Categoria: diario

  • gli ascolti di dicembre 2022 – prima parte

    Dicembre. Il freddo si fa pungente e molti iniziano a fare i conti con le bollette dagli importi portati deliberatamente sempre più fuori controllo. Tutto sembra raddoppiare e al tempo stesso la società sembra spaccarsi sempre più in due. Così, in questo mese di dicembre, anche l’appuntamento con la mia rubrica dedicata ai consigli musicali sul sito di Rock Targato Italia raddoppia. Nella prima parte, pubblicata oggi, parlo di Luca GemmaBattistaPetrina e Bob Balera.

    gli ascolti di dicembre 2022 – prima parte
  • ciao Davide

    La tragedia di Davide Rebellin mi sta lasciando una tristezza enorme. Rebellin è stato un personaggio splendido di cui ho seguito con affetto la parabola sportiva fin dagli esordi nella prima metà degli anni ‘90, di cui ho sempre stimato il garbo nell’affrontare sia i trionfi che le sconfitte e le troppe ingiustizie subite dai media e dalle varie federazioni, e che ho amato più che mai in questi ultimi anni in cui, quasi come un personaggio da fiaba, ha dimostrato una tenacia monumentale nel non arrendersi allo scorrere del tempo. Credo che la sua storia parli da sé, ma probabilmente la sola storia non basta a spiegare tutto quanto.
    Forse ad addolcire la tristezza può esserci solo l’inutile romanticismo del pensare che in fondo uno come lui poteva andarsene via solo così: in sella alla sua bicicletta facendo ciò che più amava.
    Oltre alla tristezza però c’è anche una punta di rabbia perché sappiamo tutti che il ciclismo è qualcosa che comporta per sua natura dei rischi ma, con la mancanza di educazione al rapporto con utenti diversi dalle automobili, l’incattivimento sociale e la folle frenesia di questi anni, le strade del nostro Paese si stanno trasformando sempre più in una giungla in cui non c’è la minima attenzione per i più fragili e chiunque non abbia un motore potente è visto solo come un ostacolo da scavalcare nel più breve tempo possibile anche a costo di rischiare di travolgerlo. Credo che su questo tema occorrerebbe fare una seria riflessione sociale perché la situazione, come può testimoniare chiunque faccia anche solo una manciata di chilometri in bicicletta, è davvero drammatica.

    ciao Davide
  • verso Roma 2022

    Finora il percorso de “L’uomo a pedali” ha seguito, sia per scelta che per necessità, strade decisamente insolite per un romanzo, con parecchi chilometri percorsi sui pedali e praticamente nessuna apparizione in contesti canonicamente letterari. In quest’ultimo scorcio di 2022 però ho voglia di tornare a fare anche qualcosa di diverso, così venerdì 9 dicembre, dalle 16.00 alle 18.00, sarò a Roma, ospite dello stand di Edizioni del Faro (stand G54) alla fiera Più libri più liberi, per incontrare i lettori e fare due chiacchiere con chi vorrà passare a salutarmi. È da tanto che non faccio un incontro di quel tipo, dunque sono molto contento di tornare a buttarmi nel caos della fiera.

