Categoria: storico

  • castagne tascabili

    Cara Elisabetta,
      i Pocket Chestnut sono delle belle persone: i compagni perfetti con cui condividere una bella serata e qualche birra. Anche per questo motivo la data con loro al Bloom è stata decisamente piacevole. Una bella occasione per rivedere dei vecchi amici e, sul palco, davanti ad un pubblico abbastanza numeroso, giocare un po’ a mischiare le carte con un reading breve ma bello denso, con una scaletta incazzata e provocatoria al punto giusto. Per citare una cara amica: “è stato bello”.
      “Dall’ultima volta che ci siamo visti, io ho avuto due bambini e tu hai scritto tre libri” mi ha detto una persona che non incontravo da parecchio tempo. Ecco: questa è una cosa su cui forse dovrei riflettere. Prima o poi dovrò farlo. Prima o poi. Non ora, per fortuna. Ora non ne ho proprio il tempo.
        Un abbraccio
          Rob
    p.s.: sabato 5 febbraio farò da moderatore alla presentazione del libro di Gigi Vergallo al Castello di Solza. Il prossimo appuntamento con le mie storie è fissato invece per il 9 febbraio quando, verso le 22.00, tornerò a leggere qualche brano in apertura della serata del Tambourine di Seregno (MB).

    castagne tascabili
  • arrosticini e tormente di neve

    Cara Elisabetta,
      credo che quella di Chieti sia destinata a restare nella mia memoria come la tappa più avventurosa di questo mio girovagare letterario: qualcosa paragonabile al Gavia del Giro D’Italia di Hampsten, se capisci cosa intendo.
      Già il fatto di essere riusciti ad arrivare alla libreria (grazie alla guida di Paolo, prode compagno d’avventure di Vincenzo Di Pietro), mentre una tormenta di neve paralizzava letteralmente tutte le ripide vie d’accesso al paese, credo sia stato un mezzo miracolo. Il fatto che poi, mentre davamo già per scontato di dover annullare tutto, qualcuno sia stato così folle da uscire di casa e sfidare le strade palesemente impraticabili per venire a sentire gli sproloqui di due romantici rincoglioniti, è invece un miracolo completo.
      E’ stata una presentazione strana, estremamente confidenziale (ma, d’altra parte, visto il meteo, non poteva essere altrimenti) e, credo, con la mia peggiore performance personale in assoluto. Ma è stato un week-end molto piacevole, fra il mare in tempesta, una neve aggressiva, la proverbiale calorosissima ospitalità abruzzese e gli arrosticini di Montesilvano.
        Un abbraccio
          Rob
    p.s.: giovedì (27 gennaio), alle 22.00, tornerò a calcare il palco del Bloom con una piccola apparizione all’interno del concerto dei Pocket Chestnut.
    p.p.s.: sul webmagazine SuccoAcido è possibile leggere una mia lunga intervista. Ecco il link:  http://www.succoacido.net/showarticle.asp?id=841#ita

    arrosticini e tormente di neve
  • ventigennaioduemilauno

    Cara Elisabetta,
      te lo ricordi, vero, quel mio vecchissimo racconto intitolato “Come non dirsi addio”?
      Quante volte mi è capitato, quando ci eravamo appena conosciuti, di accennarti a tutto ciò che non ha mai smesso di respirare attorno a quelle righe? Quante volte, fin dall’uscita di “Tutto passa invano”, mi è capitato di concludere un reading con quel brano? E quante volte, introducendo quella lettura, mi è capitato di raccontare che quel frammento di vita si intitolava, in origine, “20-01-2001”, anche se poi decisi di pubblicarlo con un altro titolo? Tante. Troppe, forse.
      Lo so che tu non c’entri nulla con questa storia. Lo so che di queste cose abbiamo già parlato fino allo sfinimento. Lo so che è una storia vecchissima. E so anche come la pensi a riguardo. Quello che non so è che effetto potrà farmi, dopodomani, alzarmi dal letto e pensare che dagli istanti fotografati in quelle parole sono passati (“invano”) esattamente dieci anni.
      Dieci anni. Hai idea di quanti aeroplanini di carta si possano lanciare, in dieci anni?
      Forse è anche per esorcizzare il fantasma di questa personalissima ricorrenza che nelle prossime settimane tornerò a raccontare le mie storie in pubblico: prima con una data in Abruzzo poi, nel giro di un pugno di settimane, con un poker di appuntamenti lombardi in situazioni sempre diverse fra loro e con amici sempre diversi al mio fianco.
      Si parte sabato (22 gennaio), alle 17.30, con una presentazione di “In fondo ai suoi occhi” alla Libreria De Luca di Chieti. Per fortuna quel giorno avrò al mio fianco l’amico Vincenzo Di Pietro che modererà l’incontro e limiterà il mio inevitabile divagare in storie ormai troppo vecchie.
        Un abbraccio
          Rob
    p.s.: intanto quel racconto è, ormai da tempi immemorabili, in download sul mio sito.

