti, è tempo di staccare la spina da tutto quanto concedersi un pochino di totale relax.
    Auguro a tutti delle vacanze serene.

    estate 2016
  • Omar Pedrini al Parco Tittoni

    “Cade la pioggia e piovono i ricordi…” (O.P.)
    Era la prima metà degli anni ‘90 e io ero un adolescente fuori posto e fuori tempo in costante conflitto con me stesso e col mondo che mi circondava, quando mi sono imbattuto per la prima volta nelle canzoni dei Timoria: un incontro che ha cambiato molte cose, che mi ha aiutato a iniziare a capire meglio anche me stesso e che soprattutto ha rappresentato per me la prima vera porta d’ingresso verso un nuovo universo musicale, umano, letterario e molto altro. La prima vera porta d’ingresso verso quello che da allora, in un modo o nell’altro, non ha mai smesso di essere il mio mondo.
    Sarò sempre in debito verso Omar Pedrini – Pagina Ufficiale e mi ha fatto davvero piacere, sabato scorso al Parco Tittoni, rivederlo sul palco in grandissima forma e tornare a perdermi fra quelle canzoni. Perché in fondo, nonostante i tanti anni passati, quando parte il riff di “Senza vento” è sempre un tutto al cuore e “Verso oriente”, “Via Padana Superiore” o “Sangue impazzito” lasciano sempre dei brividi non indifferenti.

    Omar Pedrini al Parco Tittoni
  • Castelmarte

    Da Castelmare mi capitava di passare spesso in bicicletta, tanti anni fa, più o meno in un’altra vita, quando le gambe e i polmoni ancora reggevano un minimo. Mi ha fatto piacere tornarci e trovare la splendida sorpresa di un paesino vivo, amministrato da persone competenti, curiose e con tanta voglia di fare, decisamente in controtendenza rispetto al vuoto pneumatico che sembra dominare buona parte di queste terre.
    L’incontro a villa Castelli è stato davvero un bell’evento, organizzato molto bene, vissuto in un’atmosfera piacevole e condotto da un Angelo Quatrale vulcanico. Anche Duilio Parietti, di cui mi prometto di leggere presto il romanzo “Se non sono gigli”, si è rivelato, con i suoi modi garbati, una bella scoperta e una persona interessante con cui confrontarsi.
    Sul piano chilometrico è stato l’evento più vicino a casa a cui abbia mai partecipato: è stato davvero bello viverlo in un contesto così sereno e positivo.

    Castelmarte
  • Francesco Caprini e Il Giorno

    Segnalo questa bella intervista a Francesco Caprini: mio amico, storico scopritore di grandi artisti, personaggio con moltissime cose da dire e persona che, con Divinazione Milano, da un paio di anni si occupa di promuovere anche i miei lavori e accompagnare il mio percorso.

    [leggi l’articolo]

  • 26 luglio a Castelmarte (CO)

    La grazia o il tedio a morte del vivere in provincia” cantava Guccini. Personalmente mi ci sono rivisto spesso in quella frase e, pur amando molto gli splendidi luoghi in cui sono nato, non ho mai smesso di avere con loro, come ogni ragazzo di provincia, un rapporto contrastante.
    Martedì (26 luglio) avrò il piacere di portare qualche pezzetto delle mie storie a meno di dieci chilometri da casa: quel giorno, alle 20.30, sarò infatti a Castelmarte (CO) per tornare a raccontare “Alice” nella splendida cornice del cortile est di Villa Castelli, all’interno di un incontro letterario presentato da Angelo Quatrale che mi vedrà protagonista insieme allo scrittore ticinese Duilio Parietti.
    Si tratta di un evento un pochino diverso rispetto alle mie ultime esibizioni dal sapore decisamente più teatrale, ma sarà un appuntamento molto interessante in cui tornare ad immergersi nelle atmosfere di “Alice” in un contesto davvero suggestivo.

