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un pensiero per gli amici liguri
Ci tengo a mandare un pensiero e un abbraccio agli amici liguri contro i quali sembra essersi accanito con particolare ferocia quello che De André chiamava “il tumulto del cielo”.
Ogni volta che sono stato nella loro regione ho passato dei bei momenti e anche quest’estate mi è capitato di trascorrere qualche giorno proprio nella zona che oggi è maggiormente colpita dalle intemperie, per cui mi mette molta tristezza vedere le immagini di questi giorni.
Coraggio! -
due anni di “Suonando pezzi di vetro”
Esattamente due anni fa usciva “Suonando pezzi di vetro”. Probabilmente dovrei scrivere un pensiero a riguardo ma, a dire il vero, in questo momento non ho molta voglia di guardarmi alle spalle. Dunque, per una volta, lascio da parte le riflessioni e mi limito a riproporre un paragrafo del romanzo. Il primo.
“Le magliette sotto alle maglie dei giocatori di calcio: quelle semplicissime t-shirt bianche con una dedica, un messaggio d’auguri o un pensiero particolare scritto a pennarello che a volte i calciatori mostrano, sollevando la maglia da gioco, dopo aver segnato un goal. Ultimamente si usano molto meno rispetto a qualche anno fa, ma a volte mi capita di riflettere sul fatto che, per ogni messaggio mostrato al pubblico e alle telecamere, ce ne saranno sicuramente decine e decine che nessuno ha mai potuto vedere e sono rimasti nascosti sotto alla divisa da gioco perché il giocatore, almeno in quella partita, non ha segnato nessun goal. E’ incredibile provare a immaginare quanti auguri, quante sbruffonate e quanti pensieri dolci, nel corso degli anni, a causa di un goal mancato, devono essere rimasti ad assorbire sudore a stretto contatto con la pelle senza poter esplodere e mostrarsi al mondo. Bisognerebbe dedicare un monumento -o magari addirittura un intero museo- a queste esultanze mancate. E, magari nella stessa piazza, bisognerebbe farne anche uno per i treni che non si è riusciti a prendere, per gli amori che si è scelto di non vivere e per le canzoni che nessuno ha mai ascoltato o che l’autore, per qualche motivo, non è riuscito a completare. Proprio come la canzone che io ho cercato di scrivere per Valeria, senza mai riuscire a trovare il ritornello giusto.”
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a proposito di Stefano Cucchi
Per poco più di due anni, fra il 2011 e il 2013, ho portato avanti un progetto che cercava di regalare qualche momento di svago e di riflessione, sotto forma di musica e parole, ai ragazzi del terzo reparto del carcere di San Vittore. E’ anche per questo che tutto ciò che riguarda la triste vicenda di Stefano Cucchi mi suona come un pugno nello stomaco: di ragazzi come lui ne ho conosciuti tanti, ho avuto la fortuna di confrontarmi molte volte con loro in modo davvero sincero e profondo, e ho avuto modo di vedere con i miei occhi cos’è davvero il carcere. E credo sia stata una delle esperienze che più mi ha arricchito umanamente nel corso della mia vita.
Vicende come la tragedia di Cucchi non dovrebbero essere nemmeno concepibili, in un Paese civile: questa è l’unica cosa che ha davvero senso affermare. Tutto il resto è solo aria malsana, comprese le sentenze e l’arroganza con cui il potere cerca per l’ennesima volta di insabbiare la verità.
Mi sentirei però di dire una cosa ai vari Giovanardi e ai troppi tuttologi che in questi giorni si riempiono la bocca di discorsi assurdi: prima di sparare altre cazzate, dovreste avere l’umiltà di andare a parlare con i ragazzi come lui, ascoltare le loro storie e scoprire chi sono realmente. Almeno sapreste di cosa state blaterando e forse imparereste qualcosa. -
lavorando per sottrazione
Sono giorni confusi. Sto lavorando molto, forse anche troppo, ma lo sto facendo, un po’ in ogni ambito, soprattutto per sottrazione: scavando, togliendo tutto ciò che non è strettamente indispensabile, cercando di avvicinarmi all’osso e ai nervi delle cose. Ho anche ripreso un manoscritto che mi accompagna ormai da parecchio tempo e l’ho ridotto a meno di due terzi di lunghezza di ciò che era.