    ventigennaioduemilauno
  • trentundodiciduemiladieci

    Cara Elisabetta,
      è inutile nasconderlo: per quanto ci si sforzi di fare i cinici e affermare che il 31 dicembre è solo una data come un’altra, quando arriva questo periodo dell’anno viene naturale trovarsi a fare qualche bilancio dei dodici mesi appena trascorsi.
      Per quanto mi riguarda, credo che questo 2010 sia stato l’anno più intenso e girovago della mia vita. Un anno di continui viaggi su e giù per l’Italia, di promesse mantenute e di splendidi sorrisi di passaggio. Un anno ricco di momenti da non dimenticare ed impreziosito da un paio di nottate da raccontare (“ai figli che non avremo”, direbbe qualcuno): soprattutto una, a fine maggio, aspettando l’alba su una gradinata con l’impressione netta che, per una volta, tutto potesse essere assolutamente perfetto.
      Visto che da troppo tempo non ho modo di ammorbardi con la musica che ascolto, provo ad improvvisare una play-list delle canzoni che hanno segnato questo mio anno:
    1- Le Luci Della Centrale Elettrica – “Quando tornerai dall’estero”
    2- Massimo Volume – “Le nostre ore contate”
    3- Virginiama Miller – “La carezza del Papa”
    4- Non Voglio Che Clara – “L’estate”
    5- Baustelle – “Le rane”
    Mi fermo a 5, come insegnava il buon Hornby, per non deprimerti troppo… ma ci sarebbero da citare anche “Settembre” dei Dilaila, “Legno Bianco” di Andrea Cola, “De Pedis” degil Amor Fou, “I superstiti” di Iosonouncane e forse anche qualcos’altro. Ma per ora basta così.
        Buon anno, ragazza.
          Rob

    trentundodiciduemiladieci
  • buon Natale 2010!

    Cara Elisabetta,
      buon Natale! Solo questo: buon Natale.
      In realtà volevo parlarti anche di altre cose, ma è (quasi) Natale ed a Natale è giusto non pensare a nulla. A Natale, forse, è davvero giusto fermarsi a guardare le luci dell’albero e pensare soltanto che è Natale, che fuori c’è la neve e che, almeno per questi pochi istanti, va tutto bene così.
      Cerca di passare delle feste serene, amica mia.
        Un abbraccio
          Rob

    buon Natale 2010!
  • the story of a confused girl

    Cara Elisabetta,
      alla fiera di Roma capita sempre di incrociare personaggi stravaganti. La palma dell’incontro più simpatico, quest’anno, va sicuramente a una signora americana che, durante l’aperitivo allo stand di Falzea, è rimasta a lungo a farmi domande in inglese sui miei libri e il mio lavoro (il mio editore va dicendo in giro che, alla prima domanda, io mi sarei girato verso di lui chiedendogli laconico: “ma che cazzo sta dicendo questa?”. Ma ovviamente io smentisco categoricamente questa indiscrezione. Eh eh eh). Certo però è stato divertente cercare di arrampicarmi sul mio inglese pressoché inesistente per cercare di spiegare le mie storie.
      In generale è stata una trasferta tranquilla e molto rilassata sotto ogni punto di vista. Chissà… forse anche l’universo attorno a me ha capito che, dopo un mese così intenso, iniziavo ad avere bisogno di rallentare un po’ i ritmi. Comunque ho portato anche i tuoi saluti al tuo amico della seconda finestra.
      Un abbraccio
        Rob
    p.s. mentre inizio a godermi qualche settimana di relax, sabato (11 dicembre), al Castello di Solza (BG), farò da moderatore alla presentazione di un bel libro di Alberto Caprara intitolato “Pirata, mammuth e cecchino”.