    26 luglio a Castelmarte (CO)
  • il pesce siluro

    “Il pesce siluro” doveva essere un brano “in più”, come una specie di traccia fantasma: anche per questo Miky si è divertito a sperimentare più che mai dandogli una veste estremamente minimale e straniante.
    Riascoltandolo mi rendo conto che questo brano, con questo arrangiamento, era indispensabile. In queste parole che suonano quasi sospese fra sogno e realtà mi sembra di essere finalmente riuscito a mettere realmente a fuoco in tutta la sua spiazzante delicatezza quel “qualcosa che nemmeno noi riuscivamo a capire fino in fondo, e che probabilmente non aveva nemmeno senso provare a spiegare, ma che per una miriade di ragioni, del tutto irrazionali eppure perfettamente logiche, ci sembrava enorme e preziosissimo”.

  • Alice e Battiato a Milano

    Venerdì sono stato a vedere il concerto di Alice e Franco Battiato ad Assago.
    Lei ha il dono di mettere in ogni cosa che fa un’eleganza ammaliante. Lui, nonostante la voce che inizia a risentire dell’età, ha sempre classe, genio e personalità di livello assoluto, oltre a un repertorio che credo parli da solo. Insieme hanno fatto, come sempre, uno spettacolo notevolissimo capace di vestirsi di mille diverse sfumature.
    Sento spesso elogiare artisti mediocri con l’alibi che “sanno essere popolari”. Ecco. Credo sia bene tenere sempre presente l’esempio di Battiato per ricordarsi che “essere popolari”, anche nel senso più sfacciato del termine, non significa per forza scrivere banalità o cavolate senza senso, ma si può essere popolari anche lavorando su diversi livelli di lettura e proponendo comunque contenuti altissimi ed estremamente personali.

  • “e io l’ho visto”

    “E io l’ho visto” prova a sgarbugliare i fili rimasti nella matassa e raccontare uno di quei rarissimi istanti in cui, se la vita fosse un film, si potrebbero far partire i titoli di coda e mandare tutti a casa, perché il caos in cui hai vagato per anni sembra avere finalmente trovato il proprio compimento perfetto e tutto ciò che ti è sempre sembrato di intravedere dietro alla nebbia di troppi pensieri confusi ti si para davanti in modo lampante, “impossibile da fraintendere o da sminuire”.
    Il fatto che nella vita non ci siano titoli di coda e, il più delle volte, un attimo dopo le carte finiscano con lo scombinarsi nuovamente non mi sembra poi così importante in questa sede. “Vincere o perdere è solo un dettaglio assolutamente insignificante”, diceva il protagonista di un altro mio romanzo.

  • essere o non essere

    In queste ultime settimane ci sono stati diversi pensieri, alcuni importanti e altri meno, che mi sono sfuggiti fra le dita e non ho avuto tempo di sviscerare. Fra quelli meno rilevanti, resta la sensazione di dover spiegare la decisione di pubblicare “Ogni sorso un ricordo” solo in formato digitale.
    Il fatto è che negli ultimi anni è cambiato molto anche il mio approccio da ascoltatore\lettore e io per primo, da fruitore, mi sento sempre sempre più distante dal feticismo di chi mette il culto dell’oggetto davanti al piacere del gustarne il contenuto. Dunque, per come girano le cose oggi nel mondo reale e per quello che è il mio rapporto con questi brani, pur sapendo che per le bizzarre dinamiche del giornalismo italiano questa scelta avrebbe finito col penalizzare non poco la promozione dell’album, mi sembrava giusto lasciare il disco libero di viaggiare per il mondo  e vivere la propria vita senza costringerlo ad assumere nessuna forma fisica, senza bisogno che qualcuno lo portasse a spasso indirizzandone i percorsi e senza farlo diventare in nessun modo un oggetto commerciabile. Tutto qui.

    essere o non essere

Archivio:

I miei libri:

Contattami: