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Paddington
A volte c’è bisogno di un pizzico di sana leggerezza. Così, fra i film usciti di recente, quello che davvero mi ha conquistato è “Paddington”: un film semplicissimo, costruito attorno alla figura di un adorabile orsetto, che si rifà agli insegnamenti di casa Disney in modo riuscito, con momenti di grande divertimento e altri di tenerezza. Era un po’ che non ridevo in modo così genuino al cinema.
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“mi sono visto che ridevo”
“…mi sono guardato piangere in uno specchio di neve, mi sono visto che ridevo.” (F.De André)
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fotografie sulla neve
Qualche giorno fa sono stato a Livigno (SO) per un piccolo set fotografico per qualche scatto che verrà usato per accompagnare la promozione dei miei prossimi lavori. Mi piaceva l’idea che insieme a me, in queste nuove foto, ci fosse la neve.
Le fotografie, opera di Sonia Bonfanti, saranno visibili prossimamente. Intanto lascio questa piccola anteprima in cui familiarizzo con un abitante del posto. -
buon 2015!
Il 2014, per quanto mi riguarda, è stato uno di quegli anni finiti prima ancora di rendermi conto che sono iniziati. Però è stato un buon anno.
E’ stato un anno di lavoro intenso che per lunghi tratti mi ha un po’ estraniato dalla realtà, specie durante le lunghissime sessioni di (ri)scrittura per cercare di dare una forma compiuta a ciò che vedrà la luce nei prossimi mesi. Ma è stato anche un anno piacevolmente girovago, soprattutto per via del tuor al fianco di Miky Marrocco per promuovere il suo “Nicovid”. Ed è stato un anno in cui non sono mancati gli incontri positivi e i momenti degni di essere ricordati.
Buon 2015 a tutti! E che il nuovo anno possa realizzare almeno qualche desiderio piccolo piccolo… -
i miei ascolti di dicembre 2014
Visto il periodo festivo, anticipiamo un pochino le consuetudini.
I tre album che sto ascoltando di più in questo mese di dicembre:
1. Elettronoir – “E che non se ne parli più”
2. Santo Barbaro – “Geografia di un corpo”
3. Francesco De Gregori – “Vivavoce”
Gli -ELETTRONOIR- li seguo fin dagli esordi e continua ad affascinarmi molto, la loro new-wave visionaria e decadente calata in un immaginario anni ’70. I Santo barbaro sono una realtà anomala capace di raccogliere l’eredità dei CCCP esprimendo un’irrequietezza post-punk nevrotica e incisiva. Francesco De Gregori infine, in questi giorni di festa, è difficile non ascoltarlo. -
“Filo alto” a Natale
Non è propriamente un regalo di Natale perchè è già uscito da qualche mese però, casomai qualcuno se lo fosse perso, in attesa di poter svelare qualcosa sui nuovi progetti, il mio racconto “Filo alto” è sempre disponibile sul mio sito in download gratuito.
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diventare grandi
“…pensiamo di affrontare il mondo via via che il cuore si gonfia dentro il petto, e negargli lo sfogo ci sembra un dovere. Diventare grandi crediamo sia questo soffrire in silenzio, parlare per allusioni o fare gesti che abbiamo visto fare, mischiare veleno e miele dentro il cuore.” (Vasco Pratolini)
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offerta natalizia
A Natale anche gli editori diventano più buoni.
Per il periodo delle Feste, Edizioni Del Faro rilancia l’ebook di “Suonando pezzi di vetro” in offerta a 0,99 €.
E’ l’occasione per dare un ultimo sguardo al passato, prima di un 2015 che si annuncia pieno di novità.