    verso Roma 2022
  • dieci anni suonando pezzi di vetro

    In questi giorni “Suonando pezzi di vetro” ha compiuto dieci anni e, dopo tanto tempo, credo di non essere ancora riuscito a trovare un equilibrio nel mio rapporto con quel romanzo: un dettaglio abbastanza curioso visto che uno dei temi del libro è anche il rapporto complesso fra un artista, le proprie opere e il resto del mondo.
    In realtà mi capita spesso di pensare che quello sia uno dei miei lavori meglio riusciti. Credo sia un romanzo che parla di istanti di passaggio e di quanto può essere ostico per determinate persone incastrarsi fra le regole basilari dell’esistenza che tutti conosciamo: un tema che, a ben vedere, nei miei libri ritorna spesso, però in quel romanzo credo lo faccia con una forza particolare data forse anche dal fatto che il protagonista è un musicista e la storia è ambientata fra le contraddizioni del mondo polveroso della musica indipendente, il che mi ha permesso di fare esplodere molte sensazioni in modo abbastanza forte raccontando un ambiente che conoscevo bene. Tra l’altro credo sia anche il libro su cui, almeno come numero di stesure, ho lavorato meno, e forse anche questo ha contribuito a enfatizzare quell’aura di intimità e schiettezza mantenendo viva la fragile impulsività degli appunti iniziali. O almeno così mi sembra di ricordare, visto che non lo rileggo da una vita.
    Credo che il mio rapporto con quel libro si sia complicato soprattutto per via di un percorso promozionale vissuto in modo piuttosto convulso, come se l’irruenza del libro fosse filtrata anche lì senza che io fossi preparato a gestirla, il che mi ha portato ad allontanarmene fin troppo in fretta uscendone piuttosto frastornato. Però, se non altro, tutto questo è servito a insegnarmi il tipo di corazza di cui devi munirti e la serenità che costruirti attorno prima di lanciarti nella pubblicazione di un nuovo romanzo.

    dieci anni suonando pezzi di vetro
  • gli ascolti di novembre 2022

    Districarsi nella selva delle uscite discografiche autunnali è un lavoro non da poco: un’impresa seconda forse solo alla ricerca di un grammo di verità minimamente rilevante fra le pagine di un qualsiasi giornale italiano, quanto a impegno richiesto. Anche se per fortuna con i dischi abbiamo molte più possibilità di ottenere qualche soddisfazione.  Dunque, anche in questo novembre confuso torna la mia consueta rubrica dedicata ai consigli musicali sul sito di Rock Targato Italia. Questa volta parlo delle nuove uscite di Manuel AgnelliMàdregaRoberto CasanoviTheft Giacomo GrassoMeg Jack Anselmi.

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    gli ascolti di novembre 2022
  • mentre il mondo parla del nulla

    Le guerre hanno sempre avuto solo due obbiettivi: ridistribuire la ricchezza verso l’alto (cioè impoverire le popolazioni, senza distinzioni di bandiera, per arricchire le élite) e rafforzare, da ogni lato del fronte, la posizione di chi detiene il potere. Tutto il resto è pura propaganda. Per questo il sistema in cui viviamo è stato spesso complice dei venti bellici in ogni angolo del mondo e in questi tempi complicati li sta spingendo con accanimento morboso coinvolgendoci in modo sempre meno indiretto.
    In questi giorni si sta alzando molta polvere mediatica per concentrare l’attenzione popolare su polemichette innocue, perciò credo sia più che mai vitale ricordare quali sono le urgenze del nostro tempo e non smettere di portare avanti, ognuno come può, il dissenso verso un sistema che, al di là dei giochetti di palazzo, non muta di una virgola la propria essenza e continua ad alimentarsi spingendoci verso il dramma sociale, fomentando conflitti, tagliando servizi essenziali per investire in armamenti, creando divisioni, impoverendo le popolazioni, elevando il ricatto sociale a forma di governo e perseguendo interessi che non sono certo quelli di noi comuni cittadini.
    Da tempo ci ripetiamo che ci aspetta un inverno complicato, dunque credo sia bene arrivarci col giusto spirito: senza rassegnazione e senza alcuna negatività ma nemmeno con la placida accettazione di qualunque cosa ci piova addosso. Credo sia giusto arrivarci, come già in passato, con grande consapevolezza e sempre determinati ad andare comunque avanti a testa alta prendendo in ogni modo possibile le distanze da ciò che ci sta spingendo sempre più lontani da una società a misura d’uomo.