    the story of a confused girl
  • la prima neve

    Cara Elisabetta,
       ci voleva proprio, questa nevicata, per rallentare un po’ i pensieri caotici di questo periodo convulso. O forse per rendere tutto ancora più irreale. D’altra parte a me la neve ha sempre dato questa senso surreale di serenità ovattata, come quella sera di non molti anni fa in cui, per puro caso, ci ritrovammo insieme a guardare i primissimi fiocchi bianchi fare timidamente capolino fra le luci dei lampioni. Ti ricordi?
      Prima di iniziare a calarmi nell’atmosfera natalizia, mi attende un ultimo viaggio: sabato sarò nuovamente a Roma dove, alle 19.00, sarò ospite dello stand di Falzea alla fiera “Più Libri più Liberi” (al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Stand D09) per un aperitivo\incontro molto informale con i lettori. Sarà l’ultimo impegno semi-ufficiale di questo intenso 2010, anche se l’apertura del nuovo anno si preannuncia altrettanto interessante e c’è già qualche appuntamento in agenda.
      Ti terrò come sempre aggiornata.
        Un abbraccio
          Rob

    la prima neve
  • mare d’autunno

    Cara Elisabetta,
      ormai mi sto affezionando ai ritmi serrati di questo periodo girovago e confuso. Mi piace il senso di straniamento che provi nella frazione di secondo in cui apri gli occhi in albergo e, con i pensieri ancora completamente intorpiditi, cerchi di ricordarti dove sei. Ed è bello incontrare di continuo nuovi sorrisi, incrociare nuovi sguardi, stringere nuove mani e scoprire nuovi angoli di mondo.
      Anche il mare d’inverno mi ha riservato delle piacevolissime sorprese: il Caffé Assenzio è davvero un luogo magico, con un’atmosfera magnificamente distesa ed un pubblico cordiale ed attento. Credo sia il localino prezioso che ognuno sogna di avere sotto casa. Sono stato proprio bene, anche a dispetto del dedalo di sensi unici che rendono la viabilità di Rimini una delle cose più contorte in cui mi sia mai imbattuto.
      Sto capendo sempre meno di ciò che sta concretamente accadendo attorno a me nel caos di queste settimane, ma credo sia bello che, da un libro come “In fondo ai suoi occhi”, stiano scaturendo tanti momenti e tante sensazioni. E’ uno scambio continuo fra vita e parole. Sensazioni che generano altre sensazioni. Ed è solo l’inizio (o almeno spero).
        Un abbraccio
          Rob

    mare d’autunno
  • sampietrini

    Cara Elisabetta,
      Roma riesce sempre a sorprendermi ed affascinarmi: non so se sia merito dei molti sampietrini in mezzo ai quali, come tu mi insegni, mentre cammini rimangono incastrati i pensieri (tra l’altro, chissà che non ci sia un collegamento fra i sampietrini romani e il pavé delle Fiandre. Ammesso che questo pensiero possa avere senso), però è così.
      Di certo, dopo questo week-end, dovrei fare un monumento a Vincenzo Di Pietro che, oltre ad essere stato un magnifico compagno con cui dividere il palco, si è prodigato parecchio perché il mio soggiorno romano risultasse piacevole e tutto funzionasse per il meglio. Sono stati davvero due bei giorni, pregni di sensazioni positive e sorprese, culminati con un reading ben riuscito, con un’atmosfera decisamente colloquiale e serena come piace a me.
      Ora tocca a Rimini: sabato, alle 21.30, porterò “In fondo ai suoi occhi” al Caffè Assenzio (via Bilancioni 14. Un localino di cui mi hanno parlato molto bene). Chissà se anche il mare d’inverno saprà sorprendermi come i sampietrini…
        un abbraccio
          Rob
      p.s.: rientrando a casa ho trovato una mail del mio editore che mi segnala una bella recensione del romanzo uscita pochi giorni fa sul portale I-libri.com. Casomai ti interessi, puoi leggerla qui: http://www.i-libri.com/in-fondo-ai-suoi-occhi-di-roberto-bonfanti.html