Sono giorni dall’atmosfera apparentemente sospesa, ma sotto la cenere le cose piano piano si muovono. Attendo solo che si posi un po’ di polvere, per capire bene che direzione sto prendendo e poterla imboccare con decisione. -
lascio Neverlab
Mi sembra giusto comunicare che ho lasciato Neverlab.
Sono stati due anni e mezzo pieni di progetti, di eventi e di momenti da ricordare, per cui non posso che essere grato al collettivo per il percorso condiviso ma, anche nelle storie più belle, può capitare che a un certo punto, in tutta serenità, ci si renda conto che le singole sensibilità stanno prendendo direzioni diverse e le strade si dividano. Tutto qui. O magari è solo la mia solita indole a cercare più la fuga solitaria che il treno per la volata di gruppo.
In ogni caso auguro il meglio a chi continuerà a portare avanti quella che considero sempre, nell’idea di fondo, una magnifica utopia (nel senso migliore del termine). -
un brindisi a Piero
Oggi Piero Ciampi avrebbe compiuto ottant’anni.
Per quanto mi riguarda, resta un esempio assoluto di come si possa sbriciolare il confine fra vita e poesia, facendo scaturire un’enorme forza poetica proprio dal mettere a nudo i propri disequilibri, senza pose né falsi intellettualismi.
Tanti auguri, Piero! Un brindisi a te. -
a Manerbio (BS) con Neverlab e Del Faro
Sabato (20 settembre), a Manerbio (BS), si terrà un’intera giornata dedicata all’editoria indipendente, con stand di editori, reading e presentazioni che, dalle 10 del mattino a mezzanotte, animeranno il Cortile e il Palazzo comunale della cittadina bresciana.
Io sarò lì. Passerò la giornata a chiacchierare con i visitatori allo stand di Edizioni Del Faro & Neverlab e, alle 22, presterò la voce a Miky Marrocco leggendo un paio di suoi brani nel reading-concerto dedicato al suo “Nicovid” (dove ci saranno anche le canzoni di Alia, Luca Barachetti e Alexandra Lagorio, oltre allo stesso Miky). Ma chissà che in coda allo spettacolo non si decida di inserire anche una cosetta mia…
Per info: www.occhiodibuefestival.it -
nuova pagina Facebook
Finora la mia presenza sui social network è stata legata solo alle mie pagine personali: ora mi sembra giusto iniziare a fare un po’ di ordine e mettere ogni cosa nel posto giusto. Ecco perché ho aperto una pagina “pubblica” su Facebook.
Ci si troveranno gli aggiornamenti su ciò che farò nel prossimo futuro, qualche pensiero e magari qualche altra cosina.
L’indirizzo è: www.facebook.com/robertobonfanti -
a proposito di Neverlab
Mi sembra giusto, ogni tanto, spendere due parole su Neverlab.
Credo che, in questi ultimi dodici mesi, il collettivo abbia trovato la propria vera dimensione e la consapevolezza di ciò che può e deve essere, con tanti progetti realizzati e uno scambio continuo fra tutte le persone coinvolte.
Prima della pausa estiva, si è voluto fare il punto della situazione sul percorso fatto in quest’ultimo anno con un piccolo articolo che è possibile leggere sul sito www.neverlab.it.
L’augurio è ovviamente quello di continuare su questa strada, e di certo le premesse ci sono tutte, anche considerato il fatto che ci sono tante nuove idee e nuovi progetti in rampa di lancio, un paio dei quali mi riguardano molto direttamente. Ma di questo si parlerà dopo l’estate. -
tutto passa(va) invano
Qualche giorno fa mi hanno comunicato che l’Editrice Uni Service -la piccola realtà che sette anni fa aveva dato alle stampe la mia primissima raccota di racconti- sta chiudendo i battenti. Il che significa, sostanzialmente, che da ora in avanti “Tutto passa invano” non sarà più in commercio e, considerato che anche io stesso ne ho solo una copia ormai sgualcita, non lo si troverà più da nessuna parte.