    p.s.: per fortuna ci sono diverse persone che stanno provando a mobilitarsi o lanciare un proprio segnale. Per esempio domani (sabato 29 ottobre) a Milano ci sarà un corteo per portare anche nelle strade la voce di chi non vuole rassegnarsi a quanto sta accadendo e all’atteggiamento del nostro Paese riguardo le guerre, le armi, la crisi energetica e quella sociale. A quanto ho letto, il ritrovo è alle 15.30 in piazzale Loreto. Ci si vede lì, spero.

    mentre il mondo parla del nulla
  • Milano e l’Italia un anno fa e oggi

    Un anno fa, nonostante i giorni vergognosi che stavamo vivendo, di sabato pomeriggio Milano era bellissima con i cortei contro l’obbligo della “tessera verde” che ogni settimana provavano a resuscitare la coscienza della nazione. Credo che raramente si sia visto nel nostro Paese un movimento così variegato, totalmente apartitico, privo di una guida eppure coeso e determinato nella volontà di continuare a sentirsi esseri umani e non abbandonarsi alle pericolose derive verso cui il potere ci sta tuttora spingendo.
    Poi sappiamo com’è finita: prima le bugie urlate dai grandi media, poi i manganelli e le piazze militarizzate in stile sudamericano, e alla fine il colpo di grazia interno inferto da chi ha provato a mettere il cappello sul movimento finendo col polverizzarlo.
    Sabato scorso, partecipando alla manifestazione per Julian Assange, mi sono reso ulteriormente conto di quanto mi manchi a questo Paese un movimento d’opinione di quel tipo e di quella portata, pur con tutti i limiti che poteva avere. D’altra parte non dimentichiamo che le ingiustizie ancora in corso, i venti bellici che soffiano sempre più forte, la società super controllata che viene promessa di continuo e il dramma energetico e sociale che stanno apparecchiando dall’alto sono figli delle stesse logiche a cui in quelle piazze ci si cercava di opporre. Ciò che mi consola è che sono sicuro che sotto alla cenere ci sia ancora molta brace e che l’energia di quei pomeriggi nella sua espressione più sana sia ancora viva nell’animo di molte persone e al momento opportuno saprà tornare a regalare luce, in un modo o nell’altro.

    Milano e l’Italia un anno fa e oggi
  • quindici anni da “Tutto passa invano”

    Nell’ottobre di quindici anni fa usciva un libricino intitolato “Tutto passa invano”: la mia prima pubblicazione letteraria. Doveva essere una parentesi isolata e assolutamente personale, invece è stato l’inizio di un percorso piuttosto sfaccettato che, guardandolo a posteriori, credo si sia snodato in tre strani e non programmati cicli quinquennali.
    C’è stato un primo quinquennio fatto di grandi slanci, di belle aspettative, di occasioni importanti spesso gestite male e di un gran fervore creativo. C’è stato un secondo quinquennio dedicato alla sperimentazione di nuove forme espressive e al provare a muovermi in tutto e per tutto a modo mio staccandomi dalle logiche tradizionali del mondo editoriale per trovare finalmente una mia dimensione. E c’è un terzo quinquennio che probabilmente devo ancora decifrare in cui credo di avere provato a tirare qualche somma e a fare i conti con me stesso.
    Al di là di tutto però mi rendo conto che in quella manciata di paginette pubblicate in formato super tascabile quindici anni fa c’erano già condensate, anche se in forma embrionale, molte delle cose che ho poi provato a sviluppare negli anni successivi. Il che mi fa pensare che, se non altro, pur con tutti gli sviluppi, le cadute, le disillusioni e i moltissimi possibili errori, ho sempre mantenuto almeno una certa coerenza, nel bene e nel male.

    quindici anni da “Tutto passa invano”
  • a proposito di “Al centro”