    sampietrini
  • domande sbagliate

    Cara Elisabetta,
      certo che l’universo è proprio bizzarro, eh? Ho visto segnali curiosi, in giro, in questi giorni. Mi sto ancora domandando se sia il caso di approfondire o se sia meglio lasciare tutto così com’è. E, proprio mentre rifletto su questa cosa, mi trovo a fare spesso i conti con la domanda che, più di ogni altra, sembra incuriosire i primi lettori del romanzo: “ma Elisabetta esiste realmente? Chi è?”. Come se questo dettaglio possa cambiare qualcosa o avere la benché minima importanza. Allora sorrido, scrollo le spalle e do risposte evasive. Mi torna in mente quella frase di Vecchioni: “tanto che imposta, a chi ti ascolta, se lei c’è stata o non c’è stata e lei chi è?”.
      Intanto venerdì sarò a Roma, per un reading alla Libreria Flexi (via Clementina 9 – rione Monti. Praticamente a pochi passi dal Colosseo) alle 21.30. Questa volta, all’interno della presentazione, avrò il piacere di ospitare anche Vincenzo Di Pietro, un amico e scrittore di talento (se ti capita, leggi il suo “Zona di guerra”) con cui ho avuto già occasione di dividere il palco in un paio di occasioni. Un personaggio che dovresti conoscere. Penso proprio che ci divertiremo anche questa volta.
        Un abbraccio
          Rob
      p.s.: grazie allo staff del Bloom, sono riuscito a entrare in possesso di qualche foto delle presentazione di mercoledì scorso fatta da uno spettatore. Te ne mando qualcuna.

    domande sbagliate
  • vodka, soda e anima nera

    Cara Elisabetta,
      è andata molto bene. O almeno credo. O, meglio, così mi hanno detto.
      In realtà io sono entrato in totale “trance da palco” cinque minuti prima di iniziare e, da allora, ho capito ben poco di ciò che mi accadeva intorno, limitandomi lasciare che fosse il flusso dei pensieri e delle parole a portarmi dove voleva. Ed evidente mi ha postato nei luoghi giusti, anche se forse -detto fra noi- alcuni di questi posti devo ancora imparare a gestirli al meglio.
      E’ stato bello. E’ stata una serata molto informale, con un’atmosfera estremamente rilassata, tanta gente e il bar del Bloom pieno di sorrisi e di aeroplanini di carta. Più una festa con tanti amici, insomma, che una presentazione canonica. Ma così doveva essere.
      Credo di dovere un ringraziamento enorme a Paola P. e Genny che mi hanno prestato le foto (davvero belle!) proiettate durante il reading. E soprattutto a Valeria, la responsabile della rassegna “Attenzione! Scrittura fresca”, che, oltre ad essere stata un vero vulcano di idee, ha fatto un lavoro enorme per allestire al meglio lo spazio, gestire le mie paranoie e far sì che tutto funzionasse come doveva.
      Ora ho qualche giorno di relax, poi, il 12, si torna in scena a Roma.
        un abbraccio
          Rob
      p.s.: dimenticavo… tempo fa, Valeria mi aveva proposto di usare le immagini di un film per fare da “sottofondo visivo” alla serata. Io avevo pensato di scegliere “2046” Wong Kar-Wai, anche se l’idea è stata poi abbandonata preferendo le foto di Paola e Genny. Ieri, mentre mi rilassavo prima di andare al Bloom, ho acceso un canale a caso di Sky e… indovina un po’ che film c’era? Curiosa coincidenza, no? Tra l’altro era parecchio che non rivedevo quel film.
     p.p.s: la ricetta del cocktail che lo staff del bar del Bloom ha dedicato al libro è: 1/3 vodka; 1/3 soda; 1/3 anima nera.