L’offerta è valida per tutti i formati digitali e per tutti gli store (ibs, amazon, bookrepublic, ecc…). -
turisti ignoti
Non mi era mai capitato, in questo periodo dell’anno, di vedere Roma con una veste così poco natalizia, senza nemmeno lo storico mercatino di piazza Navona. E’ come se l’amministrazione della Capitale, come in un film di Walt Disney, avesse deciso di cancellare il Natale. In compenso la mia trasferta romana è stata probabilmente una delle più allegre e spensierate di sempre: è stata l’occasione, oltre che per perdermi per qualche ora nell’abituale caos dolce della fiera e stringere qualche mano, per confrontarmi con lo staff di Edizioni Del Faro e definire un futuro ormai prossimo, ma soprattutto per staccare la spina da tutto per un paio di giorni, abbandonarmi ai sorrisi e agli incontri imprevisti che Roma sembra sempre riservarmi, e giocare anche a fare il turista con una guida decisamente fuori dagli schemi. Ci voleva.
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Rino Gaetano
Le trasferte romane sono spesso l’occasione per rivedere qualche vecchio amico. Questa volta ho pensato di passare prima di tutto a fare un salutino a Rino Gaetano al cimitero del Verano.
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l’8 dicembre incontro i lettori a Roma
Ormai è un’usanza a cui sono affezionato, la visita alla fiera di Roma.
Lunedì (8 dicembre), da mezzogiorno alle 14, sarò ospite dello stand di Edizioni Del Faro a “Più Libri Più Liberi” (Roma – Palazzo dei Congressi – zona Eur – stand B20) per l’ormai tradizionale incontro con i lettori.
Sarà, come ogni anno, l’occasione per incontrarsi, conoscersi e fare due chiacchiere in mezzo al caos sempre vitale della fiera. Se siete in zona, passate pure a salutarmi. -
i miei ascolti di novembre 2014
I tre dischi che ho ascoltato di più in questo novembre rapido e sfuggente:
1. Cristina Donà – “Così vicini”
2. Francesco De Gregori – “Vivavoce”
3. Fedez – “Pop-hoolista”
Mi ha fatto piacere vedere Cristina Donà, di cui ho amato molto i primi due album ma ho seguito un po’ meno le evoluzioni successive, riproporsi con un bel disco di canzoni cristalline che condensano tutte le sue anime. Su Francesco De Gregori credo ci sia ben poco da dire: anche quando si diverte semplicemente a giocare con il proprio repertorio, resta sempre lui. Fedez è stato una piacevole sorpresa: è giovane (non solo anagraficamente) ma scrive canzoni pop facili che fotografano i nostri giorni da una prospettiva diversa con le giuste dosi di lucidità e ironia. -
“La neve era sporca”
Georges Simenon per me resta un maestro assoluto nello scavare nell’animo dei personaggi più complessi in modo profondo e privo di qualunque compromesso.
“La neve era sporca” è stato il primo suo romanzo che ho letto, ormai diversi anni fa, ed è stato un’autentica folgorazione. Resta uno dei suoi lavori più crudi e controversi: scurissimo e davvero doloroso, come un viaggio allucinato senza scampo nelle contraddizioni di un protagonista scostante ma profondamente fragile. -
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gli asteroidi di Alia
Oggi è uscito “Asteroidi”, il nuovo album di Alia. Ne parlo perché è un disco che ho visto nascere, ma soprattutto perché credo lo meriti: è un insieme di canzoni pop delicatissime che mettono in mostra una sensibilità e una spontaneità che oggi hanno in pochi. Da scoprire e ascoltare con calma.
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un pensiero per gli amici liguri
Ci tengo a mandare un pensiero e un abbraccio agli amici liguri contro i quali sembra essersi accanito con particolare ferocia quello che De André chiamava “il tumulto del cielo”.
Ogni volta che sono stato nella loro regione ho passato dei bei momenti e anche quest’estate mi è capitato di trascorrere qualche giorno proprio nella zona che oggi è maggiormente colpita dalle intemperie, per cui mi mette molta tristezza vedere le immagini di questi giorni.