    “Al centro” credo sia un racconto che parla di istanti di passaggio, del tempo che non smette di scorrere, dei punti fermi a cui ogni tanto si sente il bisogno di appoggiarsi e soprattutto dell’incredibile fragilità delle cose della vita. Rileggendolo mi lascia un piacevole senso vulnerabilità e sono contento di averlo lasciato libero all’interno dell’antologia per il decennale di TraccePerLaMeta: un progetto che si presenta come una specie di festa informale in cui ognuno degli invitati ha voluto portare in regalo un piccolo pezzetto di sé finendo col realizzare un collage di sensibilità diverse e stili lontanissimi fra loro.
    D’altra parte mi rendo conto anche che le mie pubblicazioni in campo letterario si stanno facendo sempre più rade e lontane, per cui ogni tanto è bene che qualcosa torni a spingermi nel mio terreno naturale e mi ricordi da dove vengo e in quale direzione prima o poi dovrei anche riprendere ad andare.

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    a proposito di “Al centro”
  • un racconto inedito per TraccePerLaMeta

    TraccePerLaMeta è un’associazione culturale gestita da persone sensibili e sempre gentilissime. In questi mesi l’associazione ha festeggiato i propri dieci anni di attività e ha voluto celebrare la ricorrenza con un’antologia digitale, distribuita gratuitamente tramite il proprio sito, che raccoglie lavori inediti donati per l’occasione da diversi poeti, scrittori e artisti in genere.
    Ho avuto il piacere di partecipare anche io a questa iniziativa regalando a TraccePerLaMeta un mio racconto intitolato “Al centro”.

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    un racconto inedito per TraccePerLaMeta
  • gli ascolti di ottobre 2022

    Ottobre. La Terra continua a girare attorno al proprio asse, qualcuno si ricorda improvvisamente di avere una voce e sbraita scomposto giusto per tre secondi prima di tornare nel silenzio, qualcun altro promette battaglia alla propria ombra, i populisti abbracciano forte i banchieri e, mentre ai piani alti si continua a ridere smargiassi alle nostre spalle, fra i comuni mortali molti iniziano già a cadere nel trabocchetto di battersi il petto sentendosi in colpa per avere consumato due cerini anziché uno solo o di puntare il dito contro il vicino che ne ha usati addirittura tre. Il mondo, visto da fuori, continua a sembrare un teatrino surreale. E ancora si deve iniziare a ballare. Ma aspettando l’orchestra continuiamo a parlare di musica più terrena. Così, nella mia abituale rubrica mensile dedicata ai consigli musicali sul sito di Rock Targato Italia, racconto i nuovi album di Mattia Martinengo E Gli PsiconautiCesare MalfattiBanco Del Mutuo SoccorsoEdda Lo Straniero.

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    gli ascolti di ottobre 2022
  • inutili ricordi a pedali

    All’inizio di settembre ho passato qualche giorno sulla riviera ligure. Mare, relax, ma anche qualche bella pedalata, fra cui un giro sui chilometri conclusivi della Milano-Sanremo e da un’avventura estemporanea a Montecarlo. Ho pensato di racchiudere in questo video un piccolo diario a pedali di quei giorni. Così, in modo del tutto inutile e autoreferenziale, ma forse comunque meno inutile di tanti discorsi grotteschi letti in giro di recente.

  • intervista a Storytime

    Qualche giorno fa sono stato ospite degli studi di Storytime per un’intervista andata poi in onda sulle frequenze di Radio Canale Italia. Abbiamo parlato de “L’uomo a pedali” e del mio percorso letterario iniziato ormai quindici anni fa. In questo video c’è un piccolo assaggio in compagnia del presentatore Gianluca Ruoppolo.

  • chiacchierando con Rocker TV

    Alla fine di luglio, durante l’evento estivo di Rock Targato Italia, ho avuto il piacere di essere intervistato da Nyva Zarbano e dallo staff di Rocker TV. È’ stata una chiacchierata piacevole in cui si è parlato di musica, di letteratura e del mio legame con Rock Targato Italia. Da oggi l’intervista è disponibile sui canali video della stessa Rock Targato Italia.