    vodka, soda e anima nera
  • una panchina e 319 aeroplanini di carta

    Cara Elisabetta,
      è andata molto bene. O almeno credo. O, meglio, così mi hanno detto.
      In realtà io sono entrato in totale “trance da palco” cinque minuti prima di iniziare e, da allora, ho capito ben poco di ciò che mi accadeva intorno, limitandomi lasciare che fosse il flusso dei pensieri e delle parole a portarmi dove voleva. Ed evidente mi ha postato nei luoghi giusti, anche se forse -detto fra noi- alcuni di questi posti devo ancora imparare a gestirli al meglio.
      E’ stato bello. E’ stata una serata molto informale, con un’atmosfera estremamente rilassata, tanta gente e il bar del Bloom pieno di sorrisi e di aeroplanini di carta. Più una festa con tanti amici, insomma, che una presentazione canonica. Ma così doveva essere.
      Credo di dovere un ringraziamento enorme a Paola P. e Genny che mi hanno prestato le foto (davvero belle!) proiettate durante il reading. E soprattutto a Valeria, la responsabile della rassegna “Attenzione! Scrittura fresca”, che, oltre ad essere stata un vero vulcano di idee, ha fatto un lavoro enorme per allestire al meglio lo spazio, gestire le mie paranoie e far sì che tutto funzionasse come doveva.
      Ora ho qualche giorno di relax, poi, il 12, si torna in scena a Roma.
        un abbraccio
          Rob
      p.s.: dimenticavo… tempo fa, Valeria mi aveva proposto di usare le immagini di un film per fare da “sottofondo visivo” alla serata. Io avevo pensato di scegliere “2046” Wong Kar-Wai, anche se l’idea è stata poi abbandonata preferendo le foto di Paola e Genny. Ieri, mentre mi rilassavo prima di andare al Bloom, ho acceso un canale a caso di Sky e… indovina un po’ che film c’era? Curiosa coincidenza, no? Tra l’altro era parecchio che non rivedevo quel film.
      p.p.s.: purtroppo, per una serie di vicissitudini, non ho foto dell’evento… però ti mando in allegato una delle foto di Paola che abbiamo proiettato.
      p.p.p.s: la ricetta del cocktail che lo staff del bar del Bloom ha dedicato al libro è: 1/3 vodka; 1/3 soda; 1/3 anima nera.

    una panchina e 319 aeroplanini di carta
  • sera di vigilia

    Cara Elisabetta,
        domani mattina, all’alba, i furgoni di RCS partiranno come ogni giorno dai loro magazzini ma, per la prima volta, insieme alle ristampe degli Adelphi, ai nuovi best-seller di casa Rizzoli o Bompiani e a chissà cos’altro, porteranno con sé, nel loro giro fra le librerie di tutta Italia, anche qualche copia di “In fondo ai tuoi occhi”.
        Da domani, insomma, quella storia non sarà più solo nostra e chiunque potrà leggerla, respirarne l’atmosfera e, in un modo o nell’altro, farla propria. Ammetto di essere piuttosto curioso di vedere quali reazioni susciterà, nonostante si tratti del mio libro più “puro”, scritto con la sola urgenza di mantenere la promessa e, al tempo stesso, raccontando la tua storia, cercare di mettere a fuoco tutta una serie di sensazioni convulse che avevo nelle ossa. Per questo vivo questa uscita senza ansie, con grande orgoglio e soddisfazione, ma anche con una certa curiosità.
        Ovviamente, quando ripasserai da queste parti, ci sarà una copia ad aspettarti. Come dedica, credo che ci scriverò una citazione di Vecchioni:
        “A te che mi hai ascoltato, tentando ci capire
        uno che parla al buio e non sa cosa dire.
        A te che mi hai truccato il mazzo delle carte
        perché vincessi ancora, da qualche parte.