Certo, quelle pagine racchiudono, a loro modo, l’ossatura su cui continua tutt’ora a fondarsi buona parte del mio immaginario, per cui sicuramente il vero percorso di quelle storie è ben lontano dall’esaurirsi e, come è sempre stato, le si ritroverà ancora, in altre forme o con altre sfumature, lungo il mio cammino. Però, tutto sommato, mi piace l’idea che quel libricino, almeno nella forma in cui è uscito sette anni fa, resti una piccola chicca per chi c’era.
Poi, chissà, magari, in un futuro che ancora non immagino, cambierò idea e mi verrà la voglia di ripubblicarlo integralmente in un altro formato o in un altro modo. Non lo so. Di certo, se succederà, non sarà ora né nel breve periodo. -
intervista su radio studio uno abruzzo
Domani (giovedì 12 giugno), alle ore 17.00, sarò in diretta su Radio Studio Uno Abruzzo per una breve intervista all’interno del programma “Il mondo visto da un oblò”.
La radio è ascoltabile in streaming sul sito: www.studiounoabruzzo.it. -
di sorprese, di aeroplanini e di torte fritte
Mi mancava, l’emozione di raccontare le mie storie, improvvisare le mie poesiole e lanciare i miei aeroplanini di carta.
Certo, l’inverno passato in giro per l’Italia con la combriccola di Neverlab a dare voce a “Nicovid” di Miky Marocco è stata un’esperienza molto significativa che mi ha lasciato tantissimo, ma una piccolissima parentesi dedicata alle mie ombre iniziava a essere (per me) necessaria e di certo non poteva capitare in un’occasione migliore della serata di ieri a Fidenza.
Bel posto. Bella accoglienza. Bellissime sorprese. Bella alchimia fra tutte le componenti che hanno accompagnato questi miei ultimi mesi. Non posso che essere contento. -
reading a Fidenza
Sabato (7 giugno), alle 18.30, sarò al caffè letterario Vetr’aria di Fidenza (PR).
Sarà un appuntamento piuttosto particolare: in apertura, con le sonorizzazioni di Alia, leggerò e presenterò “Filo alto”, dopodiché, insieme al resto della truppa di Neverlab, rimetteremo in scena, con una formazione leggermente ridotta rispetto alle ultime uscite, il reading-concerto ispirato a “Nicovid” di Miky Marrocco. Il tutto accompagnato dalle canzoni di Alia e dalle fotografie di Giordana Parizzi (autrice della copertina di “Nicovid”). -
Filo alto
Da oggi è possibile scaricare gratis “Filo alto“: un mio racconto breve che Neverlab ha scelto di rendere disponibile in formato pdf accompagnato da due fotografie inedite opera di Paola Benedetti (già autrice della copertina di “Suonando pezzi di vetro”).
“Filo alto” è la storia di un funambolo inquieto. O, più probabilmente, la metafora di qualcos’altro. -
intervista su Vivicentro
Sul portale Vivicentro è uscita oggi una mia intervista a cura di Ilaria Grasso.
C’è qualche riflessione sul mio mondo e sul mio approccio alla scrittura, un piccolo pensiero sui cinque anni de “L’uomo a pedali”, ma anche uno sguardo al futuro. -
riesumando vecchi racconti
La prossima settimana butterò on line, con il supporto di Neverlab, un mio brevissimo raccontino.
Si tratta di un racconto che ha già avuto, qualche anno fa, una propria vita, ma che ormai da parecchio tempo non si trova più da nessuna parte e che mi fa piacere resuscitare in questi mesi di relativo silenzio.
Uscirà, ovviamente in download gratuito, impreziosito da due fotografie inedite opera di una bravissima artista che ha saputo splendidamente tradurre in immagini le suggestioni delle mie parole. -
cinque anni a pedali
Esattamente cinque anni fa usciva “L’uomo a pedali”: il mio primo romanzo completo, dopo i racconti di “Tutto passa invano”, e la prima esperienza con un vero editore e con una grandissima distribuzione, ma soprattutto, per quanto mi riguarda, il mio lavoro a cui continuo a essere più legato e in cui sento di essere riuscito a condensare tutta una serie di cose che avevo dentro da una vita.