  • gli ascolti di settembre 2022

    Mentre questa placida estate scivola verso la sua naturale conclusione, torniamo alle nostre consuetudini. Così, con qualche giorno di ritardo rispetto al consueto, sul sito di Rock Targato Italia è uscito il mio abituale articolo dedicato ai consigli musicali del mese. Questa volta parlo dei nuovi lavori di Lo Strano FruttoITDJBluagata Stefano Ricca. Il fatto che siano quatto dischi in cui le parole hanno un valore cruciale è (forse) solo una coincidenza.

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    gli ascolti di settembre 2022
  • “L’uomo a pedali” alla Granfondo Val Susa

    In questi anni si è parlato molto della Val Susa, ma personalmente non avevo mai avuto occasione di visitarla. Ho avuto modo di farlo domenica (4 settembre) partecipando alla Granfondo Val Susa – La Pellegrina Bike Marathon, e ho scoperto un territorio aspro e affascinante, ricco di scorci suggestivi e abitato da persone tanto accoglienti quanto innamorate dalla propria terra.
    L’esperienza della granfondo è stata molto positiva: si tratta di una manifestazione piccola e nata da poco che però, per la qualità dell’organizzazione e il fascino di un percorso più impegnativo di quanto ci si possa aspettare, merita assolutamente di crescere.
    In questo video c’è un breve e impreciso resoconto di come è andata.

  • fra una farsa e una tragedia

    Francamente non riesco proprio a capire come si possa dare il minimo credito a una campagna elettorale farsesca come quella in corso in cui tutto si basa su grottesche cortine di fumo che non vanno mai a sfiorare nemmeno lontanamente i temi davvero attuali e tutto ciò che ci aspetta concretamente nel futuro.
    Volendo essere realisti, la sceneggiata del 25 settembre non sposterà di una virgola gli equilibri, anche perché dovremmo avere ormai imparato che nel mondo di oggi le decisioni che contano realmente non arrivano dai palazzi della politica ma da quelli della finanza e tutti i grandi schieramenti sono estremamente allineati sul non voler pestare i piedi a questa logica. L’unica cosa positiva di questo teatrino è che ci sta regalando un piacevole prolungamento della tregua estiva dai drammi che ormai ben conosciamo, ma purtroppo prima o poi i nodi torneranno al pettine.
    Sono sempre più convinto che la risposta alla situazione stagnante che ci attanaglia, oggi più che mai, non possa arrivare dai palazzi né da presunti salvatori ma solo dalle nostre scelte individuali e dal cercare di portare avanti, ognuno nel proprio piccolo, una visione delle cose realmente a misura d’uomo. Sarà un percorso complesso ma è l’unico possibile.
    A margine aggiungo che mi fa molto male vedere certi atteggiamenti settari da parte dei cosiddetti “partiti antisistema” che stanno creando spaccature profonde (prima fra tutta quella fra “votanti” e “non votanti”) all’interno del già fragile popolo del dissenso. Fermo restando che io non ho fiducia nel “combattere il sistema dall’interno”, sono convinto che la direzione da seguire non sia quella e continuerò a muovermi secondo le mie idee, penso comunque che, se c’è una reale buona fede e si guarda oltre i personalismi, si possono anche perseguire obbiettivi simili attraverso strade e sensibilità diverse senza scatenare faide che non giovano a nessuno. Anche perché il nostro futuro non si deciderà certo in una singola inutile giornata di settembre ma in tutti i mesi a venire: questo credo sia bene ricordarlo.

    fra una farsa e una tragedia
  • riordinando le foto a pedali

    “Che la catena scorre regolare fra la corona e il pignone lo sanno tutti. È questo che permette alla bicicletta di muoversi […] Ma qualcuno si è mai chiesto cosa provi il singolo anello della catena?” (da “L’uomo a pedali”)