        Curioso che, io che sulle dediche non so mai cosa scrivere, quella per te la abbia già pronta, vero? Ma è così: quella dedica la ho in mente già da parecchio tempo. Credo non ci possa essere nulla di più adatto.
            un abbraccio
                Rob

    sera di vigilia
  • 27 ottobre

    Cara Elisabetta,
      ormai ci siamo. Un paio di giorni fa Falzea mi ha confermato che “In fondo ai suoi occhi” uscirà ufficialmente in libreria il 27 ottobre.
      27 ottobre. Mi sembra una bella data, no? Certo, lo so che, fra noi due, sei tu quella brava a giocare con i numeri. Però “ventisette ottobre” suona proprio bene. Poi è giusto giusto una settimana prima della presentazione ufficiale al Bloom e di tutto ciò che ne seguirà.
      La sinossi sulla quarta copertina reciterà così:
      “Elisabetta ha i capelli scuri, due splendidi occhi grigio-azzurri e un sorriso sempre sereno capace di trasmettere lo stesso senso di forza e quiete del mare placido in una giornata di primavera. Impossibile, per chi la guarda, immaginare che dietro a quel volto perfetto e quella maschera di calma assoluta si possa nascondere un’anima inquieta, tormentata da ricordi dolorosi e costantemente alla ricerca di qualcosa che probabilmente nemmeno lei riesce ancora ad afferrare.
      Come i tratti grezzi della matita di un pittore ubriaco che abbozza un ritratto della luna per cercare di comprendere cosa si nasconde nel suo lato nascosto, le parole di Roberto Bonfanti raccontano questa storia dal sapore blues, pregna di vita e di scelte difficili, nel tentativo di tracciare un ritratto umano intimo, fragile, profondo e controverso dell’enigmatica protagonista.

      Che te ne pare? Spero solo di esserci riuscito degnamente, a tracciare quel benedetto ritratto…
      Ah… già che ci sono, ti allego anche la copertina del romanzo. Devo ammettere che questa volta i grafici di Falzea hanno fatto un gran bel lavoro: quell’immagine mi affascina molto e trovo rifletta molto bene ciò che volevo esprimere. Me ne sono innamorato fin da quando mi hanno sottoposto la prima proposta di bozza.
        Un abbraccio
          Rob

    27 ottobre
  • “In fondo ai suoi occhi”

    Cara Elisabetta,
      quanto tempo è passato dalla sera in cui mi regalasti quella penna in cambio della promessa che l’avrei usata, prima o poi, per scrivere un libro per te? Parecchio, vero? Così tanto che è difficile, adesso, sintetizzare in poche righe tutto quello che è successo nel frattempo. Ed è ancora più difficile riuscire a capire se tutto questo tempo abbia poi cambiato o meno qualcosa.
      In ogni caso, ci tenevo a dirti che la promessa l’ho mantenuta. Ci ho messo un po’ a trovare il coraggio di tirare fuori quella penna dal cassetto, e c’è voluto ancora di più -tante notti insonni- per riuscire a mettere a fuoco ognuna delle tante sfumature che quella storia doveva esprimere. Però alla fine il libro l’ho scritto davvero.
      E’ un romanzo pieno di sensazioni contrastanti: di rabbia, di tenerezza, di malinconia, e forse anche di qualcos’altro che nemmeno io riesco ancora ad afferrare. Credo ti piacerà. Dentro c’è molto di te e moltissimo di me.
      L’ho intitolato “In fondo ai suoi occhi” e, grazie ancora una volta al lavoro di Falzea Editore che lo ha subito accolto con entusiasmo, uscirà in libreria negli ultimi giorni di ottobre.
      Fatti sentire, se ti capita…
        Un abbraccio
          Rob
    p.s.: a novembre sarò un po’ in giro per l’Italia per presentare questa nuova creatura. Partirò dal Bloom di Mezzago (MB) il 3 novembre, poi sarò il 12 a Roma (alla libreria Flexi) e il 20 a Rimini (al caffè Assenzio). Casomai, nel tuo continuo girovagare, dovessi capitare da quelle parti…

  • “L’uomo a pedali” su Bottega Editoriale

    In attesa di poter condividere qualche novità su un futuro ormai molto molto vicino, mi comunicano che il sito Bottega Editoriale ha pubblicato oggi una lunga recensione de “L’uomo a pedali”.