Ogni volta che mi capita di riparlare di quel libro mi rendo conto che c’è ancora molto di me, del mio mondo e del mio immaginario, nella storia di Sergio, nella sua lunga pedalata notturna, nei suoi tentativi di fuga da se stesso o dal mondo intero, nei suoi sogni, nelle sue disillusioni, nei suoi ricordi, nelle sue malinconie e nei suoi amori eternamente incompiuti.
Mi piacerebbe, prima o poi, una volta scaduti i vari vincoli contrattuali che lo legano, riprendere in mano quella storia e dargli, in qualche modo, una nuova vita. Anche se per poterlo fare davvero bisognerà aspettare ancora qualche anno. -
Nicovid in video
Come ho già avuto modo di dire, è stato davvero un piacere, dare il mio piccolo contributo, insieme al resto della combriccola di Neverlab, al reading-concerto ispirato a “Nicovid” di Miky Marrocco. Il tour si è rivelato un insieme di esperienze umane davvero interessanti, e credo che lo spettacolo sia stato qualcosa di suggestivo e fuori dagli schemi, anche grazie alla partecipazione di ospiti musicali sempre diversi.
Il bravo Andrea Bonfanti ha realizzato un video con alcuni estratti della data del 27 marzo al Bloom di Mezzago. E’ possibile vederlo qui sotto (oltre a me, ci sono un Luca Barachetti in gran forma, Alexandra Lagorio e ovviamente l’autore Miky Marrocco). -
1 maggio 1994
E’ difficile non pensarci, al primo maggio di vent’anni fa.
Credo sia una delle poche giornate di cui ho scolpito nella memoria ogni singolo istante.
Facevo la terza media, quell’anno, e in quei tempi, nella mia scuola, ciò che identificava davvero quello che eri, più che la fede calcistica o la musica che ascoltavi, era una semplice scelta: o ti mischiavi alla massa dei ferraristi, oppure tifavi Ayrton. Era lì che nascevano le vere discussioni e, col senno di poi, scegliere di stare da una parte o dall’altra non era per nulla un fatto casuale, specie per me che all’epoca avevo due punti di riferimento abbastanza emblematici: Senna e Gianni Bugno.
Ricordo davvero tutto di quella domanica, e ricordo in modo incredibilmente nitido anche l’ingresso a scuola il giorno dopo, con tanti occhi increduli che non osavano nemmeno guardarsi e tutto l’istituto avvolto in un silenzio assoluto e straziante.
Da quel giorno non ho più guardato una gara di Formula 1, fedele già allora alla mia particolare “monogamia emotiva”. Ma non è questo il punto. E’ che ci sono delle date che, in un modo o nell’altro, segnano dei momenti di svolta fondamentali nella vita di una persona e per me il primo maggio di vent’anni fa è stato uno di quei momenti: il primo brusco impatto con una realtà in cui anche gli eroi possono morire. Una sorta di prima perdita dell’innocenza e dell’illusione, se vogliamo fare gli psicologi della mutua. -
fra un Nicovid e l’altro
Partecipare al tour di “Nicovid” di Miky Marrocco in compagnia di tutta Neverlab si sta rivelando un’esperienza interessante.
Già il fatto di leggere testi non miei e ritrovarmi, dopo anni di reading giocati molto sull’improvvisazione, a far parte di uno spettacolo così strutturato e ricco di elementi, è un bel modo per provare a rimettermi in gioco. In più la triade di date fra Rimini, Genova e Villa di Serio (BG) ha dato origine a giorni convulsi e decisamente vivi, fra nuove occasioni di confronto, amici ritrovati lungo la via, accavallarsi di eventi, pretesti per provare a chiudere qualche vecchio cerchio ed esperienze surreali come il cerbiatto suicida che si è buttato sotto la mia macchina tornando da Rimini.
Nel frattempo alle date già fissate si è aggiunto un appuntamento importante, il 27 marzo al Bloom di Mezzago (MB).