    Mi è sempre piaciuto cercare di lasciare una mia piccola traccia di tutto ciò che faccio, così ho approfittato di queste giornate d’agosto in cui ho poca voglia di parole per rimettere un po’ di ordine in qualche cassetto e aggiornare la sezione “Ricordi” di questo sito con una galleria chiamata “Foto a pedali 2020-2022” in cui ho raccolto alcune fotografie degli eventi su due ruote a cui ho preso parte dall’autunno 2020, quando l’idea della riedizione de “L’uomo a pedali” ha iniziato a prendere concretamente corpo, fino a oggi.

    riordinando le foto a pedali
  • gli ascolti di agosto 2022

    Le dinamiche del mondo della musica possono insegnare molto. Abbiamo visto spesso personaggi esplosi ostentando la propria non appartenenza al mainstream finiti alla prima occasione a confezionare tormentoni radiofonici. Abbiamo visto artisti ribelli passare in un soffio dall’invocare nomi e verità scomode al fare da megafono a qualunque pensiero accomodante. E c’è stato anche qualche signore che urlava di voler andare in certi salotti solo “per combattere il sistema dall’interno” diventato poi proprio uno dei simboli di quello stesso sistema. Purtroppo è così che vanno le cose nel nostro Paese, tanto nella musica quanto in contesti più importanti. E credo che oggi sia utile ricordarlo.
    Al di là di tutto, comunque, archiviate le due belle giornate dello scorso weekend al Legend, sul sito di Rock Targato Italia torno a consigliare qualche disco uscito da poco nella mia consueta rubrica mensile. Questa volta parlo di Francesco PelosiPierpaolo CapovillaAssalti Frontali e Nancy.
    Non so se sia un caso che in questo agosto caldissimo mi sia concentrato soprattutto su uscite molto militanti di personaggi dalla storia inattaccabile.

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    gli ascolti di agosto 2022
  • nel turbinio rock di mezza estate

    Sarà che mi sono ormai disabituato alla vita “rock’n’roll”, ma la due giorni di Rock Targato Italia al Legend di Milano mi è sembrata davvero un vortice travolgente di incontri, energie e sorrisi. Sono passati più di vent’anni dalla prima volta che ho collaborato con Rock Targato Italia ma credo che questa speciale edizione estiva sia stata una delle più intense. O quanto meno quella in cui si è respirata in modo più sfacciato la voglia da parte di tutti di partecipare e stare insieme.
    Di queste due giornate mi restano diversi ricordi: l’abbraccio fraterno di Omar Pedrini, la grande disponibilità dello staff di RockerTV e di Nyva Zarbano, le chiacchierate con Paolo Pelizza, l’eleganza mai banale di GianCarlo Onorato, l’entusiasmo de I Dischi del Minollo e de I Fasti, la gentilezza di Max Zanotti e di Giovanni Succi dei Bachi Da Pietra, la simpatia di Mario Riso, i confronti con Dischi Soviet Studio e Il Peggio È Passato, le bevute con Il Pesce Parla, con gli US e con Claudio Formisano, la sana follia dei Circus Punk, il carisma di Mauro Paoluzzi, la professionalità di Graziella di Rock My Life, la passione di Mimmo Paganelli e di Carlo Lecchi, le tante persone salutate fugacemente come gli Anymara e tante altre cose che ora probabilmente si perdono nel turbinio di due giornate davvero densissime.
    Una menzione a parte va ovviamente alla sensibilità lucidissima di Pieralberto Valli che è stato un piacere accompagnare nella presentazione del suo romanzo proprio nel momento in cui attorno a noi sembrava infuriare una tempesta, oltre che al meraviglioso duo formato da Francesco Caprini e Franco Sainini di Divinazione che da 35 anni continuano a portare avanti la splendida utopia di Rock Targato Italia con una tenacia commovente.
    È stato più che mai necessario e vitale esserci.

    (© foto di Graziella Ventrone – Rock My Life)

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