  • diario del tour [Pescara, Auditorium Petruzzi – 3 luglio 2010]

    Arrivo a Pescara in uno stato di scarsissima lucidità, complici le poche ore di sonno (reduce dallo splendido concerto dei Massimo Volume e dei Valentina Dorme la sera prima a Rockisland), la levataccia e le sei ore di treno, ma mi abbraccia subito una città solare, allegra ed ospitale.
    L’auditorium, proprio alle spalle della casa natale di Gabriele D’Annunzio, è elegante. L’accoglienza splendida e calorosa, di quelle tipicamente mediterranee. Il pubblico, nonostante siano le cinque di pomeriggio di un sabato di luglio, attento e numeroso.
    C’è da festeggiare l’uscita del nuovo romanzo di Vincenzo Di Pietro (intitolato “Una condanna”) e con me sul palco per l’occasione, oltre ovviamente al vulcanico Vincenzo, si alternano anche il riflessivo Luca Di Pangrazio e l’indomabile giovanissima Raffaella Stacciarini: un impasto bizzarro di storie e idee diverse che, miscelate nello stesso calderone, sembrano creare qualcosa di intrigante e coerente. Vincenzo aveva visto giusto.
    Il resto è festa, mare e tutto ciò che ne consegue.
    Un bell’esordio per il nuovo lavoro di Vincenzo Di Pietro. Un bell’epilogo per il viaggio de “L’uomo a pedali”.
    Ci vediamo in autunno con qualcosa di nuovo da raccontare.

    diario del tour [Pescara, Auditorium Petruzzi – 3 luglio 2010]
  • a proposito di Neverland Primo Maggio

    Che delirio. Mille spettatori paganti, una valanga di entusiasmo, miriadi di suoni, lucine lampeggianti, sorrisi, volti che non vedevo da una vita, letture più che mai instabili ed un giro per il Bloom seduto in un carrello della spesa.
    Gran bel Primo Maggio, vissuto tutto in un fiato, senza un secondo di respiro, dal primo pomeriggio fino all’alba seguente o quasi. E, in mezzo a tutto questo, un reading in equilibrio precario (in ogni senso). Tutto molto bello.
    Ci tengo a ringraziare in modo particolare, oltre a chi ha creduto nel progetto rendendolo possibile, gli scrittori (Tibe, Nadiolinda, Vincenzo Di Pietro e Dana Drunk) che mi hanno fatto compagnia nell’arco di tutta la lunga giornata e che hanno avuto la follia di mettersi in gioco con me portando le proprie parole fra salamelle, patatine e led colorati. Ci siamo divertiti parecchio.

    a proposito di Neverland Primo Maggio
  • “L’uomo a pedali” su La Riviera

    Ad ormai un anno dall’uscita, si continua a parlare de “L’uomo a pedali”.
    Il quotidiano La Riviera ieri, domenica 18 aprile, ha dedicato un piccolo spazio al romanzo.

  • il Primo Maggio di Neverland al Bloom

    Il primo maggio, come molti già sapranno, ci sarà una grande festa organizzata da Neverland al Bloom di Mezzago (MI) con tre palchi, un sacco di concerti (fra cui Giorgio Canali, Federico Fiumani, i Mariposa, Fabrizio Coppola e molti altri), i dj-set di Sun & Stars, uno spazio per la ristorazione e molte altre cose interessanti. Una lunga festa che inizierà alle 14.00 e si protrarrà fino all’alba del giorno successivo.
    Novità degli ultimi giorni è che, nel fitto programma della festa, verranno inseriti anche alcuni reading e fra gli autori che faranno sentire la propria voce e racconteranno le proprie storie ci sarò anche io (ed insieme a me Tibe, Nadiolinda, Vincenzo Di Pietro e Dana Drunk).
    Non è ancora stata resa nota la scaletta precisa con gli orari di tutte le incursioni letterarie… ma la giornata merita di essere gustata dall’inizio alla fine.

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