Coraggio! -
due anni di “Suonando pezzi di vetro”
Esattamente due anni fa usciva “Suonando pezzi di vetro”. Probabilmente dovrei scrivere un pensiero a riguardo ma, a dire il vero, in questo momento non ho molta voglia di guardarmi alle spalle. Dunque, per una volta, lascio da parte le riflessioni e mi limito a riproporre un paragrafo del romanzo. Il primo.
“Le magliette sotto alle maglie dei giocatori di calcio: quelle semplicissime t-shirt bianche con una dedica, un messaggio d’auguri o un pensiero particolare scritto a pennarello che a volte i calciatori mostrano, sollevando la maglia da gioco, dopo aver segnato un goal. Ultimamente si usano molto meno rispetto a qualche anno fa, ma a volte mi capita di riflettere sul fatto che, per ogni messaggio mostrato al pubblico e alle telecamere, ce ne saranno sicuramente decine e decine che nessuno ha mai potuto vedere e sono rimasti nascosti sotto alla divisa da gioco perché il giocatore, almeno in quella partita, non ha segnato nessun goal. E’ incredibile provare a immaginare quanti auguri, quante sbruffonate e quanti pensieri dolci, nel corso degli anni, a causa di un goal mancato, devono essere rimasti ad assorbire sudore a stretto contatto con la pelle senza poter esplodere e mostrarsi al mondo. Bisognerebbe dedicare un monumento -o magari addirittura un intero museo- a queste esultanze mancate. E, magari nella stessa piazza, bisognerebbe farne anche uno per i treni che non si è riusciti a prendere, per gli amori che si è scelto di non vivere e per le canzoni che nessuno ha mai ascoltato o che l’autore, per qualche motivo, non è riuscito a completare. Proprio come la canzone che io ho cercato di scrivere per Valeria, senza mai riuscire a trovare il ritornello giusto.”
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a proposito di Stefano Cucchi
Per poco più di due anni, fra il 2011 e il 2013, ho portato avanti un progetto che cercava di regalare qualche momento di svago e di riflessione, sotto forma di musica e parole, ai ragazzi del terzo reparto del carcere di San Vittore. E’ anche per questo che tutto ciò che riguarda la triste vicenda di Stefano Cucchi mi suona come un pugno nello stomaco: di ragazzi come lui ne ho conosciuti tanti, ho avuto la fortuna di confrontarmi molte volte con loro in modo davvero sincero e profondo, e ho avuto modo di vedere con i miei occhi cos’è davvero il carcere. E credo sia stata una delle esperienze che più mi ha arricchito umanamente nel corso della mia vita.
Vicende come la tragedia di Cucchi non dovrebbero essere nemmeno concepibili, in un Paese civile: questa è l’unica cosa che ha davvero senso affermare. Tutto il resto è solo aria malsana, comprese le sentenze e l’arroganza con cui il potere cerca per l’ennesima volta di insabbiare la verità.
Mi sentirei però di dire una cosa ai vari Giovanardi e ai troppi tuttologi che in questi giorni si riempiono la bocca di discorsi assurdi: prima di sparare altre cazzate, dovreste avere l’umiltà di andare a parlare con i ragazzi come lui, ascoltare le loro storie e scoprire chi sono realmente. Almeno sapreste di cosa state blaterando e forse imparereste qualcosa. -
i miei ascolti di ottobre 2014
I tre dischi che ho ascoltato di più in questo ottobre di fratture emotive, lunghi silenzi e idee rimesse continuamente in discussione:
1. Paolo Conte – “Snob”
2. Max Manfredi – “Dremong”
3. Paolo Benvegnù – “Earth Hotel”
L’album di Paolo Benvegnù è un condensato densissimo di malinconia irrequieta. Quello di Max Manfredi è molto ricercato e sfaccettato, da assimilare con grande calma e attenzione. Su Paolo Conte invece è impossibile dire qualcosa che non sia già stato detto, ma è bello ritrovarlo in forma.